domenica 28 ottobre 2012

L'ultimo atto di Berlusconi ed il tramonto di Milano capitale IMmorale d'Italia...una nuova opportunità per il vero meridionalismo!


Le farneticanti dichiarazioni di oggi di Berlusconi, con la necessità di "restare in campo", dopo la sentenza di condanna di primo grado , per difendere il paese da una "repubblica in mano ai magistrati" , sono l'ultimo atto di una commedia tragica durata quasi un ventennio (un altro tragico c'era stato 80 anni fa...), quella della Milano da bere, la Milano del "ghe pensi mi", dei doppiopetto blu, del velinisno e della mignottocrazia e che invece doveva dare l'esempio all'intero paese di efficienza e modernità, soprattutto essere di esempio al Sud "arretrato", "assistito" e "palla al piede".

Questo infausto (per noi meridionali) periodo con la crescita del leghismo becero e razzista e con Bossi suggeritore del più potente Ministro Berlusconiano, quel Tremonti regista di varie ruberie ai danni del Sud, ha avuto anche la triste partecipazione di ascari meridionali, da Lombardo a Micciché con quest'ultimo addirittura con la delega al CIPE quando ci sono stati scippati i fondi FAS che erano destinati in gran parte al Sud e sono stati dirottati per i traghetti del Lago di Garda o per le forme di parmigiano invendute o per sovvenzionare gli allevatori e i vaccari padani.

A questi ascari si sono spesso accodati i soliti accattoni delle nostre parti, chi ha provato a leccare prima Lombardo e poi Iannaccone di Noi Sud, chi con finte liste civiche alleate stranamente sempre con il centro-destra...tristi giullari che con molta faccia tosta strepitano ancora il loro essere "duro e puro" e che si dichiarano difensori di nazioni che non esistono più o di identità che con loro mai risorgeranno perché il loro unico e vero interesse è il solito piatto di lenticchie, rimanendo ducetti del loro piccolo movimento o proprietari della loro sigletta da 1 persona. A questi si aggiungono altri pagliacci che utilizzano parole ancora più obsolete e senza alcun senso nel XXI secolo rispetto alle vecchie distinzioni di fascismo e comunismo, per riconoscerli basta sentirli parlare di "giacobini" o di "legittimismo" o ancora di "tradizionalismo". Infine ci sono quelli dell'indipendenza unica via che invece di percorrere seriamente la loro strada, per un obiettivo che potrebbe essere nel lungo periodo pure condivisibile, non fanno altro che combattere chi prova a far crescere, quantitativamente e qualitativamente il movimento meridionalista. Tra loro c'è persino uno sconosciuto figuro che si mette a disquisire e a criticare Pino Aprile ed il suo libro "Terroni", cioè il libro che ha svegliato più coscienze rispetto alle centinaia di convegni, alle migliaia di proclami inutili in rete o alle decine di migliaia di libri che hanno venduto qualche decina di copie. Questa zavorra inutile e dannosa finalmente sta per essere spazzata via, non solo dalla storia ma anche dalla nascita e dalla crescita di un vero movimento meridionalista.

Per difendere il Sud e uscire fuori dal ghetto dell'onanismo folle e dalle trappole della "nostalgia" e del "folklore", che i De Marco vari hanno sempre pronte per chi vuole parlare di verità storica e di questione meridionale nata nel 1861 e non prima, occorre un movimento autenticamente democratico e capace di sintetizzare le migliori proposte ed istanze e raccogliere le migliori intelligenze del Sud. Bisogna imparare a darsi delle regole di confronto delle idee e rispettarle, bisogna organizzarsi e soprattutto bisogna mettere le proprie idee a disposizione del progetto complessivo piuttosto che pensare che il progetto sia coincidente con le proprie idee. E' proprio questo il tentativo che stiamo facendo come Partito del Sud, con questo spirito partecipiamo all'assemblea del 24 novembre che sarà sicuramente un'altra tappa importante, dopo la riunione di Bari, per il cammino di liberazione della nostra terra e per dare inizio alla "rivoluzione meridionale".
E diffidiamo di chi in passato è stato dalla parte dei Berlusconi, di chi le ha provate tutte per trovare il suo posticino e per poi fare oggi il rivoluzionario da tastiera, di chi in passato era un reazionario democristiano e di chi oggi vede solo Grillo come unico profeta dopo esser stato in decine di partiti e movimenti...solo dal confronto democratico usciranno le proposte migliori e quei "100 uomini di ferro" che auspicava Guido Dorso a guida della rivoluzione meridionale.

E che rivoluzione meridionale sia...anche contro le politiche sempre nord-centriche e di solo rigore del governo Monti, per un nuovo modello di politica con la P maiuscola che metta l'uomo al centro e non l'economia o la finanza, un modello mediterraneo di civiltà umanista e di scambio e convivenza tra le diverse civiltà agli antipodi del razzismo leghista con il Sud che torna al suo ruolo naturale ed originario di ponte tra civiltà ed esempio di un nuovo modello di sviluppo come lo è stato per molti secoli sia nel periodo della Magna Grecia che in certi frangenti del Regno di Sicilia, del Regno di Napoli e poi Regno delle Due Sicilie.


