mercoledì 30 aprile 2008

CELEBRAZIONI DI BITONTO 2008


Cari amici e compatrioti
Le celebrazioni di Bitonto per il 2008 sono in via di definizione essendosi tenute quest'anno le elezioni amministrative con il conseguente avvicendamento tra la precedente giunta guidata dal prof. Pice con la giunta neoeletta del dott. Raffaele Valla.
Evidentemente non essendo stati ancora definiti gli interlocutori di parte pubblica cui inviare le comunicazioni di rito e dai quali ricevere le necessarie autorizzazioni (per le celebrazioni e per l'uso del Salone degli Specchi in Municipio), non abbiamo la possibilità di comunicare data e ora certa della manifestazione che comunque, salvo imprevisti, dovrebbe tenersi domenica 18 maggio p.v.(tarda mattinata e pomeriggio)
Sarà premura ed urgenza comunicare a tutti gli amici il calendario definitivo dell'incontro non appena terminate le procedure amministrative connesse e derivanti dalla elezione della nuova amministrazione bitontina
Un compatriottico salutoFrancesco Laricchia
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Cari amici e compatrioti
Le celebrazioni di Bitonto per il 2008 sono in via di definizione essendosi tenute quest'anno le elezioni amministrative con il conseguente avvicendamento tra la precedente giunta guidata dal prof. Pice con la giunta neoeletta del dott. Raffaele Valla.
Evidentemente non essendo stati ancora definiti gli interlocutori di parte pubblica cui inviare le comunicazioni di rito e dai quali ricevere le necessarie autorizzazioni (per le celebrazioni e per l'uso del Salone degli Specchi in Municipio), non abbiamo la possibilità di comunicare data e ora certa della manifestazione che comunque, salvo imprevisti, dovrebbe tenersi domenica 18 maggio p.v.(tarda mattinata e pomeriggio)
Sarà premura ed urgenza comunicare a tutti gli amici il calendario definitivo dell'incontro non appena terminate le procedure amministrative connesse e derivanti dalla elezione della nuova amministrazione bitontina
Un compatriottico salutoFrancesco Laricchia

lunedì 28 aprile 2008

Le formiche inc..zate, azzoppano le anatre !


Ricevo e volentieri posto, questo comunicato, dall'amico Francesco Laricchia. Con i miei più vivi complimenti per l'ottimo comportamento tenuto dalla pattuglia di Briganti da Lui capeggiata che, pur in condizioni di svantaggio, ha saputo, come nella migliore tradizione, tenere alta la nostra bandiera e il nostro onore.


La presenza di un Partito del Sud determinato, a Casamassima, prima ha indotto al ballottaggio i poderosi eserciti "polari" e poi… ha azzoppato le anatre.

Questo è il risultato finale del match tra destra e sinistra a Casamassima. Per cui, salvo il caso di apertura del mercato delle vacche (candidati che da destra passano a sin), evenienza sempre possibile in politica, il prossimo anno dovremmo tornare alle urne perché il sindaco eletto al ballottaggio è di centro sinistra e la maggioranza dei consiglieri comunali, di centro destra.

Se ciò si è verificato è anche perchè il partito determinato e determinante nel nostro territorio è stato proprio il Partito del Sud che alla fine è uscito, dalla competizione, con un gruzzolo di voti niente male, a testa alta, senza cedere in dignità di fronte alle (doppie) armate nemiche e, soprattutto, avendo fatto circolare aria nuova in politica e storie mai ascoltate alla gente di strada. Ad maiora e…scusatemi se (per i nostri noti strateghi dalla scarpa raffinata e mai sporca, e cervello "sottile") è poco.

Un compatriottico saluto
Francesco Laricchia
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Ricevo e volentieri posto, questo comunicato, dall'amico Francesco Laricchia. Con i miei più vivi complimenti per l'ottimo comportamento tenuto dalla pattuglia di Briganti da Lui capeggiata che, pur in condizioni di svantaggio, ha saputo, come nella migliore tradizione, tenere alta la nostra bandiera e il nostro onore.


La presenza di un Partito del Sud determinato, a Casamassima, prima ha indotto al ballottaggio i poderosi eserciti "polari" e poi… ha azzoppato le anatre.

Questo è il risultato finale del match tra destra e sinistra a Casamassima. Per cui, salvo il caso di apertura del mercato delle vacche (candidati che da destra passano a sin), evenienza sempre possibile in politica, il prossimo anno dovremmo tornare alle urne perché il sindaco eletto al ballottaggio è di centro sinistra e la maggioranza dei consiglieri comunali, di centro destra.

Se ciò si è verificato è anche perchè il partito determinato e determinante nel nostro territorio è stato proprio il Partito del Sud che alla fine è uscito, dalla competizione, con un gruzzolo di voti niente male, a testa alta, senza cedere in dignità di fronte alle (doppie) armate nemiche e, soprattutto, avendo fatto circolare aria nuova in politica e storie mai ascoltate alla gente di strada. Ad maiora e…scusatemi se (per i nostri noti strateghi dalla scarpa raffinata e mai sporca, e cervello "sottile") è poco.

Un compatriottico saluto
Francesco Laricchia

Rifiuti: De Gennaro, a Napoli Ancora 69 Giorni Poi La Catastrofe


(ASCA) - Roma 28 apr - ''Dal 5 luglio non ci sara' piu' posto per i rifiuti se non partiranno nuovi impianti. L'unica speranza per evitare la catastrofe e' costruire nuove strutture. Presto arrivera' il grande caldo e la 'monnezza' diventera' emergenza sanitaria col rischio di infezioni''. Sono le previsione del quotidiano ''La Repubblica'' che all'emergenza rifiuti in Campania oggi dedica un intero 'dossier'. ''Il commissario Gianni De Gennaro - scrive - ha fatto due conti e ha concluso che 'dal 5 luglio le potenzialita' di smaltimento delle 7.200 tonnellate prodotte giornalmente in Campania saranno inadeguate rispetto al fabbisogno'''. ''Da oggi al 5 luglio - prosegue il giornale - mancano 69 giorni. Soltanto 69 giorni per evitare una nuova crisi urbana che potrebbe non risparmiare a Napoli e alla Campania patologie infettive degne di altri secoli. 69 giorni sono un tempo troppo ridotto per eliminare un sistema che, dall'emergenza, ricava profitti, finanziamenti, occupazione, utili politici. E intorno a questi interessi che presto il neo-presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si scontrera' con il presidente delle Regione Antonio Bassolino''. ''Tra 69 giorni, l'immondizia seppellira' di nuovo le strade dell'area metropolitana tra Napoli e Caserta, i duecento comuni del territorio gia' piu' inquinato d'Europa. I numeri non lasciano spazio alla fiducia in un miracolo. Il 5 luglio saranno sature le discariche e i 'siti provvisori' che fino ad oggi hanno consentito di ospitare, piu' o meno, 700 mila tonnellate di immondizia spazzate via dalle strade. Come saranno in via di esaurimento (a fine luglio) i contratti che hanno permesso di spedire in Germania (piu' o meno) 200 mila tonnellate di rifiuti. Non e' il fantasma di una crisi prossima ventura. E' l'annuncio concretissimo di un'altra crisi, peggiore dell'ultima perche' potrebbe consumarsi a temperature che oscillano tra i 32 e i 36 gradi''.
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(ASCA) - Roma 28 apr - ''Dal 5 luglio non ci sara' piu' posto per i rifiuti se non partiranno nuovi impianti. L'unica speranza per evitare la catastrofe e' costruire nuove strutture. Presto arrivera' il grande caldo e la 'monnezza' diventera' emergenza sanitaria col rischio di infezioni''. Sono le previsione del quotidiano ''La Repubblica'' che all'emergenza rifiuti in Campania oggi dedica un intero 'dossier'. ''Il commissario Gianni De Gennaro - scrive - ha fatto due conti e ha concluso che 'dal 5 luglio le potenzialita' di smaltimento delle 7.200 tonnellate prodotte giornalmente in Campania saranno inadeguate rispetto al fabbisogno'''. ''Da oggi al 5 luglio - prosegue il giornale - mancano 69 giorni. Soltanto 69 giorni per evitare una nuova crisi urbana che potrebbe non risparmiare a Napoli e alla Campania patologie infettive degne di altri secoli. 69 giorni sono un tempo troppo ridotto per eliminare un sistema che, dall'emergenza, ricava profitti, finanziamenti, occupazione, utili politici. E intorno a questi interessi che presto il neo-presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si scontrera' con il presidente delle Regione Antonio Bassolino''. ''Tra 69 giorni, l'immondizia seppellira' di nuovo le strade dell'area metropolitana tra Napoli e Caserta, i duecento comuni del territorio gia' piu' inquinato d'Europa. I numeri non lasciano spazio alla fiducia in un miracolo. Il 5 luglio saranno sature le discariche e i 'siti provvisori' che fino ad oggi hanno consentito di ospitare, piu' o meno, 700 mila tonnellate di immondizia spazzate via dalle strade. Come saranno in via di esaurimento (a fine luglio) i contratti che hanno permesso di spedire in Germania (piu' o meno) 200 mila tonnellate di rifiuti. Non e' il fantasma di una crisi prossima ventura. E' l'annuncio concretissimo di un'altra crisi, peggiore dell'ultima perche' potrebbe consumarsi a temperature che oscillano tra i 32 e i 36 gradi''.

domenica 27 aprile 2008

Aspettando la LEGA NORD e l’MPA


Napoli, 25 Aprile 2008

A chi ha vinto possiamo dire “ buon per loro” e ovviamente a chi ha perso potremmo tirar fuori il vecchio detto “chi è causa del suo mal pianga sé stesso”. Il problema però è un altro, almeno dal nostro punto di vista: cosa cambia per il nostro Sud? Nei fatti, come ampiamente sostenuto, non credevamo già prima che nessuno dei due schieramenti principali contendenti offrisse, non avendone capacità e possibilità, prospettive e soluzioni serie per il Meridione. Ora comunque uno schieramento ha vinto ed a quello dobbiamo rivolgerci o su quello riflettere avendo esso ereditato il governo. Noi, come altri, avevamo sostenuto l’inutilità d’appoggiare con il voto una delle due coalizioni, ma evidentemente e invece molti meridionali non l’hanno pensata così. Una prima domanda sorge spontanea da fare ai nostri conterranei che sono diligentemente e pieni di speranza andati alle urne: credevate davvero – per quelli che hanno votato il PD - che una coalizione erede del vecchio governo potesse rivincere dimenticandosi (a torto o a ragione) della sua componente popolare? E non a caso molti voti finiti alla LEGA provengono proprio da lì. Credete davvero – per quelli che hanno votato PDL – che una coalizione che contiene la LEGA NORD possa fare i nostri interessi? Scusate, ma è normale, è fisiologico: ammesso avessimo vinto le elezioni con una, purtroppo al momento fantomatica, formazione politica sudista secondo voi saremmo andati al governo a difendere il Nord? A me, e non è un problema di destra o sinistra, sembra per chi lo ha fatto una vocazione masochista molto preoccupante. Siamo seri, chi ha votato lo ha fatto o per interessi personali o perché si sente ancora facente parte di vecchie ideologie. In ogni caso, inconsapevolmente o con menefreghismo, ha fatto una cosa gravissima: ha votato contro il Sud. Doveva starsene a casa o doveva, ancor meglio, andare ad annullare con una scritta la propria scheda. Di certo non è pensabile che l’MPA di Lombardo riesca col suo misero 1% a condizionare Bossi & c. Su questo signore siciliano ci si era già espressi: un movimento strettamente territoriale siciliano a difesa di interessi (Cuffaro e soci) discutibili, che, aggiungendo la parolina magica Sud sul suo simbolo ha cercato, per raccattare qualche voto in più, di far passare l’idea d’un partito a difesa di tutto il Meridione. Cosa ci resta da fare? Per ora aspettare sul fiume, che già puzza d’olezzo mortifero, l’arrivo del cadavere o il meno probabile scintillio delle mirabolanti flotte di cavalieri e guerrieri celtici a cui l’impavido Lombardo indicherà il percorso a mò di neo navigatore satellitare delle problematiche meridionali. In attesa d’un non più procrastinabile risveglio del Sud…. che Iddio ci assista…

Di Andrea Balìa

eleaml.org

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Napoli, 25 Aprile 2008

A chi ha vinto possiamo dire “ buon per loro” e ovviamente a chi ha perso potremmo tirar fuori il vecchio detto “chi è causa del suo mal pianga sé stesso”. Il problema però è un altro, almeno dal nostro punto di vista: cosa cambia per il nostro Sud? Nei fatti, come ampiamente sostenuto, non credevamo già prima che nessuno dei due schieramenti principali contendenti offrisse, non avendone capacità e possibilità, prospettive e soluzioni serie per il Meridione. Ora comunque uno schieramento ha vinto ed a quello dobbiamo rivolgerci o su quello riflettere avendo esso ereditato il governo. Noi, come altri, avevamo sostenuto l’inutilità d’appoggiare con il voto una delle due coalizioni, ma evidentemente e invece molti meridionali non l’hanno pensata così. Una prima domanda sorge spontanea da fare ai nostri conterranei che sono diligentemente e pieni di speranza andati alle urne: credevate davvero – per quelli che hanno votato il PD - che una coalizione erede del vecchio governo potesse rivincere dimenticandosi (a torto o a ragione) della sua componente popolare? E non a caso molti voti finiti alla LEGA provengono proprio da lì. Credete davvero – per quelli che hanno votato PDL – che una coalizione che contiene la LEGA NORD possa fare i nostri interessi? Scusate, ma è normale, è fisiologico: ammesso avessimo vinto le elezioni con una, purtroppo al momento fantomatica, formazione politica sudista secondo voi saremmo andati al governo a difendere il Nord? A me, e non è un problema di destra o sinistra, sembra per chi lo ha fatto una vocazione masochista molto preoccupante. Siamo seri, chi ha votato lo ha fatto o per interessi personali o perché si sente ancora facente parte di vecchie ideologie. In ogni caso, inconsapevolmente o con menefreghismo, ha fatto una cosa gravissima: ha votato contro il Sud. Doveva starsene a casa o doveva, ancor meglio, andare ad annullare con una scritta la propria scheda. Di certo non è pensabile che l’MPA di Lombardo riesca col suo misero 1% a condizionare Bossi & c. Su questo signore siciliano ci si era già espressi: un movimento strettamente territoriale siciliano a difesa di interessi (Cuffaro e soci) discutibili, che, aggiungendo la parolina magica Sud sul suo simbolo ha cercato, per raccattare qualche voto in più, di far passare l’idea d’un partito a difesa di tutto il Meridione. Cosa ci resta da fare? Per ora aspettare sul fiume, che già puzza d’olezzo mortifero, l’arrivo del cadavere o il meno probabile scintillio delle mirabolanti flotte di cavalieri e guerrieri celtici a cui l’impavido Lombardo indicherà il percorso a mò di neo navigatore satellitare delle problematiche meridionali. In attesa d’un non più procrastinabile risveglio del Sud…. che Iddio ci assista…

