domenica 8 novembre 2009

UNITA’ D’ITALIA: NAPOLITANO SOLLECITA EVENTI, MA LA STORIA NON E’ ANDATA COME CE L’HANNO INSEGNATA



Di Giancarlo Padula

Mentre il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano sollecita il Governo e le forze politiche a promuovere iniziative in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, chi scrive vorrebbe offrire elementi di riflessione e dibattito, sotto altri punti di vista. 685.000 persone uccise nel Meridione, 500.000 arrestate, molti delle quali deportate nei lager sabaudi a Finestrelle, località a 2000 metri in Piemonte, dove i prigionieri venivano sciolti nella calce viva; 62 paesi distrutti e incendiati.
Tutti gli ordini religiosi soppressi dalla legge Mancini. Chiese incendiate. Persecuzioni ai religiosi. Processi sommari, impiccagioni, il fenomeno dell’Insorgenza Popolare definito brigantaggio con bandi simili a quelli dei nazifascismi durante la seconda guerra mondiale. C’è un’ampia revisione storica da parte di moltissimi studiosi e una vasta letteratura nel merito. Lo stesso Gramsci scrisse che il popolo del meridione fu ”crocifisso” dal nuovo Stato italiano. Di fatto l’Unità d’Italia non fu altro che l’annessione al Piemonte delle regioni italiane, e cioè al Regno dei Savoia che invase il Sud d’Italia senza neanche una dichiarazione di guerra e con l’ausilio di un Garibaldi che se andiamo a leggere le tante “controbiografie” fu tutt’altro che l’eroe dei due mondi. Un’invasione che è stata una vera e propria rapina del ricco e colto, all’epoca, Meridione.
Le banche letteralmente svaligiate, terre confiscate, tesori preziosi confiscati. Questo è stato il Risorgimento italiano. E’ bene finalmente sapere che il Risorgimento è stata un’invenzione a tavolino della massoneria internazionale e che i veri eroi dell’Italia non sono stati i vari Garibaldi, Vittorio Emanuele II e Cavour, ma, se di eroi si deve parlare, questi furono gli insorgenti del Sud, invaso dalle soldataglie dello stato sabaudo. Una vicenda taciuta, offuscata e manipolata, di cui ancora l’Italia paga durissime conseguenze. Fu la cosiddetta Unità d’Italia a causare l’emigrazione. E chi scrive non è certo un leghista, ma uno che dal 1968 al 1983 ha militato nel Pci, mentre dal 1992 ad oggi aderisce semplicemente alla religione cristiana senza essere schierato politicamente, ma al solo servizio dell’informazione, la piu’ obiettiva possibile.
Lo sapevate che Garibaldi si lasciò crescere i capelli perchè in Sud America violentò una ragazza che gli mozzò un orecchio con un morso? Il tricolore era il simbolo della massoneria emiliana? Il trombettiere del generale Custer nella sconfitta di Little Big Horn era un emigrato di Salerno. Una storia nascosta, insabbiata e alterata sui libri di storia. Basta vedere oggi: l’Italia è unità? C’è un amore patrio? Il Nord contro il Sud, L’Est, contro l’Ovest, ognuno porta acqua al suo mulino. Dunque tra le manifestazioni culturali che si terranno in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, sarebbe utile inserire anche gli argomenti di riflessione citati. Intanto sia il Comune di Napoli che quello di Gaeta (Roccaforte della resistenza antisabauda), hanno chiesto ai Savoia ingenti risarcimenti danni.

Fonte:
Terni Magazine
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Di Giancarlo Padula

Mentre il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano sollecita il Governo e le forze politiche a promuovere iniziative in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, chi scrive vorrebbe offrire elementi di riflessione e dibattito, sotto altri punti di vista. 685.000 persone uccise nel Meridione, 500.000 arrestate, molti delle quali deportate nei lager sabaudi a Finestrelle, località a 2000 metri in Piemonte, dove i prigionieri venivano sciolti nella calce viva; 62 paesi distrutti e incendiati.
Tutti gli ordini religiosi soppressi dalla legge Mancini. Chiese incendiate. Persecuzioni ai religiosi. Processi sommari, impiccagioni, il fenomeno dell’Insorgenza Popolare definito brigantaggio con bandi simili a quelli dei nazifascismi durante la seconda guerra mondiale. C’è un’ampia revisione storica da parte di moltissimi studiosi e una vasta letteratura nel merito. Lo stesso Gramsci scrisse che il popolo del meridione fu ”crocifisso” dal nuovo Stato italiano. Di fatto l’Unità d’Italia non fu altro che l’annessione al Piemonte delle regioni italiane, e cioè al Regno dei Savoia che invase il Sud d’Italia senza neanche una dichiarazione di guerra e con l’ausilio di un Garibaldi che se andiamo a leggere le tante “controbiografie” fu tutt’altro che l’eroe dei due mondi. Un’invasione che è stata una vera e propria rapina del ricco e colto, all’epoca, Meridione.
Le banche letteralmente svaligiate, terre confiscate, tesori preziosi confiscati. Questo è stato il Risorgimento italiano. E’ bene finalmente sapere che il Risorgimento è stata un’invenzione a tavolino della massoneria internazionale e che i veri eroi dell’Italia non sono stati i vari Garibaldi, Vittorio Emanuele II e Cavour, ma, se di eroi si deve parlare, questi furono gli insorgenti del Sud, invaso dalle soldataglie dello stato sabaudo. Una vicenda taciuta, offuscata e manipolata, di cui ancora l’Italia paga durissime conseguenze. Fu la cosiddetta Unità d’Italia a causare l’emigrazione. E chi scrive non è certo un leghista, ma uno che dal 1968 al 1983 ha militato nel Pci, mentre dal 1992 ad oggi aderisce semplicemente alla religione cristiana senza essere schierato politicamente, ma al solo servizio dell’informazione, la piu’ obiettiva possibile.
Lo sapevate che Garibaldi si lasciò crescere i capelli perchè in Sud America violentò una ragazza che gli mozzò un orecchio con un morso? Il tricolore era il simbolo della massoneria emiliana? Il trombettiere del generale Custer nella sconfitta di Little Big Horn era un emigrato di Salerno. Una storia nascosta, insabbiata e alterata sui libri di storia. Basta vedere oggi: l’Italia è unità? C’è un amore patrio? Il Nord contro il Sud, L’Est, contro l’Ovest, ognuno porta acqua al suo mulino. Dunque tra le manifestazioni culturali che si terranno in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, sarebbe utile inserire anche gli argomenti di riflessione citati. Intanto sia il Comune di Napoli che quello di Gaeta (Roccaforte della resistenza antisabauda), hanno chiesto ai Savoia ingenti risarcimenti danni.

Fonte:
Terni Magazine

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