domenica 25 luglio 2010

Manovra: Coldiretti, 50mila posti a rischio per agricoltura Sud

(Teleborsa) - Roma, 23 lug - Sono a rischio cinquantamila posti di lavoro nelle campagne del Mezzogiorno, delle aree svantaggiate e montane per effetto del raddoppio del costo contributivo per i datori di lavoro nel settore agricolo, causato dalla manovra finanziaria in approvazione alla Camera.
Lo denuncia la Coldiretti in occasione della piu’ grande manifestazione dei coltivatori e degli allevatori provenienti da tutte le regioni del Mezzogiorno a Bari dove si sono dati appuntamento in corteo, con il presidente nazionale Sergio Marini, quasi diecimila partecipanti. Sono questi - denuncia la Coldiretti - gli effetti la mancata stabilizzazione nella manovra delle attuali agevolazioni contributive per zone agricole montane e per zone agricole svantaggiate accordata negli ultimi 5 anni e mezzo.
A far data dal 1 agosto 2010 per zone agricole montane e per zone agricole svantaggiate scatterà - sottolinea la Coldiretti - un aumento insostenibile dei contributi a carico del datore di lavoro, con inevitabili ricadute sui livelli occupazionali che nel 2009, nonostante la crisi, in queste aree hanno fatto segnare un importante aumento nel numero delle giornate denunciate per gli operai a tempo indeterminato (+ 963.356 giornate).
La mancata proroga - continua la Coldiretti - colpisce il processo di maggiore trasparenza nei rapporti di lavoro messo in atto gli imprenditori onesti sono spesso esposti al fenomeno della concorrenza sleale di soggetti che sfruttano la manodopera illegale e l’occupazione in nero.
Mantenere la stabilità del costo del lavoro rappresenta - prosegue la Coldiretti - un elemento necessario per promuovere il buon lavoro e riconoscere un concreto vantaggio competitivo a quelle imprese che hanno reale interesse a permanere nella legalità e nel sistema contrattuale.
Peraltro - conclude la Coldiretti - il settore agricolo nazionale già sconta livelli di pressione contributiva ben più alti della media europea e nettamente superiori a quelli vigenti nei paesi primi competitori del settore agricolo (Italia 43% - Grecia 10,00% - Gran Bretagna 12,80% - Spagna 15,50% - Germania 17,70% - Polonia 19,89%).


Fonte:La Repubblica


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(Teleborsa) - Roma, 23 lug - Sono a rischio cinquantamila posti di lavoro nelle campagne del Mezzogiorno, delle aree svantaggiate e montane per effetto del raddoppio del costo contributivo per i datori di lavoro nel settore agricolo, causato dalla manovra finanziaria in approvazione alla Camera.
Lo denuncia la Coldiretti in occasione della piu’ grande manifestazione dei coltivatori e degli allevatori provenienti da tutte le regioni del Mezzogiorno a Bari dove si sono dati appuntamento in corteo, con il presidente nazionale Sergio Marini, quasi diecimila partecipanti. Sono questi - denuncia la Coldiretti - gli effetti la mancata stabilizzazione nella manovra delle attuali agevolazioni contributive per zone agricole montane e per zone agricole svantaggiate accordata negli ultimi 5 anni e mezzo.
A far data dal 1 agosto 2010 per zone agricole montane e per zone agricole svantaggiate scatterà - sottolinea la Coldiretti - un aumento insostenibile dei contributi a carico del datore di lavoro, con inevitabili ricadute sui livelli occupazionali che nel 2009, nonostante la crisi, in queste aree hanno fatto segnare un importante aumento nel numero delle giornate denunciate per gli operai a tempo indeterminato (+ 963.356 giornate).
La mancata proroga - continua la Coldiretti - colpisce il processo di maggiore trasparenza nei rapporti di lavoro messo in atto gli imprenditori onesti sono spesso esposti al fenomeno della concorrenza sleale di soggetti che sfruttano la manodopera illegale e l’occupazione in nero.
Mantenere la stabilità del costo del lavoro rappresenta - prosegue la Coldiretti - un elemento necessario per promuovere il buon lavoro e riconoscere un concreto vantaggio competitivo a quelle imprese che hanno reale interesse a permanere nella legalità e nel sistema contrattuale.
Peraltro - conclude la Coldiretti - il settore agricolo nazionale già sconta livelli di pressione contributiva ben più alti della media europea e nettamente superiori a quelli vigenti nei paesi primi competitori del settore agricolo (Italia 43% - Grecia 10,00% - Gran Bretagna 12,80% - Spagna 15,50% - Germania 17,70% - Polonia 19,89%).


Fonte:La Repubblica


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