Di Andrea Balìa

eleaml.org

Peer to peer? Sarkonò!



di Loris “snail” D'Emilio - Megachip.info
La Commissione Europea approva l'emendamento Cappato-Pannella che tutela il diritto di accesso a Internet. Bocciata la "tolleranza zero" proposta dal Presidente francese per chi scambia file protetti dal diritto d'autore sulla Rete.Non è una Direttiva, non ha valore vincolante per i singoli Stati, ma è già qualcosa: per lo meno una chiara presa di posizione contro la criminalizzazione dello scambio di file protetti su Internet con i programmi “peer to peer”.
Mercoledì scorso l'eurodeputato francese Guy Bono ha presentato un documento dal titolo “Le industrie culturali in Europa” per chiedere nuovi finanziamenti europei in favore della cultura; i deputati radicali Pannella e Cappato hanno proposto un emendamento al documento che invita Commissione e Consiglio a
“evitare l'adozione di misure in contrasto con le libertà civili, i diritti umani e i principi di proporzionalità, efficacia e dissuasività, quali l'interruzione dell'accesso a Internet che sono sproporzionate rispetto ai principi dell'efficacia e della dissuasione che vorrebbero perseguire ”
poiché
“Internet costituisce un ampio spazio per l'espressione della cultura, l'accesso alla conoscenza, la partecipazione democratica alla creatività europea, la coesione tra le generazioni grazie alla società dell'informazione”.
Con 314 voti favorevoli e 297 il Parlamento Europeo si è pronunciato in favore dell'emendamento proposto dai due deputati radicali, dando così un preciso segnale ai Governi nazionali, in particolare a quello francese. Nicolas Sarkozy ha firmato recentemente il Memorandum of Understanding (documento a tutela dei diritti di major e artisti) associando il peer-to-peer alla distruzione della cultura. Secondo il presidente francese, infatti, gli ISP (Internet Service Providers) devono essere i primi “controllori della Rete” e, qualora identifichino un utente intento a scaricare materiale protetto dal diritto d'autore, dopo due avvisi a smettere con il download illegale dovrebbero passare alla risoluzione del contratto chiudendo la connessione alla Rete e fornendo i dati dell'utente alle autorità (“third-strike theory”). Intento dichiarato di Sarkozy era promulgare una legge per la tutela del copyright in Francia e sottoporlo agli altri Stati membri durante il prossimo semestre di presidenza dell'Unione Europea.
Un voto dunque quanto mai utile e tempestivo: spiega infatti Marco Cappato
“Se da un lato il rapporto (quello di Guy Bono, ndr) chiede protezione per la cosiddetta proprietà intellettuale, dall'altro si dichiara contrario alla criminalizzazione dei consumatori che non perseguono profitto. Il nostro emendamento era fondamentale per allontanare l'ipotesi, sollevata in Francia e Svezia, che la violazione del diritto d'autore potesse essere punita con l'interruzione dell'accesso a internet. Un'ipotesi illiberale e coercitiva, oltre che inapplicabile. Come impedire l'accesso alla rete di una persona in un internet point o attraverso una rete wireless aperta? È inaccettabile pensare di limitare le libertà di un individuo bloccando la connessione a internet, oggi sempre più strumento di comunicazione, di lavoro e di dialogo con la pubblica amministrazione. Fortunatamente questa visione ideologica è stata oggi respinta dal voto degli europarlamentari”.
Il parlamento europeo si è quindi pronunciato con un secco “no” alla “dottrina Sarkozy” riguardo la proprietà intellettuale, un tema che vede da alcuni anni un braccio di ferro tra i fautori, parlamentari e lobby delle major, di una legislazione rigida sul copyright, i brevetti e la tutela dei marchi e chi vede nella condivisione della conoscenza, della musica e delle immagini un diritto universale.
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di Loris “snail” D'Emilio - Megachip.info
La Commissione Europea approva l'emendamento Cappato-Pannella che tutela il diritto di accesso a Internet. Bocciata la "tolleranza zero" proposta dal Presidente francese per chi scambia file protetti dal diritto d'autore sulla Rete.Non è una Direttiva, non ha valore vincolante per i singoli Stati, ma è già qualcosa: per lo meno una chiara presa di posizione contro la criminalizzazione dello scambio di file protetti su Internet con i programmi “peer to peer”.
Mercoledì scorso l'eurodeputato francese Guy Bono ha presentato un documento dal titolo “Le industrie culturali in Europa” per chiedere nuovi finanziamenti europei in favore della cultura; i deputati radicali Pannella e Cappato hanno proposto un emendamento al documento che invita Commissione e Consiglio a
“evitare l'adozione di misure in contrasto con le libertà civili, i diritti umani e i principi di proporzionalità, efficacia e dissuasività, quali l'interruzione dell'accesso a Internet che sono sproporzionate rispetto ai principi dell'efficacia e della dissuasione che vorrebbero perseguire ”
poiché
“Internet costituisce un ampio spazio per l'espressione della cultura, l'accesso alla conoscenza, la partecipazione democratica alla creatività europea, la coesione tra le generazioni grazie alla società dell'informazione”.
Con 314 voti favorevoli e 297 il Parlamento Europeo si è pronunciato in favore dell'emendamento proposto dai due deputati radicali, dando così un preciso segnale ai Governi nazionali, in particolare a quello francese. Nicolas Sarkozy ha firmato recentemente il Memorandum of Understanding (documento a tutela dei diritti di major e artisti) associando il peer-to-peer alla distruzione della cultura. Secondo il presidente francese, infatti, gli ISP (Internet Service Providers) devono essere i primi “controllori della Rete” e, qualora identifichino un utente intento a scaricare materiale protetto dal diritto d'autore, dopo due avvisi a smettere con il download illegale dovrebbero passare alla risoluzione del contratto chiudendo la connessione alla Rete e fornendo i dati dell'utente alle autorità (“third-strike theory”). Intento dichiarato di Sarkozy era promulgare una legge per la tutela del copyright in Francia e sottoporlo agli altri Stati membri durante il prossimo semestre di presidenza dell'Unione Europea.
Un voto dunque quanto mai utile e tempestivo: spiega infatti Marco Cappato
“Se da un lato il rapporto (quello di Guy Bono, ndr) chiede protezione per la cosiddetta proprietà intellettuale, dall'altro si dichiara contrario alla criminalizzazione dei consumatori che non perseguono profitto. Il nostro emendamento era fondamentale per allontanare l'ipotesi, sollevata in Francia e Svezia, che la violazione del diritto d'autore potesse essere punita con l'interruzione dell'accesso a internet. Un'ipotesi illiberale e coercitiva, oltre che inapplicabile. Come impedire l'accesso alla rete di una persona in un internet point o attraverso una rete wireless aperta? È inaccettabile pensare di limitare le libertà di un individuo bloccando la connessione a internet, oggi sempre più strumento di comunicazione, di lavoro e di dialogo con la pubblica amministrazione. Fortunatamente questa visione ideologica è stata oggi respinta dal voto degli europarlamentari”.
Il parlamento europeo si è quindi pronunciato con un secco “no” alla “dottrina Sarkozy” riguardo la proprietà intellettuale, un tema che vede da alcuni anni un braccio di ferro tra i fautori, parlamentari e lobby delle major, di una legislazione rigida sul copyright, i brevetti e la tutela dei marchi e chi vede nella condivisione della conoscenza, della musica e delle immagini un diritto universale.

sabato 26 aprile 2008

MAMMA LI TURCHI 1-2-3


Quello che vedete nella foto è Luca Zaia, della Lega.
Quasi sicuramente sarà il prossimo Ministro per le Politiche Agricole.
Vice Presidente della Regione Veneto. Dottore in Agraria. Non sono riuscito a scoprire se è Agronomo.
Cosa ha fatto nel passato?
- ha introdotto nei bilanci provinciali la finanza creativa: swap e rating;
- ha creato il Progetto Rotatorie, con oltre 300 gli incroci trasformati in rotonde;
- ha dichiarato il 7 novembre 2006 "la mia è una continua battaglia contro le lobby del Sud che non perdono occasione per far pressione sul governo e cercare di prendere tutto il possibile, salvo poi non saper dimostrare di utilizzare le risorse per creare ricchezza".
Certo è che si uniformerà alla politica agricola "continentale" e non a quella "mediterranea".
Dalla padella alla brace.
Spero solo in un ravvedimento ... è pur sempre un collega, e se all'Assessorato Regionale all'Agricoltura verrà riconfermato, come pare, il prof. Giovanni La Via, avrà di che "combattere".
Caro Giovanni, riserva un pò del tuo tempo per riprendere il tuo posto di professore e dai, per favore, qualche lezione al nostro collega ... prima che compia l'equazione "Agricoltura=Padania".
Ed il nuovo Governatore on.le Raffaele Lombardo inghiotte silentemente questa scelta? O affiancherà al Ministro il mitico on.le Giuseppe Reina, che noi tutti sconosciamo sia di aspetto che di pensiero?

Ecco il profilo dell'annunciato Ministro per le Politiche Agricole,il Trevigiano quarantenne Luca Zaia.Diplomato alla Scuola Enologica di Conegliano Veneto,laureato successivamente in Scienze per le Produzioni Anilmali ad Udine.Alcuni amici lo chiamano " er pomata " per via dei capelli tirati indietro con il gel, ex pierre della discoteca Manhattan.E' un esperto in vini ed il rilancio del radicchio rosso di Treviso (alcuni semi di detta ortiva orbitano sullo Shuttle).L'agricoltura è stata sempre la sua vocazione.Il suo programma comincia con il motto " la difesa dell'agricoltura = alla difesa della nostra identità ".Vuol riprendere attivamente,la coltivazione delle barbabietole,la revisione delle quote latte (un cartone su due è latte straniero),la sicurezza alimentare,i pericoli della globalizzazione,no all'Ecopass,gli OGM (questione complessa da rivedere),Durante la Presidenza della provincia di Treviso si è occupato di diserbo lungo le strade provinciali,utilizzando " asini bruca erba ",anzichè diserbanti chimici o falcia erba. Detti equini sono ritenuti più efficienti !Quindi? Politica agricola continentale e non mediterranea!
Quanto basta per acquistare dosi massicce di antidepressivi!

Eccolo qui, il nuovo Ministro in pectore all'Agricoltura, Luca Zaia.
Festeggia un suo compleanno, ma nel frattempo una pattuglia della Polstrada lo sorprende a correre lungo l'autostrada A27 nei pressi di Conegliano a 193 chilometri l'ora, e gli recapita la multa da 407 euro e la notifica di ritiro della patente.
A quel punto lui che fa? La battaglia per adeguare i limiti di velocità!
Nel Dicastero farà "galoppare" tutti gli impiegati, o se ne starà tranquillo a pensare ai verdi campi?
Cercando di scoprire se è stato scelto per la sua capacità professionale, scopro che è laureato in Scienze della Produzione Animale.
Ho cercato nei vari Ordini del Veneto e non risulta essere iscritto, forse non è nemmeno abilitato. Ma questo non importa.
Mi importa di più che lo spacciano come laureato in Agraria, e non è così!

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Quello che vedete nella foto è Luca Zaia, della Lega.
Quasi sicuramente sarà il prossimo Ministro per le Politiche Agricole.
Vice Presidente della Regione Veneto. Dottore in Agraria. Non sono riuscito a scoprire se è Agronomo.
Cosa ha fatto nel passato?
- ha introdotto nei bilanci provinciali la finanza creativa: swap e rating;
- ha creato il Progetto Rotatorie, con oltre 300 gli incroci trasformati in rotonde;
- ha dichiarato il 7 novembre 2006 "la mia è una continua battaglia contro le lobby del Sud che non perdono occasione per far pressione sul governo e cercare di prendere tutto il possibile, salvo poi non saper dimostrare di utilizzare le risorse per creare ricchezza".
Certo è che si uniformerà alla politica agricola "continentale" e non a quella "mediterranea".
Dalla padella alla brace.
Spero solo in un ravvedimento ... è pur sempre un collega, e se all'Assessorato Regionale all'Agricoltura verrà riconfermato, come pare, il prof. Giovanni La Via, avrà di che "combattere".
Caro Giovanni, riserva un pò del tuo tempo per riprendere il tuo posto di professore e dai, per favore, qualche lezione al nostro collega ... prima che compia l'equazione "Agricoltura=Padania".
Ed il nuovo Governatore on.le Raffaele Lombardo inghiotte silentemente questa scelta? O affiancherà al Ministro il mitico on.le Giuseppe Reina, che noi tutti sconosciamo sia di aspetto che di pensiero?

Ecco il profilo dell'annunciato Ministro per le Politiche Agricole,il Trevigiano quarantenne Luca Zaia.Diplomato alla Scuola Enologica di Conegliano Veneto,laureato successivamente in Scienze per le Produzioni Anilmali ad Udine.Alcuni amici lo chiamano " er pomata " per via dei capelli tirati indietro con il gel, ex pierre della discoteca Manhattan.E' un esperto in vini ed il rilancio del radicchio rosso di Treviso (alcuni semi di detta ortiva orbitano sullo Shuttle).L'agricoltura è stata sempre la sua vocazione.Il suo programma comincia con il motto " la difesa dell'agricoltura = alla difesa della nostra identità ".Vuol riprendere attivamente,la coltivazione delle barbabietole,la revisione delle quote latte (un cartone su due è latte straniero),la sicurezza alimentare,i pericoli della globalizzazione,no all'Ecopass,gli OGM (questione complessa da rivedere),Durante la Presidenza della provincia di Treviso si è occupato di diserbo lungo le strade provinciali,utilizzando " asini bruca erba ",anzichè diserbanti chimici o falcia erba. Detti equini sono ritenuti più efficienti !Quindi? Politica agricola continentale e non mediterranea!
Quanto basta per acquistare dosi massicce di antidepressivi!

