domenica 31 maggio 2009

RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA DIGNITA': VOTIAMO PARTITO DEL SUD



Spot radiofonico del Partito del Sud.(2)

Vota per il SUD :

Provinciali di Latina:VOTA PARTITO DEL SUD - CANDIDATO PRESIDENTE ANTONIO CIANO

Provinciali di Napoli : VOTA INSORGENZA CIVILE- CANDIDATO PRESIDENTE ORLANDO DICE'

Comunali di Suzzara (MN) : VOTA PARTITO DEL SUD - CANDIDATO SINDACO ANTONIO IANNACCONE

Comunali di Virgilio (MN): VOTA PARTITO DEL SUD - CANDIDATO SINDACO NUNZIO DINACCI

CHI CONTINUA A VOTARE DX E SX INGUAIA ANCHE TE. DIGLI DI SMETTERE !
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Spot radiofonico del Partito del Sud.(2)

Vota per il SUD :

Provinciali di Latina:VOTA PARTITO DEL SUD - CANDIDATO PRESIDENTE ANTONIO CIANO

Provinciali di Napoli : VOTA INSORGENZA CIVILE- CANDIDATO PRESIDENTE ORLANDO DICE'

Comunali di Suzzara (MN) : VOTA PARTITO DEL SUD - CANDIDATO SINDACO ANTONIO IANNACCONE

Comunali di Virgilio (MN): VOTA PARTITO DEL SUD - CANDIDATO SINDACO NUNZIO DINACCI

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Grasso: ''Mafie piu' pericolose di terroristi''


29 maggio 2009
Roma.
Cosa Nostra e la 'Ndrangheta sono piu' pericolose di Al Qaida, ma gli Stati fanno fatica a rendersene conto. E' l'allarme che il procuratore nazionale Antimafia, Pietro Grasso, lancia nel corso della commemorazione del giudice Falcone, davanti ai ministri dell'Interno e della Giustizia del G8, riuniti a Roma.


"Il profitto è una motivazione tanto forte quanto la religione - dice il procuratore - le organizzazioni transnazionali dei criminali senza patria stanno cambiando il mondo ben più del terrorismo. Ma il mondo stenta a rendersene conto, perché più concentrato sul terrorismo". Il procuratore ha poi ricordato come la crisi economica rischia di produrre "fenomeni di infiltrazioni dei capitali criminali nell'economia legale".

Fonte:ANSA
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29 maggio 2009
Roma.
Cosa Nostra e la 'Ndrangheta sono piu' pericolose di Al Qaida, ma gli Stati fanno fatica a rendersene conto. E' l'allarme che il procuratore nazionale Antimafia, Pietro Grasso, lancia nel corso della commemorazione del giudice Falcone, davanti ai ministri dell'Interno e della Giustizia del G8, riuniti a Roma.


"Il profitto è una motivazione tanto forte quanto la religione - dice il procuratore - le organizzazioni transnazionali dei criminali senza patria stanno cambiando il mondo ben più del terrorismo. Ma il mondo stenta a rendersene conto, perché più concentrato sul terrorismo". Il procuratore ha poi ricordato come la crisi economica rischia di produrre "fenomeni di infiltrazioni dei capitali criminali nell'economia legale".

Fonte:ANSA

TERMOVALORIZZATORE DI ACERRA, POLVERI SOTTILI ILLEGALI

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sabato 30 maggio 2009

DESTRA E SINISTRA SONO SOLO INDICAZIONI STRADALI: VOTIAMO PARTITO DEL SUD



Spot radiofonico del Partito del Sud.(1)

Vota per il SUD :

Provinciali di Latina:VOTA PARTITO DEL SUD - CANDIDATO PRESIDENTE ANTONIO CIANO

Provinciali di Napoli : VOTA INSORGENZA CIVILE- CANDIDATO PRESIDENTE ORLANDO DICE'

Comunali di Suzzara (MN) : VOTA PARTITO DEL SUD - CANDIDATO SINDACO ANTONIO IANNACCONE

Comunali di Virgilio (MN): VOTA PARTITO DEL SUD - CANDIDATO SINDACO NUNZIO DINACCI

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Spot radiofonico del Partito del Sud.(1)

Vota per il SUD :

Provinciali di Latina:VOTA PARTITO DEL SUD - CANDIDATO PRESIDENTE ANTONIO CIANO

Provinciali di Napoli : VOTA INSORGENZA CIVILE- CANDIDATO PRESIDENTE ORLANDO DICE'

