mercoledì 4 agosto 2010

L'affare delle sporche guerre( Irak e Afghanistan).

di Giovanni Ciunzo

La domanda è perfettamente legittima:che cosa ci stiamo ancora a fare in Afghanistan e in Irak? La missione militare vale davvero le vite di ragazzi che costa tantissimo? Vale i rischi per il futuro,a parte il dolore ancora fresco per il passato?L'Afghanistan, è un luogo dominato da tribalismi,fanatismi,etnicismi secolari e da sempre belligerante:che cosa pensiamo di poter realizzare con la nostra presenza destinata a durare a lungo e già durata parecchio fin qui?Lo dobbiamo fare per gli altri,e per chi in particolare,o per noi stessi?Per il rispetto astratto di un modo di essere dello stato,con le sue alleanze e responsabilità,o per qualche obiettivo più umanamente concreto,tangibile?Perchè, insomma, sopportare il costo materiale,psicologico,emozionale di un impresa militare che assomiglia cosi poco alle nostre attitudini storiche e il nostro curriculum nazionale?In realtà la brutta faccenda non è definibile solo in termini di dovere militare,rispetto delle alleanze,onore della bandiera,diritto e dovere di ingerenza umanitaria;C'è un lato forse oscuro a cui dobbiamo pensare,prima di azzardarci a rispondere a tanti quesiti posti dall'opinione pubblica:In ogni guerra che si scateni,c'è sempre un tornaconto possibilmente economico.Questo modello moderno di affrontare le questioni più spinose del mondo hanno origine proprio in quel paese che dovrebbe insegnare per certi versi la democrazia, gli Stati Uniti d'America. Nel marzo 2003 George Walker Bush ( allora Presidente degli U.S.A.) dichiarò guerra all'Irak, sostenendo che il suo regime governato da Saddam Hussein possedesse armi di distruzione di massa,tesi mai provata da tanti esperti che analizzarono le poche e fatiscenti strutture militari considerate sospette che erano presenti nella nazione.
La guerra si scatenò e fu rapida e veloce,anche perchè di fronte a tante armi potentissime degli USA si contrapposero poche baionette e pochissimi soldati.
A che cosa è servito tutto ciò a dimostrare che l'America ha sempre ragione,anche se la ragione,come in questo caso non era dalla sua parte?..una cosa è certa gli affari,le compagnie petrolifere americane li stanno facendo in Irak.. e come,si estraggono circa 1850 milioni di barili al giorno di petrolio e,tutto viene per cosi dire esportato .Molto oro nero infatti finisce proprio in America,che attraversava nel periodo di presidenza Bush una grave crisi energetica,dovuta proprio alla mancanza di petrolio e di nuove fonti da estrarre il prezioso combustibile.
Un affare dunque che continua a proliferare,visto che ormai nell'intero paese dell'ex dittatore Saddam Hussein si sono stabilite circa 200 compagnie petrolifere americane.Ovviamente l'Irak del suo oro nero( guarda caso) non ne fa profitto,anzi la popolazione soffre ancora la fame ed è costretta a vivere di stenti,proprio come dieci anni fà.
In Afghanistan la situazione sembra paradossale,non c'è interesse economico,ma c'è l'orgoglio di sentirsi forti,anzi invincibili anche di fronte ad un terrorismo spietato,qual'è quello Talebano.
Nelle tante strategie militari americane che si provano e che continuamente seminano morti e distruzioni(negli ultimi due anni 1560 civili,tra cui 890 bambini,oltre ai feriti ed invalidi permanenti,circa 1200 soldati morti,americani ed alleati),in un paese già martoriato negli anni settanta dall'Unione Sovietica c'è la presunzione da parte degli alleati di sconfiggere un terrorismo che non ha un esercito,non è visibile e probabilmente è già sparso in mezzo mondo.Molti saranno purtroppo ancora i lutti e anche nel nostro paese,che sembra assuefatto da questi atroci episodi,nessuno più ne parla,nemmeno la cosiddetta sinistra italiana che era per un ritiro immediato del nostro contingente .Tutto tace all'insegna dell'americanismo.L'affare per queste assurde guerre dunque c'è...ma è di pochi e la piccola nazione Italia deve accontentarsi di partecipare con onore alla missione, e al contentino imposto,possibilmente senza pianti e rimpianti per qualche morto in più( circa 40 dall'inizio dalla guerra)...altro che missione di pace.