Eccolo qui, il nuovo Ministro in pectore all'Agricoltura, Luca Zaia.
Festeggia un suo compleanno, ma nel frattempo una pattuglia della Polstrada lo sorprende a correre lungo l'autostrada A27 nei pressi di Conegliano a 193 chilometri l'ora, e gli recapita la multa da 407 euro e la notifica di ritiro della patente.
A quel punto lui che fa? La battaglia per adeguare i limiti di velocità!
Nel Dicastero farà "galoppare" tutti gli impiegati, o se ne starà tranquillo a pensare ai verdi campi?
Cercando di scoprire se è stato scelto per la sua capacità professionale, scopro che è laureato in Scienze della Produzione Animale.
Ho cercato nei vari Ordini del Veneto e non risulta essere iscritto, forse non è nemmeno abilitato. Ma questo non importa.
Mi importa di più che lo spacciano come laureato in Agraria, e non è così!

venerdì 25 aprile 2008

IN ATTESA DEL FEDERALISMO E DEL PONTE SULLO STRETTO


Scritto da Benny Calasanzio
giovedì 24 aprile 2008 10:14

La serietà non è berlusconiana. Cominciano le figuracce

Vedete, Prodi non mi manca più di tanto. Ce l'ho ancora con lui per essere stato il garante dell'indulto e il protettore di Mastella e di tutte le sue porcate. Però comincio avere nostalgia di due cose che gli sono sempre state riconosciute, da me e da tutti: la serietà e lo stile. Valium si, ma con stile. Berlusconi non ha ancora ricevuto l'incarico, e già comincia a fare puttanate. Internazionali si intende, quelle nostrane ormai passano inosservate. Siccome io sono uno che non si abitua, le voglio sottolineare, una per una, per cinque anni. Anche perchè in Italia queste cose non fanno notizia. Devo dire che le tv di regime funzionano già alla grande. Sono ben oleate. 18 Aprile 2008, Porto Rotondo: Berlusconi, che non è ancora Presidente del Consiglio, si atteggia già da tale e da semplice parlamentare di opposizione invita in Italia e lo riceve ufficialmente il presidente Russo Vladimir Putin. Parlano di Alitalia, dello splendido rapporto tra Russia e Italia. Ad un tratto una giornalista russa, Natalia Melikova, della Nezavsinaya Gazeta, chiede a Putin se è vero che sta per lasciare la sua compagna e sposare la campionessa e deputata della Russia Unita Alina Kabaeva. Non è una domanda da gossip, come la maggior parte degli italiani ha pensato. In Russia quest'anno è dedicato alla sacralità della famiglia e di quei valori. Era vero che Putin, grande padre della patria e censore irreprensibile, lasciasse sua moglie per una giovane ex olimpionica? Mentre Putin evita di rispondere, irrigidito e incazzato nero, Silvio, detto "lo stemperatore", mima una mitragliata alla giornalista indiscreta. Piccolo particolare. Nell'era Putin sono stati uccisi in Russia 20 giornalisti. Nemmeno in guerra accadono queste cose. Forse a Berlusconi non l'hanno detto. La giornalista, che queste cose le sa bene, scoppia in lacrime e sa che pagherà cara quella domanda, ma non con la morte, in teoria. Anche se, in passato, Elena Tregubova, una giornalista, ebbe un avvicinamento con Putin. Quando però divenne critica nei confronti del presidente, un ordigno esplose sotto casa sua. Ora vive in esilio. Dimenticavo: mi dispiace, ma nessun tg vi ha fatto vedere la scena della mitragliata. Ve la regalo io. E questa era la prima. Ora passiamo alla Spagna. Il telegiornale della Tve fa un servizio su alcune frasi dell'uomo di palstica: “Zapatero avrà una certa difficoltà, troppe donne nel suo governo”. Ora, la Spagna è l'unica nazione in cui il ministro della difesa è una donna. Si scatena un casino senza precedenti. Le reazioni sono violentissime. In Italia nessuna notizia. Ve le fornisco io (da Voglio Scendere): c
ritiche feroci dalle neoministre Bibiana Aido e Magdalena Alvarez, ma anche da Esperanza Aguirre, presidente del Comune di Madrid (Partito Popolare, centrodestra): “Questo è il secolo delle donne, e una delle cose migliori del presidente è stata la nomina di così tante donne nel governo”. Il socialista Alfonso Guerra ha sintetizzato il comune sentire iberico con una frase lapidaria: “Berlusconi è un delinquente, non c’è altro da dire su questo signore”. (
Qui una delle pagine spagnole). Calmi signori, non abbiamo ancora inziato.

p://www.19luglio1992.com
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Scritto da Benny Calasanzio
giovedì 24 aprile 2008 10:14

La serietà non è berlusconiana. Cominciano le figuracce

Vedete, Prodi non mi manca più di tanto. Ce l'ho ancora con lui per essere stato il garante dell'indulto e il protettore di Mastella e di tutte le sue porcate. Però comincio avere nostalgia di due cose che gli sono sempre state riconosciute, da me e da tutti: la serietà e lo stile. Valium si, ma con stile. Berlusconi non ha ancora ricevuto l'incarico, e già comincia a fare puttanate. Internazionali si intende, quelle nostrane ormai passano inosservate. Siccome io sono uno che non si abitua, le voglio sottolineare, una per una, per cinque anni. Anche perchè in Italia queste cose non fanno notizia. Devo dire che le tv di regime funzionano già alla grande. Sono ben oleate. 18 Aprile 2008, Porto Rotondo: Berlusconi, che non è ancora Presidente del Consiglio, si atteggia già da tale e da semplice parlamentare di opposizione invita in Italia e lo riceve ufficialmente il presidente Russo Vladimir Putin. Parlano di Alitalia, dello splendido rapporto tra Russia e Italia. Ad un tratto una giornalista russa, Natalia Melikova, della Nezavsinaya Gazeta, chiede a Putin se è vero che sta per lasciare la sua compagna e sposare la campionessa e deputata della Russia Unita Alina Kabaeva. Non è una domanda da gossip, come la maggior parte degli italiani ha pensato. In Russia quest'anno è dedicato alla sacralità della famiglia e di quei valori. Era vero che Putin, grande padre della patria e censore irreprensibile, lasciasse sua moglie per una giovane ex olimpionica? Mentre Putin evita di rispondere, irrigidito e incazzato nero, Silvio, detto "lo stemperatore", mima una mitragliata alla giornalista indiscreta. Piccolo particolare. Nell'era Putin sono stati uccisi in Russia 20 giornalisti. Nemmeno in guerra accadono queste cose. Forse a Berlusconi non l'hanno detto. La giornalista, che queste cose le sa bene, scoppia in lacrime e sa che pagherà cara quella domanda, ma non con la morte, in teoria. Anche se, in passato, Elena Tregubova, una giornalista, ebbe un avvicinamento con Putin. Quando però divenne critica nei confronti del presidente, un ordigno esplose sotto casa sua. Ora vive in esilio. Dimenticavo: mi dispiace, ma nessun tg vi ha fatto vedere la scena della mitragliata. Ve la regalo io. E questa era la prima. Ora passiamo alla Spagna. Il telegiornale della Tve fa un servizio su alcune frasi dell'uomo di palstica: “Zapatero avrà una certa difficoltà, troppe donne nel suo governo”. Ora, la Spagna è l'unica nazione in cui il ministro della difesa è una donna. Si scatena un casino senza precedenti. Le reazioni sono violentissime. In Italia nessuna notizia. Ve le fornisco io (da Voglio Scendere): c
ritiche feroci dalle neoministre Bibiana Aido e Magdalena Alvarez, ma anche da Esperanza Aguirre, presidente del Comune di Madrid (Partito Popolare, centrodestra): “Questo è il secolo delle donne, e una delle cose migliori del presidente è stata la nomina di così tante donne nel governo”. Il socialista Alfonso Guerra ha sintetizzato il comune sentire iberico con una frase lapidaria: “Berlusconi è un delinquente, non c’è altro da dire su questo signore”. (
Qui una delle pagine spagnole). Calmi signori, non abbiamo ancora inziato.

p://www.19luglio1992.com

giovedì 24 aprile 2008

IL GENOCIDIO ARMENO



25 Aprile 1915 Il Genocidio Armeno




Ricordiamo in questa data il genocidio, fisico e culturale, del fratello Popolo Armeno




Tra il 24, che resta a segnare la data commemorativa del genocidio, ed il 25 aprile, 2345 notabili armeni vengono arrestati mentre tra il maggio ed il luglio del 1915 gli armeni delle province orientali di Erzerum, Bitlis, Van, Diyarbakir, Trebisonda, Sivas e Kharput vengono sterminati. Solo i residenti della provincia di Van riescono a riparare in Russia grazie ad una provvidenziale avanzata dell'esercito sovietico. Nelle città viene diffuso un bando che intima alla popolazione armena di prepararsi per essere deportata; si formano così grandi colonne nelle quali gli uomini validi vengono raggruppati, portati al di fuori delle città e qui sterminati. Il resto della popolazione viene indirizzato verso Aleppo ma la città verrà raggiunta solo da pochi superstiti: i nomadi curdi, l'ostilità della popolazione turca, i tchété e le inumane condizioni a cui sono sottoposti fanno si che i deportati periscano in gran numero lungo il cammino. Dopo la conclusione delle operazioni neppure un armeno era rimasto in vita in queste province. La seconda parte del piano prevedeva il genocidio della popolazione armena restante, sparsa su tutto il resto del territorio. Tra l'agosto del 1915 ed il luglio del 1916 gli armeni catturati vengono riuniti in carovane e, malgrado le condizioni inumane cui vengono costretti, riescono a raggiungere quasi integre Aleppo mentre un'altra parte di deportati viene diretta verso Deir es-Zor, in Mesopotamia. Lungo il cammino, i prigionieri, lasciati senza cibo, acqua e scorta, muoiono a migliaia. Per i pochi sopravvissuti la sorte non sarà migliore: periranno di stenti nel deserto o bruciati vivi rinchiusi in caverne. A queste atrocità scamperanno solo gli armeni di Costantinopoli, vicini alle ambasciate europee, quelli di Smirne, protetti dal generale tedesco Liman Von Sanders, gli armeni del Libano e quelli palestinesi. Il consuntivo numerico di questo piano criminale risulta alla fine:
da 1.000.000 a 1.500.000 di armeni vengono eliminati nelle manieri più atroci. In pratica i due terzi della popolazione armena residente nell'Impero Ottomano è stata soppressa e, regioni per millenni abitate da armeni, non vedranno più, in futuro, nemmeno uno di essi.
circa 100.000 bambini vengono prelevati da famiglie turche o curde e da esse allevati smarrendo così la propria fede e la propria lingua.
Considerando tutti gli armeni scampati al massacro il loro numero non supera le 600.000.


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25 Aprile 1915 Il Genocidio Armeno




Ricordiamo in questa data il genocidio, fisico e culturale, del fratello Popolo Armeno




Tra il 24, che resta a segnare la data commemorativa del genocidio, ed il 25 aprile, 2345 notabili armeni vengono arrestati mentre tra il maggio ed il luglio del 1915 gli armeni delle province orientali di Erzerum, Bitlis, Van, Diyarbakir, Trebisonda, Sivas e Kharput vengono sterminati. Solo i residenti della provincia di Van riescono a riparare in Russia grazie ad una provvidenziale avanzata dell'esercito sovietico. Nelle città viene diffuso un bando che intima alla popolazione armena di prepararsi per essere deportata; si formano così grandi colonne nelle quali gli uomini validi vengono raggruppati, portati al di fuori delle città e qui sterminati. Il resto della popolazione viene indirizzato verso Aleppo ma la città verrà raggiunta solo da pochi superstiti: i nomadi curdi, l'ostilità della popolazione turca, i tchété e le inumane condizioni a cui sono sottoposti fanno si che i deportati periscano in gran numero lungo il cammino. Dopo la conclusione delle operazioni neppure un armeno era rimasto in vita in queste province. La seconda parte del piano prevedeva il genocidio della popolazione armena restante, sparsa su tutto il resto del territorio. Tra l'agosto del 1915 ed il luglio del 1916 gli armeni catturati vengono riuniti in carovane e, malgrado le condizioni inumane cui vengono costretti, riescono a raggiungere quasi integre Aleppo mentre un'altra parte di deportati viene diretta verso Deir es-Zor, in Mesopotamia. Lungo il cammino, i prigionieri, lasciati senza cibo, acqua e scorta, muoiono a migliaia. Per i pochi sopravvissuti la sorte non sarà migliore: periranno di stenti nel deserto o bruciati vivi rinchiusi in caverne. A queste atrocità scamperanno solo gli armeni di Costantinopoli, vicini alle ambasciate europee, quelli di Smirne, protetti dal generale tedesco Liman Von Sanders, gli armeni del Libano e quelli palestinesi. Il consuntivo numerico di questo piano criminale risulta alla fine:
da 1.000.000 a 1.500.000 di armeni vengono eliminati nelle manieri più atroci. In pratica i due terzi della popolazione armena residente nell'Impero Ottomano è stata soppressa e, regioni per millenni abitate da armeni, non vedranno più, in futuro, nemmeno uno di essi.
circa 100.000 bambini vengono prelevati da famiglie turche o curde e da esse allevati smarrendo così la propria fede e la propria lingua.
Considerando tutti gli armeni scampati al massacro il loro numero non supera le 600.000.


APPELLO DEL PARTITO DEL SUD


I risultati della primavera elettorale ci restituiscono una Italia il cui baricentro economico-politico è chiaramente spostato a Nord. La Lega Nord ha basato il suo consenso sull'impegno ad attuare un federalismo fiscale che nasce dalla insofferenza di questa formazione al vincolo di solidarietà nazionale. Lombardo ha affermato più volte di volere, come Bossi, più autonomia da Roma. Su questo punto va fatta chiarezza. A Lombardo dico che una cosa è rivendicare l'autonomia per un'area che vanta un prodotto interno lordo superiore alla media nazionale, una cosa, alquanto diversa, è la rivendicazione dell'autonomia in un'area sottosviluppata che soffre un deficit infrastrutturale enorme, uno scarso sviluppo industriale ed alto indice di disoccupazione. Tuttavia più che a pensare in una ottica "anti-lombardo" io credo che occorre rimboccarsi le maniche contribuendo, ognuno per la sua parte, a costruire un soggetto di rappresenza e difesa degli interessi della Sicilia e del Sud con la consapevolezza che le forze contrarie stanno a Nord e che queste forze, domani siederanno al Governo nazionale con il PDL. Questo appello è rivolto anche a chi si illude che i deputati di questi gruppo troveranno la dignità e l'orgoglio di scontrarsi con il loro "comando"di Roma se a prevalere saranno scelte politiche filoleghiste in salsa anti-sud. L'MPA ?L'MPA sta con il PDL a Roma ed ancor più a Palermo.Il Partito del Sud c'è. 4000 siciliani liberi una settimana fa hanno deciso, in totale libertà, di dare fiducia a questo soggetto politico siciliano e meridionale.