Comunali di Suzzara (MN) : VOTA PARTITO DEL SUD - CANDIDATO SINDACO ANTONIO IANNACCONE

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Berlusconi diserta la contestata consegna lauree ad honorem a L' Aquila



Un fuori programma inatteso, nella visita a L'Aquila del presidente del consiglio Sivio Berlusconi. All'ultimo momento, infatti contrariamente a quanto comunicato da Palazzo Chigi, il premier non ha preso parte alla cerimonia di consegna delle lauree in ingegneria e architettura alla memoria per i 24 studenti deceduti nel terremoto de L'Aquila, e che frequentavano la Facoltà di Roio, anch'essa fortemente danneggiata dal sisma.
"Il presidente del Consiglio arrivera' piu' tardi perche' e' stato trattenuto a Roma da impegni improvvisi". Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha spiegato cosi' l'assenza di Silvio Berlusconi ad una cerimonia contestata da una parte dei genitori delle vittime, che coerentemente hanno rifiutato la laura homnoris causa, la cui consegna è poi avvenuta a porte chiuse e con un certo imbarazzo, nell'Auditorium della Guardia di Finanza di Coppito.

I genitori così argomentano la loro calomorosa decisione: "Va ricordato che durante l’attività sismica che andava avanti da circa sei mesi - affermano - nessuno si è preoccupato di sospendere la normale attività didattica nelle facoltà. Alla facoltà di Ingegneria ad esempio- precisano - erano in programma lezioni ed esami nei giorni di lunedì, martedì e mercoledì della settimana di Pasqua. La prevenzione è stranamente scattata solo dopo i catastrofici eventi sismici del 6 aprile, visto che molte facoltà sono state trasferite in alcune città abruzzesi. Basta solo questo per ribadire che noi rifiutiamo l’assegnazione del titolo di laurea"
Non vogliono cerimonie consolatorie, nè pergamene alla memoria ma solo giustizia, anche i genitori delle otto vittime della casa dello studente, uno dei presunti palazzi trappola al centro dell'inchesta del procratore della Repubblica Rossini.

Il comitato vittime della casa delo studente torna poi a chiedere le dimissioni dell'ex-presidente del'Adsu Luca D'Inocenza, anche dalla carica di assessre comunale con delega,. e chioedono le dimissioni di uttin i vertici dell'dsu, lente che gerstiva la casa casa dello Studente di via XX settembre. "I nostri figli ribadiscono sono morti perchè nessuno si è assunto la responsabilità di evacuare l'edificio, nonsante le continue segbnazioni di crepe e pilasti pericolosi, nonostatne uno studio di Collabora Engeneering che attestava la pericolosità strutturale dello stabile, poi diventato una bara di cemento e ferro"


Fonte:
Abruzzo 24 ore
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Un fuori programma inatteso, nella visita a L'Aquila del presidente del consiglio Sivio Berlusconi. All'ultimo momento, infatti contrariamente a quanto comunicato da Palazzo Chigi, il premier non ha preso parte alla cerimonia di consegna delle lauree in ingegneria e architettura alla memoria per i 24 studenti deceduti nel terremoto de L'Aquila, e che frequentavano la Facoltà di Roio, anch'essa fortemente danneggiata dal sisma.
"Il presidente del Consiglio arrivera' piu' tardi perche' e' stato trattenuto a Roma da impegni improvvisi". Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha spiegato cosi' l'assenza di Silvio Berlusconi ad una cerimonia contestata da una parte dei genitori delle vittime, che coerentemente hanno rifiutato la laura homnoris causa, la cui consegna è poi avvenuta a porte chiuse e con un certo imbarazzo, nell'Auditorium della Guardia di Finanza di Coppito.

I genitori così argomentano la loro calomorosa decisione: "Va ricordato che durante l’attività sismica che andava avanti da circa sei mesi - affermano - nessuno si è preoccupato di sospendere la normale attività didattica nelle facoltà. Alla facoltà di Ingegneria ad esempio- precisano - erano in programma lezioni ed esami nei giorni di lunedì, martedì e mercoledì della settimana di Pasqua. La prevenzione è stranamente scattata solo dopo i catastrofici eventi sismici del 6 aprile, visto che molte facoltà sono state trasferite in alcune città abruzzesi. Basta solo questo per ribadire che noi rifiutiamo l’assegnazione del titolo di laurea"
Non vogliono cerimonie consolatorie, nè pergamene alla memoria ma solo giustizia, anche i genitori delle otto vittime della casa dello studente, uno dei presunti palazzi trappola al centro dell'inchesta del procratore della Repubblica Rossini.