Fonte:Vox news

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di Giovanni Ciunzo

La domanda è perfettamente legittima:che cosa ci stiamo ancora a fare in Afghanistan e in Irak? La missione militare vale davvero le vite di ragazzi che costa tantissimo? Vale i rischi per il futuro,a parte il dolore ancora fresco per il passato?L'Afghanistan, è un luogo dominato da tribalismi,fanatismi,etnicismi secolari e da sempre belligerante:che cosa pensiamo di poter realizzare con la nostra presenza destinata a durare a lungo e già durata parecchio fin qui?Lo dobbiamo fare per gli altri,e per chi in particolare,o per noi stessi?Per il rispetto astratto di un modo di essere dello stato,con le sue alleanze e responsabilità,o per qualche obiettivo più umanamente concreto,tangibile?Perchè, insomma, sopportare il costo materiale,psicologico,emozionale di un impresa militare che assomiglia cosi poco alle nostre attitudini storiche e il nostro curriculum nazionale?In realtà la brutta faccenda non è definibile solo in termini di dovere militare,rispetto delle alleanze,onore della bandiera,diritto e dovere di ingerenza umanitaria;C'è un lato forse oscuro a cui dobbiamo pensare,prima di azzardarci a rispondere a tanti quesiti posti dall'opinione pubblica:In ogni guerra che si scateni,c'è sempre un tornaconto possibilmente economico.Questo modello moderno di affrontare le questioni più spinose del mondo hanno origine proprio in quel paese che dovrebbe insegnare per certi versi la democrazia, gli Stati Uniti d'America. Nel marzo 2003 George Walker Bush ( allora Presidente degli U.S.A.) dichiarò guerra all'Irak, sostenendo che il suo regime governato da Saddam Hussein possedesse armi di distruzione di massa,tesi mai provata da tanti esperti che analizzarono le poche e fatiscenti strutture militari considerate sospette che erano presenti nella nazione.
La guerra si scatenò e fu rapida e veloce,anche perchè di fronte a tante armi potentissime degli USA si contrapposero poche baionette e pochissimi soldati.
A che cosa è servito tutto ciò a dimostrare che l'America ha sempre ragione,anche se la ragione,come in questo caso non era dalla sua parte?..una cosa è certa gli affari,le compagnie petrolifere americane li stanno facendo in Irak.. e come,si estraggono circa 1850 milioni di barili al giorno di petrolio e,tutto viene per cosi dire esportato .Molto oro nero infatti finisce proprio in America,che attraversava nel periodo di presidenza Bush una grave crisi energetica,dovuta proprio alla mancanza di petrolio e di nuove fonti da estrarre il prezioso combustibile.
Un affare dunque che continua a proliferare,visto che ormai nell'intero paese dell'ex dittatore Saddam Hussein si sono stabilite circa 200 compagnie petrolifere americane.Ovviamente l'Irak del suo oro nero( guarda caso) non ne fa profitto,anzi la popolazione soffre ancora la fame ed è costretta a vivere di stenti,proprio come dieci anni fà.
In Afghanistan la situazione sembra paradossale,non c'è interesse economico,ma c'è l'orgoglio di sentirsi forti,anzi invincibili anche di fronte ad un terrorismo spietato,qual'è quello Talebano.
Nelle tante strategie militari americane che si provano e che continuamente seminano morti e distruzioni(negli ultimi due anni 1560 civili,tra cui 890 bambini,oltre ai feriti ed invalidi permanenti,circa 1200 soldati morti,americani ed alleati),in un paese già martoriato negli anni settanta dall'Unione Sovietica c'è la presunzione da parte degli alleati di sconfiggere un terrorismo che non ha un esercito,non è visibile e probabilmente è già sparso in mezzo mondo.Molti saranno purtroppo ancora i lutti e anche nel nostro paese,che sembra assuefatto da questi atroci episodi,nessuno più ne parla,nemmeno la cosiddetta sinistra italiana che era per un ritiro immediato del nostro contingente .Tutto tace all'insegna dell'americanismo.L'affare per queste assurde guerre dunque c'è...ma è di pochi e la piccola nazione Italia deve accontentarsi di partecipare con onore alla missione, e al contentino imposto,possibilmente senza pianti e rimpianti per qualche morto in più( circa 40 dall'inizio dalla guerra)...altro che missione di pace.

Fonte:Vox news

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