Chi pensa di ricominciare daccapo, ancora una volta, è chiamato a riflettere.


Erasmo Vecchio / Partito del Sud.

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I risultati della primavera elettorale ci restituiscono una Italia il cui baricentro economico-politico è chiaramente spostato a Nord. La Lega Nord ha basato il suo consenso sull'impegno ad attuare un federalismo fiscale che nasce dalla insofferenza di questa formazione al vincolo di solidarietà nazionale. Lombardo ha affermato più volte di volere, come Bossi, più autonomia da Roma. Su questo punto va fatta chiarezza. A Lombardo dico che una cosa è rivendicare l'autonomia per un'area che vanta un prodotto interno lordo superiore alla media nazionale, una cosa, alquanto diversa, è la rivendicazione dell'autonomia in un'area sottosviluppata che soffre un deficit infrastrutturale enorme, uno scarso sviluppo industriale ed alto indice di disoccupazione. Tuttavia più che a pensare in una ottica "anti-lombardo" io credo che occorre rimboccarsi le maniche contribuendo, ognuno per la sua parte, a costruire un soggetto di rappresenza e difesa degli interessi della Sicilia e del Sud con la consapevolezza che le forze contrarie stanno a Nord e che queste forze, domani siederanno al Governo nazionale con il PDL. Questo appello è rivolto anche a chi si illude che i deputati di questi gruppo troveranno la dignità e l'orgoglio di scontrarsi con il loro "comando"di Roma se a prevalere saranno scelte politiche filoleghiste in salsa anti-sud. L'MPA ?L'MPA sta con il PDL a Roma ed ancor più a Palermo.Il Partito del Sud c'è. 4000 siciliani liberi una settimana fa hanno deciso, in totale libertà, di dare fiducia a questo soggetto politico siciliano e meridionale.

Chi pensa di ricominciare daccapo, ancora una volta, è chiamato a riflettere.


Erasmo Vecchio / Partito del Sud.

I "NOSTRI" PARTIGIANI



ALL'ARMI! ALL'ARMI! ALL'ARMI!


Il piemontese nemico del nostro Re, della nostra Monarchia, delle nostre leggi, nemico del patrizio, del borghese, del contadino, nemico di tutti gli ordini militari civili e religiosi; il piemontese che arde città, scanna i fedeli a Dio ed al loro sovrano, fa macello di sacerdoti, svelle dalle loro chiese i vescovi, e per sospetti caccia nelle carceri, negli ergastoli e negli esilii quanti non vede piegar la fronte all'idolo d'ingorda e bugiarda rivoluzione, il piemontese che copre con l'orgoglio la sua nudità, e che si gloria di non sentir pietà nello sgozzar vecchi, vergini, pargoletti, nè ritrosia nel dar di piglio nella roba altrui o pubblica o privata; il piemontese che profana le nostre donne ed i nostri templi, ubriaco di libidine, fabbro di menzogna e d'inganni, schernitore di vittime da lui tradite: il piemontese fugge dinanzi allo scoppio dei nostri moschetti rugginosi; e nelle città dov'egli avea fondate le case di prostituzione ed il servaggio, ormai sventola il vessillo della libertà e della indipendenza del Regno al grido di viva Francesco II. La bandiera del sovrano è già inalberata in Sora. Popoli degli Abruzzi, delle Puglie, delle Calabrie, dei Principati, all'armi! Sopra i gioghi degli Appennini, ciascun macigno è fortezza, ciascun albero è baluardo. Ivi il nemico non potrà ferire alla lontana coi proiettili dei cannoni rigati, né con l'unghie dei cavalli. Combattendo uomo con uomo, egli che non ha fede in Dio e in Gesù Cristo, ne può avere carità de' fratelli, dovrà soccombere al fremito del nostro coraggio, alla forza dei petti devoti alla morte per una causa che merita il sacrificio della vita. All'armi! Le falci, le ronche, i massi valgono nelle nostre mani più che le baionette e le spade. Un milione di anime oppresse si confortano con un grido alla pugna; sessantamila dei nostri stendono le braccia dalle carceri verso di noi; le ombre di diecimila ci dicono vendicateci.. Corriamo dai boschi alle città, dalle province a Napoli. L'arcangelo San Michele ci coprirà col suo scudo, la Vergine Immacolata col suo manto, e faranno vittoriosa la bandiera che appenderemo in voto nel tempio. Il piemontese che ci deride, svilisce, conculca, tiranneggia, spoglia, e uccide con l'ipocrita maschera della libertà, ritorni nei suoi confini tra il Po e le Alpi. Ritorni a noi quel Sovrano che Iddio ci ha dato, e lo fe' generare nelle viscere di una madre santa, e crescere in virtù candido come il giglio, che adorna il borbonico stemma. Francesco II e Sofia, ed i Reali principi c'insegnarono come si debba star saldi ed intrepidi nella battaglia. Vinceremo. I potenti dell'Europa compiranno l'opera nostra rimenando la pace all'Italia; ed il nostro regno all'ombra della religione cattolica e del papato, si riabbellirà di quella gloriosa borbonica dinastica che ci sottrasse ai duri ceppi dei piccoli tiranni, e ci diede ricchezza e franchigia vera, e la indipendenza dallo straniero. All'armi!
Il Comandante in capo CHIAVONE




di Antonio Ciano - "I SAVOIA E IL MASSACRO DEL SUD" - Grandmelò, ROMA, 1996
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ALL'ARMI! ALL'ARMI! ALL'ARMI!


Il piemontese nemico del nostro Re, della nostra Monarchia, delle nostre leggi, nemico del patrizio, del borghese, del contadino, nemico di tutti gli ordini militari civili e religiosi; il piemontese che arde città, scanna i fedeli a Dio ed al loro sovrano, fa macello di sacerdoti, svelle dalle loro chiese i vescovi, e per sospetti caccia nelle carceri, negli ergastoli e negli esilii quanti non vede piegar la fronte all'idolo d'ingorda e bugiarda rivoluzione, il piemontese che copre con l'orgoglio la sua nudità, e che si gloria di non sentir pietà nello sgozzar vecchi, vergini, pargoletti, nè ritrosia nel dar di piglio nella roba altrui o pubblica o privata; il piemontese che profana le nostre donne ed i nostri templi, ubriaco di libidine, fabbro di menzogna e d'inganni, schernitore di vittime da lui tradite: il piemontese fugge dinanzi allo scoppio dei nostri moschetti rugginosi; e nelle città dov'egli avea fondate le case di prostituzione ed il servaggio, ormai sventola il vessillo della libertà e della indipendenza del Regno al grido di viva Francesco II. La bandiera del sovrano è già inalberata in Sora. Popoli degli Abruzzi, delle Puglie, delle Calabrie, dei Principati, all'armi! Sopra i gioghi degli Appennini, ciascun macigno è fortezza, ciascun albero è baluardo. Ivi il nemico non potrà ferire alla lontana coi proiettili dei cannoni rigati, né con l'unghie dei cavalli. Combattendo uomo con uomo, egli che non ha fede in Dio e in Gesù Cristo, ne può avere carità de' fratelli, dovrà soccombere al fremito del nostro coraggio, alla forza dei petti devoti alla morte per una causa che merita il sacrificio della vita. All'armi! Le falci, le ronche, i massi valgono nelle nostre mani più che le baionette e le spade. Un milione di anime oppresse si confortano con un grido alla pugna; sessantamila dei nostri stendono le braccia dalle carceri verso di noi; le ombre di diecimila ci dicono vendicateci.. Corriamo dai boschi alle città, dalle province a Napoli. L'arcangelo San Michele ci coprirà col suo scudo, la Vergine Immacolata col suo manto, e faranno vittoriosa la bandiera che appenderemo in voto nel tempio. Il piemontese che ci deride, svilisce, conculca, tiranneggia, spoglia, e uccide con l'ipocrita maschera della libertà, ritorni nei suoi confini tra il Po e le Alpi. Ritorni a noi quel Sovrano che Iddio ci ha dato, e lo fe' generare nelle viscere di una madre santa, e crescere in virtù candido come il giglio, che adorna il borbonico stemma. Francesco II e Sofia, ed i Reali principi c'insegnarono come si debba star saldi ed intrepidi nella battaglia. Vinceremo. I potenti dell'Europa compiranno l'opera nostra rimenando la pace all'Italia; ed il nostro regno all'ombra della religione cattolica e del papato, si riabbellirà di quella gloriosa borbonica dinastica che ci sottrasse ai duri ceppi dei piccoli tiranni, e ci diede ricchezza e franchigia vera, e la indipendenza dallo straniero. All'armi!
Il Comandante in capo CHIAVONE




di Antonio Ciano - "I SAVOIA E IL MASSACRO DEL SUD" - Grandmelò, ROMA, 1996

La Sez. Romana del PARTITO DEL SUD PARTECIPA A ROMA AL V2 DAY




Ci vediamo il 25 Aprile alle 11 al Parco Schuster, di fronte alla Basilica di San Paolo.




LA LOTTA DEI BRIGANTI CONTINUA!!!









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Ci vediamo il 25 Aprile alle 11 al Parco Schuster, di fronte alla Basilica di San Paolo.




LA LOTTA DEI BRIGANTI CONTINUA!!!









VIVA LA RESISTENZA



Gennaro Capuozzo - Nato a Napoli nel 1932, caduto il 29 settembre 1943. Medaglia d’Oro al Valor militare alla memoria. Apprendista commesso, fu senza dubbio il più giovane degli insorti napoletani che parteciparono al combattimenti contro i tedeschi nelle quattro giornate del settembre 1943. Dopo aver combattuto in via Santa Teresa, fu ucciso da una granata mentre lanciava bombe a mano contro i carri armati tedeschi dal terrazzino dell’istituto delle Filippine. Dice la motivazione della sua Med. d’Oro"Appena dodicenne durante le giornate insurrezionali di Napoli partecipò agli scontri sostenuti contro i tedeschi, dapprima rifornendo di munizioni i patrioti e poi impugnando egli stesso le armi. In uno scontro con carri armati tedeschi, in piedi, sprezzante della morte, tra due insorti che facevano fuoco, con indomito coraggio lanciava bombe a mano fino a che lo scoppio di una granata lo sfracellava sul posto di combattimento insieme al mitragliere che gli era al fianco". Altre tre medaglie d’oro a Filippo Illuminati (13 anni), Pasquale Formisano (17 anni) e Mario Menechini (18 anni).
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Gennaro Capuozzo - Nato a Napoli nel 1932, caduto il 29 settembre 1943. Medaglia d’Oro al Valor militare alla memoria. Apprendista commesso, fu senza dubbio il più giovane degli insorti napoletani che parteciparono al combattimenti contro i tedeschi nelle quattro giornate del settembre 1943. Dopo aver combattuto in via Santa Teresa, fu ucciso da una granata mentre lanciava bombe a mano contro i carri armati tedeschi dal terrazzino dell’istituto delle Filippine. Dice la motivazione della sua Med. d’Oro"Appena dodicenne durante le giornate insurrezionali di Napoli partecipò agli scontri sostenuti contro i tedeschi, dapprima rifornendo di munizioni i patrioti e poi impugnando egli stesso le armi. In uno scontro con carri armati tedeschi, in piedi, sprezzante della morte, tra due insorti che facevano fuoco, con indomito coraggio lanciava bombe a mano fino a che lo scoppio di una granata lo sfracellava sul posto di combattimento insieme al mitragliere che gli era al fianco". Altre tre medaglie d’oro a Filippo Illuminati (13 anni), Pasquale Formisano (17 anni) e Mario Menechini (18 anni).

mercoledì 23 aprile 2008

Sud, la nuova emigrazione


Ricevo questa segnalazione, su di un interessante articolo che posto:

Ogni anno 270 mila persone vanno al Nord
Lavorano, ma le famiglie devono aiutarli

Al ministero dello Sviluppo Economico, il viceministro Sergio D’Antoni ha stimato con i suoi tecnici che si arriva a circa 10 miliardi di euro che per tutti questi motivi (cfr RIMESSE DAL NORD AL SUD PER IL SOSTENTAMENTO DEI PRECARI E DEGLI STUDENTI) (compreso il mancato sviluppo nel Sud) «emigrano» ogni anno dal Mezzogiorno al Nord. Il che non è esattamente il massimo per un Paese che dovrebbe ridurre le distanze tra le due Italie.

Spiega Delio Miotti (Svimez) che da tempo studia la nuova migrazione: «Negli ultimi anni si sta consolidando un trend: più di 120 mila persone all’anno si spostano dal Sud nelle regioni del Centro-Nord cambiando residenza. Sono in gran parte giovani, tra i 20 e i 45 anni, diplomati, ma uno su cinque è laureato. ...Ma se è così, perché questa emigrazione non fa più notizia? «Perché chi emigra —risponde D’Antoni— non ha problemi d’integrazione con la realtà del Nord: spesso è un giovane che usa Internet e parla inglese come i suoi coetanei settentrionali. Non diventa quindi un caso sociale, come negli anni Cinquanta.Quella di adesso è perciò un’emigrazione invisibile, silenziosa ». Eppure ci sono comuni che lentamente si vanno svuotando delle energie migliori. Quelli a più alto tasso migratorio (intorno all’8 per mille annuo) sono in Calabria: Cirò, Petilia Policastro, Dinami, Rocca Imperiale. La zona di Cirò, in provincia di Crotone, tra il ’91 e il 2006 ha visto un calo di popolazione del 34% circa.... Ora non ci sarebbe niente di male se questo fenomeno fosse indice di una società mobile, all’americana. Il fatto è che in Italia questo movimento è a senso unico, con un progressivo impoverimento del Mezzogiorno. .... Altrimenti, in silenzio, i migliori se ne vanno.
Enrico Marro

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Ricevo questa segnalazione, su di un interessante articolo che posto:

Ogni anno 270 mila persone vanno al Nord
Lavorano, ma le famiglie devono aiutarli

Al ministero dello Sviluppo Economico, il viceministro Sergio D’Antoni ha stimato con i suoi tecnici che si arriva a circa 10 miliardi di euro che per tutti questi motivi (cfr RIMESSE DAL NORD AL SUD PER IL SOSTENTAMENTO DEI PRECARI E DEGLI STUDENTI) (compreso il mancato sviluppo nel Sud) «emigrano» ogni anno dal Mezzogiorno al Nord. Il che non è esattamente il massimo per un Paese che dovrebbe ridurre le distanze tra le due Italie.