Enzo Riccio
Segr. Org, Nazionale
Partito del Sud



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Le farneticanti dichiarazioni di oggi di Berlusconi, con la necessità di "restare in campo", dopo la sentenza di condanna di primo grado , per difendere il paese da una "repubblica in mano ai magistrati" , sono l'ultimo atto di una commedia tragica durata quasi un ventennio (un altro tragico c'era stato 80 anni fa...), quella della Milano da bere, la Milano del "ghe pensi mi", dei doppiopetto blu, del velinisno e della mignottocrazia e che invece doveva dare l'esempio all'intero paese di efficienza e modernità, soprattutto essere di esempio al Sud "arretrato", "assistito" e "palla al piede".

Questo infausto (per noi meridionali) periodo con la crescita del leghismo becero e razzista e con Bossi suggeritore del più potente Ministro Berlusconiano, quel Tremonti regista di varie ruberie ai danni del Sud, ha avuto anche la triste partecipazione di ascari meridionali, da Lombardo a Micciché con quest'ultimo addirittura con la delega al CIPE quando ci sono stati scippati i fondi FAS che erano destinati in gran parte al Sud e sono stati dirottati per i traghetti del Lago di Garda o per le forme di parmigiano invendute o per sovvenzionare gli allevatori e i vaccari padani.

A questi ascari si sono spesso accodati i soliti accattoni delle nostre parti, chi ha provato a leccare prima Lombardo e poi Iannaccone di Noi Sud, chi con finte liste civiche alleate stranamente sempre con il centro-destra...tristi giullari che con molta faccia tosta strepitano ancora il loro essere "duro e puro" e che si dichiarano difensori di nazioni che non esistono più o di identità che con loro mai risorgeranno perché il loro unico e vero interesse è il solito piatto di lenticchie, rimanendo ducetti del loro piccolo movimento o proprietari della loro sigletta da 1 persona. A questi si aggiungono altri pagliacci che utilizzano parole ancora più obsolete e senza alcun senso nel XXI secolo rispetto alle vecchie distinzioni di fascismo e comunismo, per riconoscerli basta sentirli parlare di "giacobini" o di "legittimismo" o ancora di "tradizionalismo". Infine ci sono quelli dell'indipendenza unica via che invece di percorrere seriamente la loro strada, per un obiettivo che potrebbe essere nel lungo periodo pure condivisibile, non fanno altro che combattere chi prova a far crescere, quantitativamente e qualitativamente il movimento meridionalista. Tra loro c'è persino uno sconosciuto figuro che si mette a disquisire e a criticare Pino Aprile ed il suo libro "Terroni", cioè il libro che ha svegliato più coscienze rispetto alle centinaia di convegni, alle migliaia di proclami inutili in rete o alle decine di migliaia di libri che hanno venduto qualche decina di copie. Questa zavorra inutile e dannosa finalmente sta per essere spazzata via, non solo dalla storia ma anche dalla nascita e dalla crescita di un vero movimento meridionalista.

Per difendere il Sud e uscire fuori dal ghetto dell'onanismo folle e dalle trappole della "nostalgia" e del "folklore", che i De Marco vari hanno sempre pronte per chi vuole parlare di verità storica e di questione meridionale nata nel 1861 e non prima, occorre un movimento autenticamente democratico e capace di sintetizzare le migliori proposte ed istanze e raccogliere le migliori intelligenze del Sud. Bisogna imparare a darsi delle regole di confronto delle idee e rispettarle, bisogna organizzarsi e soprattutto bisogna mettere le proprie idee a disposizione del progetto complessivo piuttosto che pensare che il progetto sia coincidente con le proprie idee. E' proprio questo il tentativo che stiamo facendo come Partito del Sud, con questo spirito partecipiamo all'assemblea del 24 novembre che sarà sicuramente un'altra tappa importante, dopo la riunione di Bari, per il cammino di liberazione della nostra terra e per dare inizio alla "rivoluzione meridionale".
E diffidiamo di chi in passato è stato dalla parte dei Berlusconi, di chi le ha provate tutte per trovare il suo posticino e per poi fare oggi il rivoluzionario da tastiera, di chi in passato era un reazionario democristiano e di chi oggi vede solo Grillo come unico profeta dopo esser stato in decine di partiti e movimenti...solo dal confronto democratico usciranno le proposte migliori e quei "100 uomini di ferro" che auspicava Guido Dorso a guida della rivoluzione meridionale.

E che rivoluzione meridionale sia...anche contro le politiche sempre nord-centriche e di solo rigore del governo Monti, per un nuovo modello di politica con la P maiuscola che metta l'uomo al centro e non l'economia o la finanza, un modello mediterraneo di civiltà umanista e di scambio e convivenza tra le diverse civiltà agli antipodi del razzismo leghista con il Sud che torna al suo ruolo naturale ed originario di ponte tra civiltà ed esempio di un nuovo modello di sviluppo come lo è stato per molti secoli sia nel periodo della Magna Grecia che in certi frangenti del Regno di Sicilia, del Regno di Napoli e poi Regno delle Due Sicilie.


Enzo Riccio
Segr. Org, Nazionale
Partito del Sud



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