Spiega Delio Miotti (Svimez) che da tempo studia la nuova migrazione: «Negli ultimi anni si sta consolidando un trend: più di 120 mila persone all’anno si spostano dal Sud nelle regioni del Centro-Nord cambiando residenza. Sono in gran parte giovani, tra i 20 e i 45 anni, diplomati, ma uno su cinque è laureato. ...Ma se è così, perché questa emigrazione non fa più notizia? «Perché chi emigra —risponde D’Antoni— non ha problemi d’integrazione con la realtà del Nord: spesso è un giovane che usa Internet e parla inglese come i suoi coetanei settentrionali. Non diventa quindi un caso sociale, come negli anni Cinquanta.Quella di adesso è perciò un’emigrazione invisibile, silenziosa ». Eppure ci sono comuni che lentamente si vanno svuotando delle energie migliori. Quelli a più alto tasso migratorio (intorno all’8 per mille annuo) sono in Calabria: Cirò, Petilia Policastro, Dinami, Rocca Imperiale. La zona di Cirò, in provincia di Crotone, tra il ’91 e il 2006 ha visto un calo di popolazione del 34% circa.... Ora non ci sarebbe niente di male se questo fenomeno fosse indice di una società mobile, all’americana. Il fatto è che in Italia questo movimento è a senso unico, con un progressivo impoverimento del Mezzogiorno. .... Altrimenti, in silenzio, i migliori se ne vanno.
Enrico Marro

2008.... e si muore ancora per fame....


Jean Ziegler, della commissione diritti umani delle Nazioni Unite, ha chiesto di rimandare di 5 anni l’introduzione dei biocarburanti ottenuti da generi alimentari.Ziegler, che studia in modo particolare il diritto al cibo, sostiene che convertire mais, grano e zucchero in cibo per le macchine sta facendo lievitare i prezzi del cibo, della terra necessaria a coltivarlo e dell’acqua indispensabile per farlo crescere. Specialmente quando le coltivazioni di biocarburanti sono sovvenzionate.
Il
prezzo del grano e’ raddoppiato in un anno e, di questo passo, manca poco al punto in cui le Nazioni più povere non saranno in grado di importare generi alimentari di prima necessità. La sua condanna e’ semplice e chiara: “convertire suolo agricolo produttivo in suolo che produce cibo che viene bruciato come biocombustibile e’ un crimine contro l’umanità”.


La popolazione denutrita in Africa e’ passata dagli 81 milioni nel 1972 ai 202 milioni di persone nel 2002,Secondo la FAO ci sarebbe già abbastanza cibo per 12 miliardi di persone, se non andasse sprecato. Ziegler spiega che “tutte le cause della fame sono umane. E’ un problema di accesso alle risorse, non di sovrappopolazione o di sottoproduzione. Questa situazione può essere cambiata con decisioni umane.”
"Se si vuole coprire il 20 % del bisogno petrolifero con i biocarburanti, come si prevede, non ci sarà più niente da mangiare", avverte l'amministratore delegato di Nestlé Peter Brabeck dalle colonne della NZZ am Sonntag.
Un fatto, a suo dire, "irresponsabile e moralmente inaccettabile".
"È un non senso politico, ha commentato Brabeck, che in aprile lascerà l'incarico di direttore della multinazionale vodese mantenendo soltanto quello di presidente del consiglio d'amministrazione.
Gli Stati Uniti hanno adoperato quest'anno 138 milioni di tonnellate di mais per produrre biocarburanti: una quantità che mancherà all'industria alimentare.
Ciò è deplorevole, poiché si ripercuote anche sull'aumento del prezzo del mais, della soia e del grano. Nel contempo le terre coltivabili si riducono; anche l'acqua è minacciata, secondo Brabeck, il quale ha rammentato che per produrre un litro di bioetanolo occorrono 4'000 litri di acqua, senza contare che il prezzo delle materie prime alimentari è spinto verso l'alto dalla accresciuta domanda che viene dall'Asia.
www.swissinfo.ch e agenzie
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Jean Ziegler, della commissione diritti umani delle Nazioni Unite, ha chiesto di rimandare di 5 anni l’introduzione dei biocarburanti ottenuti da generi alimentari.Ziegler, che studia in modo particolare il diritto al cibo, sostiene che convertire mais, grano e zucchero in cibo per le macchine sta facendo lievitare i prezzi del cibo, della terra necessaria a coltivarlo e dell’acqua indispensabile per farlo crescere. Specialmente quando le coltivazioni di biocarburanti sono sovvenzionate.
Il
prezzo del grano e’ raddoppiato in un anno e, di questo passo, manca poco al punto in cui le Nazioni più povere non saranno in grado di importare generi alimentari di prima necessità. La sua condanna e’ semplice e chiara: “convertire suolo agricolo produttivo in suolo che produce cibo che viene bruciato come biocombustibile e’ un crimine contro l’umanità”.


La popolazione denutrita in Africa e’ passata dagli 81 milioni nel 1972 ai 202 milioni di persone nel 2002,Secondo la FAO ci sarebbe già abbastanza cibo per 12 miliardi di persone, se non andasse sprecato. Ziegler spiega che “tutte le cause della fame sono umane. E’ un problema di accesso alle risorse, non di sovrappopolazione o di sottoproduzione. Questa situazione può essere cambiata con decisioni umane.”
"Se si vuole coprire il 20 % del bisogno petrolifero con i biocarburanti, come si prevede, non ci sarà più niente da mangiare", avverte l'amministratore delegato di Nestlé Peter Brabeck dalle colonne della NZZ am Sonntag.
Un fatto, a suo dire, "irresponsabile e moralmente inaccettabile".
"È un non senso politico, ha commentato Brabeck, che in aprile lascerà l'incarico di direttore della multinazionale vodese mantenendo soltanto quello di presidente del consiglio d'amministrazione.
Gli Stati Uniti hanno adoperato quest'anno 138 milioni di tonnellate di mais per produrre biocarburanti: una quantità che mancherà all'industria alimentare.
Ciò è deplorevole, poiché si ripercuote anche sull'aumento del prezzo del mais, della soia e del grano. Nel contempo le terre coltivabili si riducono; anche l'acqua è minacciata, secondo Brabeck, il quale ha rammentato che per produrre un litro di bioetanolo occorrono 4'000 litri di acqua, senza contare che il prezzo delle materie prime alimentari è spinto verso l'alto dalla accresciuta domanda che viene dall'Asia.
www.swissinfo.ch e agenzie

martedì 22 aprile 2008

La Nuova Resistenza


Di Salvatore Borsellino

Il giorno della verità è arrivato.
Per giorni e giorni abbiamo dovuto subire un Veltroni che tentava goffamente di imitare, senza mai nominarlo caso mai il solo pronunciarne il nome non venisse scambiato per una demonizzazione, Berlusconi.
Non ne possiede però l'arte, l'arte non si improvvisa ma si ottiene solo dopo anni di esercizio come cabarettista sulle navi da crociera.
Insieme tentava, anche qui con scarso successo, di ripetere gli slogan di Obama senza però averne l'appeal da predicatore.
"Possiamo farcela", "Ce la stiamo facendo", "Ce l'abbiamo quasi fatta", "Ce l'abbiamo fatta", fino al definitivo e mesto "Ce l'hanno fatta", e poi di corsa a congratularsi con l'ex nemico dichiarando con soddisfazione "come nello stile delle migliori democrazie occidentali"

Peccato che di "migliore democrazia" in Italia non se ne è mai vista e tanto meno ne vedremo sicuramente in futuro.

E poi ancora a dichiarare pateticamente: "Adesso potremo fare le riforme insieme".
Certo, basterà adattarsi a dire sempre si a quello che deciderà il Cavaliere, una persona adusa a "non fare prigionieri", basterà approvare sempre quello che pretenderà di fare chi fino a pochi giorni fa dichiarava che per concedere la presidenza di una delle Camere all'opposizione avrebbe prima dovuto dimettersi (o meglio ancora morire) il Presidente Napolitano.
Basterà tenere fermi i Magistrati mentre Berlusconi li imbavaglia (e in questo tutta la sinistra può suggerire tecniche raffinatissime già sperimentate nel corso del precedente governo) o mentre vengono sottoposti a eletroshock o lobotomia per guarirli dalle loro turbe mentali.
Basterà suggerire quali elementi contigui alla mafia o alla camorra inserire nella commissione antimafia, tanto a parte Cirino Pomicino o a Alfredo Vito, la scelta è ancora vasta.
Basterà aiutarli a comprare, possibilmente a basso prezzo, qualcuno dei pezzi del patrimonio demaniale che Tremonti, l'uomo della finanza creativa, ha deciso di mettere in vendita per risanare il bilancio statale.
Basterà non opporsi allo smembramento dell'Italia in tante regioni indipendenti e magari aiutarli a fare uscire l'Italia dall'Europa abolendo anche l'euro e ritornando ai baiocchi o ai sesterzi
Veltroni è l'uomo dei miracoli, ma dei miracoli a modo suo: fa resuscitare i morti rivitalizzando e dando nuova vita a un cadavere politico come Berlusconi che a Settembre dell'anno scorso era a un passo dal suicidio per il disfacimento della sua coalizione e per gli insulti e i dileggi di ogni tipo che gli arrivavano da Bossi e dai suoi buffoni di corte, Fini e Casini, e nel contempo riesce a fari dissolvere nel nulla quella parte dell sinistra italiana non omologata all'interno del suo partito.
Che più che un partito somiglia a un prodotto da vendere tramite strategie elaborate attraverso i manuali di marketing per la vendita dei detersivi.
Siamo, questa volta si, l'unico paese europeo dove non esistono più un partito socialista e un partito comunista.
Certo che se i socialisti avessero dovuto essere gli eredi (in tutti i sensi) di Craxi e del Craxismo, non è una gran perdita, ma la mancanza di un partito comunista, e soprattutto di una sinistra estrema in Parlamento significa la mancanza di una valvola di sfogo per una parte delle componenti sociali del nostro paese che può portare a delle conseguenze pericolose e imprevedibili.
Adesso potremo pretendere che Berlusconi mantenga le promesse fatte in campagna elettorale.
Che Mangano sia proclamato eroe nazionale magari insieme a Riina e Provenzano perché come Mangano ha saputo resistere ai magistrati che volevano costringerlo a denunciare i misfatti di Berlusconi e Dell'Utri.
Anche Riina e Provenzano, sotto le peggiori torture come il 41 bis, da abolire quanto prima possibile, non hanno mai rivelato, da veri eroi, con quali settori dei servizi deviati hanno collaborato per allestire le stragi di Capaci e di Via D'Amelio.
Potremo pretendere che i libri di Storia vengano riscritti e che sia eliminato ogni riferimento alla Resistenza, che, probabilmente, non è altro che una leggenda metropolitana, come l'Olocausto.
Potremo pretendere che venga avviata la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina e magari, visto che non è stato promesso anche il potenziamento delle infrastrutture, autostrade e ferrovie siciliane spesso risalenti ancora al periodo borbonico, che Messina venga trasformata in un enorme parcheggio per assorbire il traffico che arriverà a pieno ritmo tramite il ponte ma che non potrà essere smaltito con la stessa velocità.
Anzi forse non è poi così necessario costruire davvero il ponte: basterà fare arrivare i capitali che servirebbero a costruirlo e distribuirli equamente tra "famiglie" siciliane e "´ndrine" calabre, e bisognerà far presto perchè a volte i mafiosi si innervosiscono e magari può succedere un incidente come quello capitato a Salvo Lima per avvertire Andreotti.
Non tutti i mafiosi infatti sono gentili come lo stalliere Mangano che metteva solo qualche bomba per avvertire, perchè "lui è fatto così", come dicevano in una amabile conversazione telefonica Berlusconi e Dell'Utri.
Anzi, a proposito, le intercettazioni andranno ovviamente proibite, a tutti i livelli, tanto per questo l'accordo tra vincitori e vinti è completo. Basterà non sollevare troppe obiezioni se il cavaliere volesse ammettere, come uniche intercettazioni possibili, quelle necessarie per potere individuare, nelle comunicazioni tra i comuni cittadini, il delitto, di "lesa maestà". Scusatemi se tento di scherzare sulle cose tragiche, ma a tentare di farci piangere nei prossimi anni saranno altri a pensarci. Allora, dopo questa disfatta annunciata, bisogna riorganizzarsi e ripartire per una lotta che sarà ancora più dura ma che non per questo ci deve spaventare, anzi ci deve dare più forza e determinazione per affrontarla. Dopo l'assassinio di Paolo seguito a quello di Giovanni anche Antonio Caponnetto aveva detto, in un momento di sconforto, "E' finita, e' finita", ma poi si rialzò e fino alla fine della sua vita continuò a girare l'Italia portando a tutti i giovani che lo incontravano il suo messaggio "RESISTENZA". Una "NUOVA RESISTENZA" è questo il messaggio che ci deve dare l'energia per continuare la nostra lotta. Quanto abbiamo fatto fino ad ora non è bastato, dobbiamo fare di più, la nostra rabbia deve aumentare e dobbiamo comunicarla agli altri ma deve essere una rabbia che porta a costruire, non a distruggere. Paolo e Giovanni sono con noi, dobbiamo riprenderci il nostro paese e realizzare il loro sogno http://www.19luglio1992.com/i
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Di Salvatore Borsellino

Il giorno della verità è arrivato.
Per giorni e giorni abbiamo dovuto subire un Veltroni che tentava goffamente di imitare, senza mai nominarlo caso mai il solo pronunciarne il nome non venisse scambiato per una demonizzazione, Berlusconi.
Non ne possiede però l'arte, l'arte non si improvvisa ma si ottiene solo dopo anni di esercizio come cabarettista sulle navi da crociera.
Insieme tentava, anche qui con scarso successo, di ripetere gli slogan di Obama senza però averne l'appeal da predicatore.
"Possiamo farcela", "Ce la stiamo facendo", "Ce l'abbiamo quasi fatta", "Ce l'abbiamo fatta", fino al definitivo e mesto "Ce l'hanno fatta", e poi di corsa a congratularsi con l'ex nemico dichiarando con soddisfazione "come nello stile delle migliori democrazie occidentali"

Peccato che di "migliore democrazia" in Italia non se ne è mai vista e tanto meno ne vedremo sicuramente in futuro.

E poi ancora a dichiarare pateticamente: "Adesso potremo fare le riforme insieme".
Certo, basterà adattarsi a dire sempre si a quello che deciderà il Cavaliere, una persona adusa a "non fare prigionieri", basterà approvare sempre quello che pretenderà di fare chi fino a pochi giorni fa dichiarava che per concedere la presidenza di una delle Camere all'opposizione avrebbe prima dovuto dimettersi (o meglio ancora morire) il Presidente Napolitano.
Basterà tenere fermi i Magistrati mentre Berlusconi li imbavaglia (e in questo tutta la sinistra può suggerire tecniche raffinatissime già sperimentate nel corso del precedente governo) o mentre vengono sottoposti a eletroshock o lobotomia per guarirli dalle loro turbe mentali.
Basterà suggerire quali elementi contigui alla mafia o alla camorra inserire nella commissione antimafia, tanto a parte Cirino Pomicino o a Alfredo Vito, la scelta è ancora vasta.
Basterà aiutarli a comprare, possibilmente a basso prezzo, qualcuno dei pezzi del patrimonio demaniale che Tremonti, l'uomo della finanza creativa, ha deciso di mettere in vendita per risanare il bilancio statale.
Basterà non opporsi allo smembramento dell'Italia in tante regioni indipendenti e magari aiutarli a fare uscire l'Italia dall'Europa abolendo anche l'euro e ritornando ai baiocchi o ai sesterzi
Veltroni è l'uomo dei miracoli, ma dei miracoli a modo suo: fa resuscitare i morti rivitalizzando e dando nuova vita a un cadavere politico come Berlusconi che a Settembre dell'anno scorso era a un passo dal suicidio per il disfacimento della sua coalizione e per gli insulti e i dileggi di ogni tipo che gli arrivavano da Bossi e dai suoi buffoni di corte, Fini e Casini, e nel contempo riesce a fari dissolvere nel nulla quella parte dell sinistra italiana non omologata all'interno del suo partito.
Che più che un partito somiglia a un prodotto da vendere tramite strategie elaborate attraverso i manuali di marketing per la vendita dei detersivi.
Siamo, questa volta si, l'unico paese europeo dove non esistono più un partito socialista e un partito comunista.
Certo che se i socialisti avessero dovuto essere gli eredi (in tutti i sensi) di Craxi e del Craxismo, non è una gran perdita, ma la mancanza di un partito comunista, e soprattutto di una sinistra estrema in Parlamento significa la mancanza di una valvola di sfogo per una parte delle componenti sociali del nostro paese che può portare a delle conseguenze pericolose e imprevedibili.
Adesso potremo pretendere che Berlusconi mantenga le promesse fatte in campagna elettorale.
Che Mangano sia proclamato eroe nazionale magari insieme a Riina e Provenzano perché come Mangano ha saputo resistere ai magistrati che volevano costringerlo a denunciare i misfatti di Berlusconi e Dell'Utri.
Anche Riina e Provenzano, sotto le peggiori torture come il 41 bis, da abolire quanto prima possibile, non hanno mai rivelato, da veri eroi, con quali settori dei servizi deviati hanno collaborato per allestire le stragi di Capaci e di Via D'Amelio.
Potremo pretendere che i libri di Storia vengano riscritti e che sia eliminato ogni riferimento alla Resistenza, che, probabilmente, non è altro che una leggenda metropolitana, come l'Olocausto.
Potremo pretendere che venga avviata la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina e magari, visto che non è stato promesso anche il potenziamento delle infrastrutture, autostrade e ferrovie siciliane spesso risalenti ancora al periodo borbonico, che Messina venga trasformata in un enorme parcheggio per assorbire il traffico che arriverà a pieno ritmo tramite il ponte ma che non potrà essere smaltito con la stessa velocità.
Anzi forse non è poi così necessario costruire davvero il ponte: basterà fare arrivare i capitali che servirebbero a costruirlo e distribuirli equamente tra "famiglie" siciliane e "´ndrine" calabre, e bisognerà far presto perchè a volte i mafiosi si innervosiscono e magari può succedere un incidente come quello capitato a Salvo Lima per avvertire Andreotti.
Non tutti i mafiosi infatti sono gentili come lo stalliere Mangano che metteva solo qualche bomba per avvertire, perchè "lui è fatto così", come dicevano in una amabile conversazione telefonica Berlusconi e Dell'Utri.
Anzi, a proposito, le intercettazioni andranno ovviamente proibite, a tutti i livelli, tanto per questo l'accordo tra vincitori e vinti è completo. Basterà non sollevare troppe obiezioni se il cavaliere volesse ammettere, come uniche intercettazioni possibili, quelle necessarie per potere individuare, nelle comunicazioni tra i comuni cittadini, il delitto, di "lesa maestà". Scusatemi se tento di scherzare sulle cose tragiche, ma a tentare di farci piangere nei prossimi anni saranno altri a pensarci. Allora, dopo questa disfatta annunciata, bisogna riorganizzarsi e ripartire per una lotta che sarà ancora più dura ma che non per questo ci deve spaventare, anzi ci deve dare più forza e determinazione per affrontarla. Dopo l'assassinio di Paolo seguito a quello di Giovanni anche Antonio Caponnetto aveva detto, in un momento di sconforto, "E' finita, e' finita", ma poi si rialzò e fino alla fine della sua vita continuò a girare l'Italia portando a tutti i giovani che lo incontravano il suo messaggio "RESISTENZA". Una "NUOVA RESISTENZA" è questo il messaggio che ci deve dare l'energia per continuare la nostra lotta. Quanto abbiamo fatto fino ad ora non è bastato, dobbiamo fare di più, la nostra rabbia deve aumentare e dobbiamo comunicarla agli altri ma deve essere una rabbia che porta a costruire, non a distruggere. Paolo e Giovanni sono con noi, dobbiamo riprenderci il nostro paese e realizzare il loro sogno http://www.19luglio1992.com/i

Oggi è il «Giorno della Terra» quattromila eventi per celebrarlo


Scatterà in tutto il mondo la Giornata della Terra edizione 2008. Da New York a Tokyo, da San Francisco a Caracas, da Mosca a Barcellona, passando anche per Roma, il Pianeta conoscerà, oggi, 24 ore di mobilitazione internazionale per fermare i cambiamenti climatici e restituire alla Terra i suoi polmoni verdi.

E lo farà in tanti modi diversi con quasi 4mila eventi già in rubrica sparsi in 174 paesi. A tenere le fila della manifestazione in tutto il mondo sarà l'Earth Day Network, la rete fondata quasi 40 anni fa da Gaylord Nelson, senatore democratico del Wisconsin e organizzatore della prima grande manifestazione per la Terra, che risale al 22 aprile 1970. Questa edizione della Giornata avrà come leit motiv una mobilitazione telefonica: «The Call for Climate». Gli organizzatori invitano i visitatori del sito e i partecipanti agli eventi Earth Day a telefonare ai propri governanti e parlamentari, per spronarli a «mettere in atto leggi rigorose e giuste sui cambiamenti climatici». Per l'Italia è riportato il numero di telefono della Camera dei Deputati (06-67601). Nei soli Stati Uniti d'America l'obiettivo degli attivisti dell'Earth Day è quello di generare un milione di telefonate al Congresso. Impegnato per l'Earth Day anche Lorenzo «Jovanotti», che ha invitato tutti a fare qualcosa per «rispettare l'ambiente nei piccoli gesti quotidiani». Il cantautore toscano sarà inoltre in tv alle 20.40 su Sky Cinema Mania con un'intervista dedicata ai temi dell'ambiente che sarà introdotta dalle note di «Aria non sei più tu», brano ecologista scritto dallo stesso Jovanotti e interpretato da Adriano Celentano.


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Scatterà in tutto il mondo la Giornata della Terra edizione 2008. Da New York a Tokyo, da San Francisco a Caracas, da Mosca a Barcellona, passando anche per Roma, il Pianeta conoscerà, oggi, 24 ore di mobilitazione internazionale per fermare i cambiamenti climatici e restituire alla Terra i suoi polmoni verdi.

E lo farà in tanti modi diversi con quasi 4mila eventi già in rubrica sparsi in 174 paesi. A tenere le fila della manifestazione in tutto il mondo sarà l'Earth Day Network, la rete fondata quasi 40 anni fa da Gaylord Nelson, senatore democratico del Wisconsin e organizzatore della prima grande manifestazione per la Terra, che risale al 22 aprile 1970. Questa edizione della Giornata avrà come leit motiv una mobilitazione telefonica: «The Call for Climate». Gli organizzatori invitano i visitatori del sito e i partecipanti agli eventi Earth Day a telefonare ai propri governanti e parlamentari, per spronarli a «mettere in atto leggi rigorose e giuste sui cambiamenti climatici». Per l'Italia è riportato il numero di telefono della Camera dei Deputati (06-67601). Nei soli Stati Uniti d'America l'obiettivo degli attivisti dell'Earth Day è quello di generare un milione di telefonate al Congresso. Impegnato per l'Earth Day anche Lorenzo «Jovanotti», che ha invitato tutti a fare qualcosa per «rispettare l'ambiente nei piccoli gesti quotidiani». Il cantautore toscano sarà inoltre in tv alle 20.40 su Sky Cinema Mania con un'intervista dedicata ai temi dell'ambiente che sarà introdotta dalle note di «Aria non sei più tu», brano ecologista scritto dallo stesso Jovanotti e interpretato da Adriano Celentano.


lunedì 21 aprile 2008

UNA ANALISI INDIPENDENTISTA DEL VOTO E DELLA SITUAZIONE POLITICA IN SICILIA.



DA FNS FRONTE NAZIONALE SICILIANO:



Comunicato del 21 Aprile 2008


Dopo il voto del 13 e 14 aprile 2008 non basta, non può bastare più accusare l'MPA, come fanno taluni, di copiare i temi e gli item dell'Indipendentismo.

Occorre, più e meglio, una analisi politica dettagliata sul come e sul perché la partitocrazia centralista e con essa, in particolare, l'MPA( che ne è parte) hanno vinto in Sicilia.

Faremmo un cattivo servizio a Noi stessi ed ai Siciliani se imputassimo la vittoria di costoro solo, ed esclusivamente, al loro essere, espressione e sintesi, di un sistema di potere ( cosa che indubitabilmente sono ), ma ciò finirebbe per spiegare solo in parte il loro enorme successo.

Dobbiamo quindi andare un po' oltre i cliché.

Certo dobbiamo pure ammettere poi che, nello specifico, l'MPA, di per sé, per il semplice dirsi, proporsi ed essere veicolato per essere forza autonomista e/o sicilianista, coglie consensi di alcuni settori, sociali e politici, che sicilianisti evidentemente sono.

Come ad esempio spiegare il fatto che tanti , troppi cosiddetti sicilianisti, in prossimità di questa campagna elettorale, si sono eclissati , scomparendo da sedi di partito, dai blog, dai forum per riapparire solo a cose fatte, con quella coerenza e purismo, proprio solo del dopo.

Dove si erano nascosti?

Dobbiamo ammettere che si siano fatti sedurre dalla sirena autonomista dell'MPA o dobbiamo accettare un'altra verità ancor ben più cruda. E cioè quella che in questa nostra AREA si predica bene e si razzola male, anzi malissimo finendo talvolta poi, oltre e al di là delle parole per farsi ascari tra gli ascari?

Crediamo che vi siano, ragioni ed esempi, per dire che sia l'una che l'altra ipotesi sono state messe, in quest'occasione, in campo.

Ma andiamo un po' oltre ed interrogandoci sul perché questi settori, pur consistenti, non hanno saputo o voluto andare oltre la proposta dell'MPA e più in generale del centralismo romano, avvicinandosi, ad esempio, nell'unica competizione in cui era possibile, quella per il Senato, al Rassemblement rappresentato dalla lista PdSud-AM in cui ad esempio erano presenti gruppi Sicilianisti e anche gli Indipendentisti du Frunti Nazziunali Sicilianu Sicilia Indipinnenti?

Partiamo dal dato che oramai il sistema di potere, di cui l'MPA è parte e bastione è una realtà consolidata mentre il Rassemblement del PdSud-AM é nato a ridosso delle ultime Elezioni.

Questo è un primo dato da tenere in conto e da non sottovalutare.

A ciò si aggiunga poi che le occasioni, per le donne e gli uomini di Sicilia, per conoscere il programma e le proposte del Cartello del PdSud sono state esigue, per non dire pressoché nulle.

Questi due dati già servono a determinare il contesto per cui il Rassemblement del PdSud ha poi totalizzato solo 3.736 voti pari in termini percentuali allo 0,149 %.

Ma davvero domandiamoci, poste queste premesse: abbiamo veramente perso?

Partendo, e non poteva essere altrimenti, da un punto di vista Indipendentista, quello appunto du Frunti Nazziunali Sicilianu Sicilia Indipinnenti dobbiamo dire che crediamo di No.

Certo non abbiamo l'ardire di dire e pensare che si sia trattato di una affermazione ma sicuramente, date le condizioni, di una dignitosa presenza nel e sul territorio.

Abbiamo dimostrato di essere vivi e presenti nella nostra Terra.

Sta ora a noi capitalizzare in termini politici questo score minimo di partenza.

Dicemmo subito, in campagna elettorale, ai nostri, nelle nostre riunioni e assemblee, che il nostro primo scopo, come F.N.S., era evidente e manifesto, e cioé quello di dare rappresentanza e riconoscibilità politica all'INDIPENDENTISMO Siciliano.

In ciò credo siamo riusciti,ottenendo un RISULTATO POLITICO comunque rispettabile.

L'obiettivo dell'F.N.S. era dunque quello di restituire rappresentanza elettorale all'INDIPENDENTISMO.

Cera poi un altro evidente, importante motivo che ci spingeva ad essere presenti.

U Frunti Nazziunali Sicilianu Sicilia Indipinnenti, e con esso i suoi alleati nel Cartello del PDSUD- AM erano e restano tra le poche, pochissime forze che potevano e poi realmente hanno saputo e voluto spendersi , in questo round elettorale, per contrastare il bipolarismo italianista e centralista.

Malgrado una Legge elettorale truffa fatta appunto per sottrarre presenza e rappresentanza ai Popoli ( specie del Sud, della Sicilia e della Sardegna), alle Nazioni, e ai Cittadini, abbiamo lottato rappresentando credibilmente la Sicilia Reale, unici a far ciò nel cosiddetto panorama sicilianista, e unici, poi, Noi du Frunti Nazziunali Sicilianu Sicilia Indipinnenti, nell'ambito dell'indipendentismo siciliano.

Mentre Noi ci assumevamo l'onere/onore di dare visibilità all'azione e alla prassi politica indipendentista altri sceglievano il comodo, autoreferenziale ruolo di spettatori, e spesso, per giunta, pontificanti.

Infallibili poiché, come al solito, completamente statici e assenti dall'agone elettorale e politico.

Non sarà che gli stessi che dopo aver provato, in tutti i modi e le salse a presentarsi, sia prima alle Politiche e poi alle elezioni per il rinnovo del Parlamento Siciliano non ci sono riusciti? E che quindi si sono dedicati all'astensione non avendo trovato di meglio?.

Dimostrando che tutto sommato è sempre valida la vecchia storia della volpe e luva.

Noi abbiamo fatto una scelta,coraggiosa e leale. E ci siamo impegnati, con i nostri nomi, volti e con le nostre azioni per restituire visibilità politica all'ideale della Sicilia Nazione.

Ora ad urne chiuse possiamo dire che l'astensionismo è ben altra cosa.

E anche probabile che certi appelli all'astensione abbiano avuto il retrogusto di una pura gelosia sia pure ammantata da sociologismi ricchi di pseudo-dottrina.

Talvolta è sembrato trattarsi di un nuovo, specifico goffo tentativo di evitare il discredito nei loro stessi confronti cercando parimenti di accreditare alcuni gruppetti quasi fossero i rappresentanti, le vestali dell'odierno Indipendentismo Siciliano.

Tentativo non riuscito. La bufala è apparsa subito a tutti evidente!

Detto ciò vorrei però chiarire che queste nostre osservazioni critiche non sono motivate da alcun pregiudizio, ma semmai si fondano sulla esigenza di fare un'analisi completa della realtà politico-elettorale siciliana.

Chiarito ciò vorremmo però condurre più a largo e in modo più proficuo la nostra analisi post elettorale.

Essendo Noi Indipendentisti du F.N.S. un partito ( oltre che un movimento) la nostra analisi sarà legata ad una visione politica, e non solo ad un'analisi sociologica.

Dobbiamo riflettere sul fatto che il messaggio che Noi abbiamo veicolato era scientemente rivolto ad un bacino elettorale socialmente eterogeneo.

Esso non aveva connotazioni di classe , né in senso censuario né in senso di mera caratterizzazione politica.

Ciò è evidente ed ha permesso quindi che il voto dei nostri elettori fosse , nel modo più puro possibile, un evidentemente chiaro VOTO D'OPINIONE.

Voto ancor più prezioso se ci si sofferma a pensare che abbiamo vissuto, prova né fa l'oscuramento totale ed assoluto,l'ostilità dei grandi mezzi di comunicazione, che ci hanno completamente ignorati e snobbati.

Sappiamo certo che la nostra comune campagna, e questo lo diciamo anche, con fraternità, agli amici meridionalisti e sicilianisti, non è stata esente da imprecisioni. Pensiamo, ad esempio, al fatto che il Cartello del PdSud se è , come indubitabilmente è, una aggregazione politica autonoma, non equiparabile ne tanto meno subordinata ad altre organizzazioni italianiste e/o centraliste, esse deve sempre più e meglio rappresentare le proprie proposte non comparandosi, come hanno fatto taluni, troppo spesso, a quelle degli altri.

Ciò ancor più per il fatto che, e su questo Noi Indipendentisti F.N.S., insistiamo esiste una evidente, chiara distanza ideologica e programmatica tra Noi e tutti ( ma proprio tutti) gli altri.

Ora dobbiamo riflettere, insieme ai nostri alleati, sul futuro anche in vista non nascondiamocelo della prossima, ravvicinatissima scadenza amministrativa che vedrà i Siciliani chiamati al rinnovo di 8 Amministrazioni e Consessi provinciali e di diversi, importanti Comuni Siciliani.

ANTUDU! TRINAKRIUS

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DA FNS FRONTE NAZIONALE SICILIANO:



Comunicato del 21 Aprile 2008


Dopo il voto del 13 e 14 aprile 2008 non basta, non può bastare più accusare l'MPA, come fanno taluni, di copiare i temi e gli item dell'Indipendentismo.

Occorre, più e meglio, una analisi politica dettagliata sul come e sul perché la partitocrazia centralista e con essa, in particolare, l'MPA( che ne è parte) hanno vinto in Sicilia.

Faremmo un cattivo servizio a Noi stessi ed ai Siciliani se imputassimo la vittoria di costoro solo, ed esclusivamente, al loro essere, espressione e sintesi, di un sistema di potere ( cosa che indubitabilmente sono ), ma ciò finirebbe per spiegare solo in parte il loro enorme successo.

Dobbiamo quindi andare un po' oltre i cliché.

Certo dobbiamo pure ammettere poi che, nello specifico, l'MPA, di per sé, per il semplice dirsi, proporsi ed essere veicolato per essere forza autonomista e/o sicilianista, coglie consensi di alcuni settori, sociali e politici, che sicilianisti evidentemente sono.

Come ad esempio spiegare il fatto che tanti , troppi cosiddetti sicilianisti, in prossimità di questa campagna elettorale, si sono eclissati , scomparendo da sedi di partito, dai blog, dai forum per riapparire solo a cose fatte, con quella coerenza e purismo, proprio solo del dopo.

Dove si erano nascosti?

Dobbiamo ammettere che si siano fatti sedurre dalla sirena autonomista dell'MPA o dobbiamo accettare un'altra verità ancor ben più cruda. E cioè quella che in questa nostra AREA si predica bene e si razzola male, anzi malissimo finendo talvolta poi, oltre e al di là delle parole per farsi ascari tra gli ascari?

Crediamo che vi siano, ragioni ed esempi, per dire che sia l'una che l'altra ipotesi sono state messe, in quest'occasione, in campo.

Ma andiamo un po' oltre ed interrogandoci sul perché questi settori, pur consistenti, non hanno saputo o voluto andare oltre la proposta dell'MPA e più in generale del centralismo romano, avvicinandosi, ad esempio, nell'unica competizione in cui era possibile, quella per il Senato, al Rassemblement rappresentato dalla lista PdSud-AM in cui ad esempio erano presenti gruppi Sicilianisti e anche gli Indipendentisti du Frunti Nazziunali Sicilianu Sicilia Indipinnenti?

Partiamo dal dato che oramai il sistema di potere, di cui l'MPA è parte e bastione è una realtà consolidata mentre il Rassemblement del PdSud-AM é nato a ridosso delle ultime Elezioni.

Questo è un primo dato da tenere in conto e da non sottovalutare.

A ciò si aggiunga poi che le occasioni, per le donne e gli uomini di Sicilia, per conoscere il programma e le proposte del Cartello del PdSud sono state esigue, per non dire pressoché nulle.

Questi due dati già servono a determinare il contesto per cui il Rassemblement del PdSud ha poi totalizzato solo 3.736 voti pari in termini percentuali allo 0,149 %.

Ma davvero domandiamoci, poste queste premesse: abbiamo veramente perso?

Partendo, e non poteva essere altrimenti, da un punto di vista Indipendentista, quello appunto du Frunti Nazziunali Sicilianu Sicilia Indipinnenti dobbiamo dire che crediamo di No.

Certo non abbiamo l'ardire di dire e pensare che si sia trattato di una affermazione ma sicuramente, date le condizioni, di una dignitosa presenza nel e sul territorio.

Abbiamo dimostrato di essere vivi e presenti nella nostra Terra.

Sta ora a noi capitalizzare in termini politici questo score minimo di partenza.

Dicemmo subito, in campagna elettorale, ai nostri, nelle nostre riunioni e assemblee, che il nostro primo scopo, come F.N.S., era evidente e manifesto, e cioé quello di dare rappresentanza e riconoscibilità politica all'INDIPENDENTISMO Siciliano.

In ciò credo siamo riusciti,ottenendo un RISULTATO POLITICO comunque rispettabile.

L'obiettivo dell'F.N.S. era dunque quello di restituire rappresentanza elettorale all'INDIPENDENTISMO.

Cera poi un altro evidente, importante motivo che ci spingeva ad essere presenti.

U Frunti Nazziunali Sicilianu Sicilia Indipinnenti, e con esso i suoi alleati nel Cartello del PDSUD- AM erano e restano tra le poche, pochissime forze che potevano e poi realmente hanno saputo e voluto spendersi , in questo round elettorale, per contrastare il bipolarismo italianista e centralista.

Malgrado una Legge elettorale truffa fatta appunto per sottrarre presenza e rappresentanza ai Popoli ( specie del Sud, della Sicilia e della Sardegna), alle Nazioni, e ai Cittadini, abbiamo lottato rappresentando credibilmente la Sicilia Reale, unici a far ciò nel cosiddetto panorama sicilianista, e unici, poi, Noi du Frunti Nazziunali Sicilianu Sicilia Indipinnenti, nell'ambito dell'indipendentismo siciliano.

Mentre Noi ci assumevamo l'onere/onore di dare visibilità all'azione e alla prassi politica indipendentista altri sceglievano il comodo, autoreferenziale ruolo di spettatori, e spesso, per giunta, pontificanti.

Infallibili poiché, come al solito, completamente statici e assenti dall'agone elettorale e politico.

Non sarà che gli stessi che dopo aver provato, in tutti i modi e le salse a presentarsi, sia prima alle Politiche e poi alle elezioni per il rinnovo del Parlamento Siciliano non ci sono riusciti? E che quindi si sono dedicati all'astensione non avendo trovato di meglio?.

Dimostrando che tutto sommato è sempre valida la vecchia storia della volpe e luva.

Noi abbiamo fatto una scelta,coraggiosa e leale. E ci siamo impegnati, con i nostri nomi, volti e con le nostre azioni per restituire visibilità politica all'ideale della Sicilia Nazione.

Ora ad urne chiuse possiamo dire che l'astensionismo è ben altra cosa.

E anche probabile che certi appelli all'astensione abbiano avuto il retrogusto di una pura gelosia sia pure ammantata da sociologismi ricchi di pseudo-dottrina.

Talvolta è sembrato trattarsi di un nuovo, specifico goffo tentativo di evitare il discredito nei loro stessi confronti cercando parimenti di accreditare alcuni gruppetti quasi fossero i rappresentanti, le vestali dell'odierno Indipendentismo Siciliano.

Tentativo non riuscito. La bufala è apparsa subito a tutti evidente!

Detto ciò vorrei però chiarire che queste nostre osservazioni critiche non sono motivate da alcun pregiudizio, ma semmai si fondano sulla esigenza di fare un'analisi completa della realtà politico-elettorale siciliana.

Chiarito ciò vorremmo però condurre più a largo e in modo più proficuo la nostra analisi post elettorale.

Essendo Noi Indipendentisti du F.N.S. un partito ( oltre che un movimento) la nostra analisi sarà legata ad una visione politica, e non solo ad un'analisi sociologica.

Dobbiamo riflettere sul fatto che il messaggio che Noi abbiamo veicolato era scientemente rivolto ad un bacino elettorale socialmente eterogeneo.

Esso non aveva connotazioni di classe , né in senso censuario né in senso di mera caratterizzazione politica.

Ciò è evidente ed ha permesso quindi che il voto dei nostri elettori fosse , nel modo più puro possibile, un evidentemente chiaro VOTO D'OPINIONE.

Voto ancor più prezioso se ci si sofferma a pensare che abbiamo vissuto, prova né fa l'oscuramento totale ed assoluto,l'ostilità dei grandi mezzi di comunicazione, che ci hanno completamente ignorati e snobbati.

Sappiamo certo che la nostra comune campagna, e questo lo diciamo anche, con fraternità, agli amici meridionalisti e sicilianisti, non è stata esente da imprecisioni. Pensiamo, ad esempio, al fatto che il Cartello del PdSud se è , come indubitabilmente è, una aggregazione politica autonoma, non equiparabile ne tanto meno subordinata ad altre organizzazioni italianiste e/o centraliste, esse deve sempre più e meglio rappresentare le proprie proposte non comparandosi, come hanno fatto taluni, troppo spesso, a quelle degli altri.

Ciò ancor più per il fatto che, e su questo Noi Indipendentisti F.N.S., insistiamo esiste una evidente, chiara distanza ideologica e programmatica tra Noi e tutti ( ma proprio tutti) gli altri.

Ora dobbiamo riflettere, insieme ai nostri alleati, sul futuro anche in vista non nascondiamocelo della prossima, ravvicinatissima scadenza amministrativa che vedrà i Siciliani chiamati al rinnovo di 8 Amministrazioni e Consessi provinciali e di diversi, importanti Comuni Siciliani.

ANTUDU! TRINAKRIUS

ALUNNI BRIGANTI

Posto,con i miei più vivi complimenti ad insegnanti ed alunni, dal blog:http://alunnibriganti.splinder.com/


Dal documento “I fatti del novantanove”
di Angelo Colantuono
(http://www.storiadilioni.it/)...

…Non è una leggenda metropolitana e neppure un’esagerazione. L’informazione viene da una fonte assolutamente degna di fede, il Libro dei Morti dell’archivio parrocchiale di Lioni. Ecco il testo completo: «20 agosto. E’ morto ucciso a colpi di fucilate il famoso brigante Rocco Verderosa, il quale non ha ricevuto alcun sagramento né avea adempiuto al precetto pasquale; e per essere morto in notorio peccato mortale per le tante scelleraggini e delitti commessi, per ordine della Corte gli è stata recisa la testa, le braccia e le gambe, ed il suo cadavere è stato dato alle fiamme nel largo della Croce in presenza di molto popolo». E ancora, sotto la stessa data: «E’ morto ucciso a colpi di fucilate il famoso brigante Francesco Verderosa, marito di Marianna di Paolo, il quale per essere morto in notorio peccato mortale per le tante scelleraggini commesse, per ordine della Corte il cadavere è stato dato alle fiamme nel largo della Croce, dopo la recisione della testa, braccia e piedi, in presenza di molto popolo».

…alla fervida fantasia di Giuseppe Santoli, alunno della 3^A

L’ESECUZIONE DEL VERDEROSA



La fulva vampa del rogo di Francesco Verderosa crepitava e innalzava verso il cielo i suoi sprazzi luminosi. Essi provenivano dalle sterpi e dalla legna secca che ardevano sul pavimento annerito della piazza, avvolgendo completamente le pallide ed esili spoglie del brigante. E illuminavano i volti madidi di sudore della gente che guardava il corpo del Verderosa consumarsi lentamente e mutarsi in cenere: chi con un ghigno di soddisfazione, chi con lo sguardo afflitto e lacrimante, chi nauseato per il macabro spettacolo e per la crudeltà che lo Stato aveva dimostrato verso gli oppositori alla sua amministrazione incompetente. L’aria era calda e irrespirabile a causa dei fumi neri che si diffondevano nella piazza spandendo un odore acre e fastidioso. Il cielo era buio e nuvoloso e sembrava essersi chiuso a quella crudeltà disumana per piangere in silenzio l’ennesimo uomo martoriato a causa dei suoi ideali. Tutto intorno era tacito, le uniche cose che spezzavano la requie austera erano gli strazianti gemiti della moglie del brigante, Paola, chinata davanti al fuoco con gli occhi grondanti di lacrime che le scendevano sui delicati zigomi, riflettendo il caldo scintillio del fuoco.

Nota dell’insegnante Miele L.: COMPLIMENTI!!
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Posto,con i miei più vivi complimenti ad insegnanti ed alunni, dal blog:http://alunnibriganti.splinder.com/


Dal documento “I fatti del novantanove”
di Angelo Colantuono
(http://www.storiadilioni.it/)...

…Non è una leggenda metropolitana e neppure un’esagerazione. L’informazione viene da una fonte assolutamente degna di fede, il Libro dei Morti dell’archivio parrocchiale di Lioni. Ecco il testo completo: «20 agosto. E’ morto ucciso a colpi di fucilate il famoso brigante Rocco Verderosa, il quale non ha ricevuto alcun sagramento né avea adempiuto al precetto pasquale; e per essere morto in notorio peccato mortale per le tante scelleraggini e delitti commessi, per ordine della Corte gli è stata recisa la testa, le braccia e le gambe, ed il suo cadavere è stato dato alle fiamme nel largo della Croce in presenza di molto popolo». E ancora, sotto la stessa data: «E’ morto ucciso a colpi di fucilate il famoso brigante Francesco Verderosa, marito di Marianna di Paolo, il quale per essere morto in notorio peccato mortale per le tante scelleraggini commesse, per ordine della Corte il cadavere è stato dato alle fiamme nel largo della Croce, dopo la recisione della testa, braccia e piedi, in presenza di molto popolo».

…alla fervida fantasia di Giuseppe Santoli, alunno della 3^A

L’ESECUZIONE DEL VERDEROSA



La fulva vampa del rogo di Francesco Verderosa crepitava e innalzava verso il cielo i suoi sprazzi luminosi. Essi provenivano dalle sterpi e dalla legna secca che ardevano sul pavimento annerito della piazza, avvolgendo completamente le pallide ed esili spoglie del brigante. E illuminavano i volti madidi di sudore della gente che guardava il corpo del Verderosa consumarsi lentamente e mutarsi in cenere: chi con un ghigno di soddisfazione, chi con lo sguardo afflitto e lacrimante, chi nauseato per il macabro spettacolo e per la crudeltà che lo Stato aveva dimostrato verso gli oppositori alla sua amministrazione incompetente. L’aria era calda e irrespirabile a causa dei fumi neri che si diffondevano nella piazza spandendo un odore acre e fastidioso. Il cielo era buio e nuvoloso e sembrava essersi chiuso a quella crudeltà disumana per piangere in silenzio l’ennesimo uomo martoriato a causa dei suoi ideali. Tutto intorno era tacito, le uniche cose che spezzavano la requie austera erano gli strazianti gemiti della moglie del brigante, Paola, chinata davanti al fuoco con gli occhi grondanti di lacrime che le scendevano sui delicati zigomi, riflettendo il caldo scintillio del fuoco.

Nota dell’insegnante Miele L.: COMPLIMENTI!!

La rivoluzione dopo il marxismo

Ricevo da Fraternità Cattolica e posto.
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Ricevo da Fraternità Cattolica e posto.

domenica 20 aprile 2008

IL FNS A FAVORE DEL REFERUNDUM CONSULTIVO SALLA COSTRUZIONE DEL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA



PONTE IMBUTO SULLO STRETTO DI MESSINA.

OCCORRE UN GRANDE REFERENDUM CONSULTIVO DI CALABRESI E DI SICILIANI SULLA COSTRUZIONE DI UN’OPERA PUBBLICA COSI’ IMPORTANTE E DEVASTANTE DA CAMBIARE TOTALMENTE , SE REALIZZATA, PERSINO LA GEOGRAFIA DELLE DUE REGIONI PIU’ DIRETTAMENTE INTERESSATE. E DA METTERNE IN PERICOLO LA ESISTENZA STESSA.

OPPORTUNA E MERITEVOLE DI APPREZZAMENTO LA DICHIARAZIONE DI UMBERTO BOSSI SULLA NECESSITA’ DEL REFERENDUM.

Gli Indipendentisti di lu FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU esprimono apprezzamento per le dichiarazioni di BOSSI sulla esigenza di un Referendum nel corso del quale le Popolazioni delle due Regioni più direttamente interessate si possano esprimere sulla opportunità di realizzare un’opera che da più parti è ritenuta inutile, dannosa, faraonica , insicura ed estremamente costosa. E che provocherà tante conseguenze a catena, che non è qui il caso di elencare.

L’FNS trova invece indecenti e ingiustificate le scomposte reazioni di tanti esponenti politici eletti in Sicilia che si sono affannati a dire che non si può invocare il Referendum ogni qualvolta si deve effettuare una QUALUNQUE OPERA PUBBLICA.

Se il PONTE IMBUTO SULLO STRETTO DI MESSINA FOSSE UN’ “OPERA PUBBLICA QUALUNQUE” NON COSTEREBBE TANTO. E NON VI SAREBBE STATO, PERALTRO, NON SOLO IL BISOGNO DEL REFERENDUM. MA NEPPURE IL BISOGNO DI METTERE IN MOTO QUELLA IGNOBILE “ GRANCASSA” CHE SI E’ FATTA SULL’ARGOMENTO ANCHE A PRESCINDERE DEL MOMENTO ELETTORALE. NE’ VI SAREBBE STATO- A FAVORE DEL PONTE-IMBUTO L’ACCANIMENTO TUTTO PARTICOLARE DELL’ASCARISMO SICILIANO DELLA PEGGIORE SPECIE E L’ACCANIMENTO DI QUANTI HANNO IL COMPLESSO COLONIALE DI NON SENTIRSI “TOTALMENTE” ITALIANI SENZA IL PONTE.

Insomma: se il Ponte fosse stato una “ qualunque opera pubblica”( come sembrerebbe essere diventato adesso pur di non fare il Referendum ), tanti esponenti politici del Governo e dell’Opposizione non si sarebbero sbracciati, così come ha fatto lo stesso BERLUSCONI mettendo questa opera al primo posto del suo programma per il SUD ( Ahinoi !!!). E così come hanno fatto e fanno tanti referenti dell’una e dell’altra parte.

Altrettanto meschine e prive di valore giuridico o politico ( anzi peggio :da queste emerge una logica quasi “ricattatoria” ) appaiono le affermazioni secondo le quali, se si facesse il REFERENDUM per il PONTE ,si dovrebbe fare anche il REFERENDUM per MALPENSA O PER LINATE O PER L’ALITALIA O PER LA STRADELLA INTERPODERALE . Si tratta di posizioni sterili che dimostrano più la mancanza di argomentazioni che grandi capacità politiche. E non aggiungiamo altro perché a buon intenditor…poche parole.

Nel ribadire il Proprio NO al Ponte e nel ribadire il convincimento che soltanto un corretto REFERENDUM potrebbe dare un MINIMO DI LEGITTIMITAZIONE ( prescindendo da altre considerazioni) al PONTE IMBUTO, l’FNS vuole puntualizzare che oggi i Partiti politici tradizionali devono ammettere che il PADANO BOSSI HA DATO LORO UNA LEZIONE DI DEMOCRAZIA, della quale farebbero bene a tener conto.

In quanto il REFERENDUM è uno strumento prezioso di Democrazia il cui uso va garantito proprio quando si devono adottare decisioni IMPORTANTI.

Palermo, 17 Aprile 2008 .
IL SEGRETARIO FNS
( Giuseppe Scianò)

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PONTE IMBUTO SULLO STRETTO DI MESSINA.

OCCORRE UN GRANDE REFERENDUM CONSULTIVO DI CALABRESI E DI SICILIANI SULLA COSTRUZIONE DI UN’OPERA PUBBLICA COSI’ IMPORTANTE E DEVASTANTE DA CAMBIARE TOTALMENTE , SE REALIZZATA, PERSINO LA GEOGRAFIA DELLE DUE REGIONI PIU’ DIRETTAMENTE INTERESSATE. E DA METTERNE IN PERICOLO LA ESISTENZA STESSA.

OPPORTUNA E MERITEVOLE DI APPREZZAMENTO LA DICHIARAZIONE DI UMBERTO BOSSI SULLA NECESSITA’ DEL REFERENDUM.

Gli Indipendentisti di lu FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU esprimono apprezzamento per le dichiarazioni di BOSSI sulla esigenza di un Referendum nel corso del quale le Popolazioni delle due Regioni più direttamente interessate si possano esprimere sulla opportunità di realizzare un’opera che da più parti è ritenuta inutile, dannosa, faraonica , insicura ed estremamente costosa. E che provocherà tante conseguenze a catena, che non è qui il caso di elencare.

L’FNS trova invece indecenti e ingiustificate le scomposte reazioni di tanti esponenti politici eletti in Sicilia che si sono affannati a dire che non si può invocare il Referendum ogni qualvolta si deve effettuare una QUALUNQUE OPERA PUBBLICA.

Se il PONTE IMBUTO SULLO STRETTO DI MESSINA FOSSE UN’ “OPERA PUBBLICA QUALUNQUE” NON COSTEREBBE TANTO. E NON VI SAREBBE STATO, PERALTRO, NON SOLO IL BISOGNO DEL REFERENDUM. MA NEPPURE IL BISOGNO DI METTERE IN MOTO QUELLA IGNOBILE “ GRANCASSA” CHE SI E’ FATTA SULL’ARGOMENTO ANCHE A PRESCINDERE DEL MOMENTO ELETTORALE. NE’ VI SAREBBE STATO- A FAVORE DEL PONTE-IMBUTO L’ACCANIMENTO TUTTO PARTICOLARE DELL’ASCARISMO SICILIANO DELLA PEGGIORE SPECIE E L’ACCANIMENTO DI QUANTI HANNO IL COMPLESSO COLONIALE DI NON SENTIRSI “TOTALMENTE” ITALIANI SENZA IL PONTE.

Insomma: se il Ponte fosse stato una “ qualunque opera pubblica”( come sembrerebbe essere diventato adesso pur di non fare il Referendum ), tanti esponenti politici del Governo e dell’Opposizione non si sarebbero sbracciati, così come ha fatto lo stesso BERLUSCONI mettendo questa opera al primo posto del suo programma per il SUD ( Ahinoi !!!). E così come hanno fatto e fanno tanti referenti dell’una e dell’altra parte.

Altrettanto meschine e prive di valore giuridico o politico ( anzi peggio :da queste emerge una logica quasi “ricattatoria” ) appaiono le affermazioni secondo le quali, se si facesse il REFERENDUM per il PONTE ,si dovrebbe fare anche il REFERENDUM per MALPENSA O PER LINATE O PER L’ALITALIA O PER LA STRADELLA INTERPODERALE . Si tratta di posizioni sterili che dimostrano più la mancanza di argomentazioni che grandi capacità politiche. E non aggiungiamo altro perché a buon intenditor…poche parole.

Nel ribadire il Proprio NO al Ponte e nel ribadire il convincimento che soltanto un corretto REFERENDUM potrebbe dare un MINIMO DI LEGITTIMITAZIONE ( prescindendo da altre considerazioni) al PONTE IMBUTO, l’FNS vuole puntualizzare che oggi i Partiti politici tradizionali devono ammettere che il PADANO BOSSI HA DATO LORO UNA LEZIONE DI DEMOCRAZIA, della quale farebbero bene a tener conto.

In quanto il REFERENDUM è uno strumento prezioso di Democrazia il cui uso va garantito proprio quando si devono adottare decisioni IMPORTANTI.

Palermo, 17 Aprile 2008 .
IL SEGRETARIO FNS
( Giuseppe Scianò)

sabato 19 aprile 2008

GAETA- GRANDE INIZIATIVA DELL'ASSESSORE CIANO DI SOSTEGNO CONCRETO ALLE FAMIGLIE


Comunicato Stampa

"Un sostegno concreto per cento famiglie"Approvato il bando di assegnazione degli alloggi popolariLa Giunta ha approvato il bando per l’assegnazione degli alloggi popolari e il contributo per l’integrazione dei fitti, sempre destinato alle fasce meno abbienti."Cento cittadini potranno usufruire di questi fondi, 43 mila euro, che dovevano essere erogati già nel 2005. In media, ogni famiglia riceverà dai 400 ai 600 euro a seconda del reddito – dichiara l’assessore Ciano – Espletate le procedure burocratiche, tra 15-20 giorni queste famiglie potranno finalmente avere un sostegno concreto, anche se minimo, per la loro economia"."Per quanto riguarda il bando di assegnazione è dal 1992 che non veniva pubblicato. Dopo 16 anni potrà essere stilata una graduatoria per assegnare gli alloggi popolari previste nei piani di zona. I primi sette appartamenti, compresi nel comparto C2, sono stati già finanziati dall’Ater per 750mila euro grazie all’intervento dell’Amministrazione Raimondi – prosegue Ciano – Nel frattempo, stiamo contrattando con il demanio la cessione di Casa Tosti e l’area di sedime della Caserma Gattola. In entrambi i siti l’Amministrazione comunale ha previsto la costruzione di mini appartamenti, ad affitto agevolato e convenzionato con l’Ater, per giovani coppie".

Gaeta, 18 aprile 2008

Segreteria del Sindaco

Giovanni Fantasia
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Comunicato Stampa

"Un sostegno concreto per cento famiglie"Approvato il bando di assegnazione degli alloggi popolariLa Giunta ha approvato il bando per l’assegnazione degli alloggi popolari e il contributo per l’integrazione dei fitti, sempre destinato alle fasce meno abbienti."Cento cittadini potranno usufruire di questi fondi, 43 mila euro, che dovevano essere erogati già nel 2005. In media, ogni famiglia riceverà dai 400 ai 600 euro a seconda del reddito – dichiara l’assessore Ciano – Espletate le procedure burocratiche, tra 15-20 giorni queste famiglie potranno finalmente avere un sostegno concreto, anche se minimo, per la loro economia"."Per quanto riguarda il bando di assegnazione è dal 1992 che non veniva pubblicato. Dopo 16 anni potrà essere stilata una graduatoria per assegnare gli alloggi popolari previste nei piani di zona. I primi sette appartamenti, compresi nel comparto C2, sono stati già finanziati dall’Ater per 750mila euro grazie all’intervento dell’Amministrazione Raimondi – prosegue Ciano – Nel frattempo, stiamo contrattando con il demanio la cessione di Casa Tosti e l’area di sedime della Caserma Gattola. In entrambi i siti l’Amministrazione comunale ha previsto la costruzione di mini appartamenti, ad affitto agevolato e convenzionato con l’Ater, per giovani coppie".

Gaeta, 18 aprile 2008

Segreteria del Sindaco

Giovanni Fantasia

 
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