Il comitato vittime della casa delo studente torna poi a chiedere le dimissioni dell'ex-presidente del'Adsu Luca D'Inocenza, anche dalla carica di assessre comunale con delega,. e chioedono le dimissioni di uttin i vertici dell'dsu, lente che gerstiva la casa casa dello Studente di via XX settembre. "I nostri figli ribadiscono sono morti perchè nessuno si è assunto la responsabilità di evacuare l'edificio, nonsante le continue segbnazioni di crepe e pilasti pericolosi, nonostatne uno studio di Collabora Engeneering che attestava la pericolosità strutturale dello stabile, poi diventato una bara di cemento e ferro"


Fonte:
Abruzzo 24 ore

La Gente del Sud si raccoglie numerosa sulla tomba del Re Ferdinando






Ricevo e posto con condivisione e complimenti per l'ottima riuscita della commemorazione:


Centinaia di persone, una folla inaspettata che ha compostamente "invaso" la chiesa di S.Chiara di Napoli, dopo la funzione religiosa celebrata esclusivamente in memoria del Re Ferdinando II, ieri 29 maggio si è raccolta ai piedi del Pantheon dei Sovrani duosiciliani mentre il sacerdote officiava in latino il rito dei defunti.


























Senza clamori e spettacolarizzazioni ha riservato un lungo e fragoroso applauso al suo Re e, dopo aver apposto la propria firma ed un pensiero sul registro d'onore, si è spostata sul vicino luogo del convegno commemorativo nel quale hanno parlato gli amici Salemi, Vitale, Golia e Di Giovane.


























Come avevamo previsto, la gente del sud ha scelto giudiziosamente il luogo sul quale ricordare il proprio Sovrano non lasciandosi condizionare da messaggi fuorvianti e farneticanti che fino all'ultimo hanno cercato di condizionare la partecipazione con amene e pittoresche interpretazioni di storia delle "lapidi".


























E' una grande lezione di stile, di sobrietà e di oculatezza organizzativa della quale va' dato ampio merito a coloro i quali non si sono risparmiati pur di dare al Re Ferdinando, sul luogo consacrato dalla presenza dei suoi resti mortali, un segno tangibile e sincero della propria riconoscenza. Riconoscenza che è stata spontaneamente e dignitosamente condivisa da tantissmi compatrioti giunti a Napoli da ogni parte d'Italia.



























La peculiarità dell'avvenimento merita ulteriori approfondimenti perchè la chiarezza, in questo caso, riteniamo debba essere assoluta.

I Dirigenti Noiborbonici



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Ricevo e posto con condivisione e complimenti per l'ottima riuscita della commemorazione:


Centinaia di persone, una folla inaspettata che ha compostamente "invaso" la chiesa di S.Chiara di Napoli, dopo la funzione religiosa celebrata esclusivamente in memoria del Re Ferdinando II, ieri 29 maggio si è raccolta ai piedi del Pantheon dei Sovrani duosiciliani mentre il sacerdote officiava in latino il rito dei defunti.


























Senza clamori e spettacolarizzazioni ha riservato un lungo e fragoroso applauso al suo Re e, dopo aver apposto la propria firma ed un pensiero sul registro d'onore, si è spostata sul vicino luogo del convegno commemorativo nel quale hanno parlato gli amici Salemi, Vitale, Golia e Di Giovane.


























Come avevamo previsto, la gente del sud ha scelto giudiziosamente il luogo sul quale ricordare il proprio Sovrano non lasciandosi condizionare da messaggi fuorvianti e farneticanti che fino all'ultimo hanno cercato di condizionare la partecipazione con amene e pittoresche interpretazioni di storia delle "lapidi".


























E' una grande lezione di stile, di sobrietà e di oculatezza organizzativa della quale va' dato ampio merito a coloro i quali non si sono risparmiati pur di dare al Re Ferdinando, sul luogo consacrato dalla presenza dei suoi resti mortali, un segno tangibile e sincero della propria riconoscenza. Riconoscenza che è stata spontaneamente e dignitosamente condivisa da tantissmi compatrioti giunti a Napoli da ogni parte d'Italia.



























La peculiarità dell'avvenimento merita ulteriori approfondimenti perchè la chiarezza, in questo caso, riteniamo debba essere assoluta.

I Dirigenti Noiborbonici



RITORNA L'EMERGENZA RIFIUTI A NAPOLI





Altro che emergenza rifiuti finita. Ho fatto un giretto sul web scoprendo che, con il caldo, sono tornati i rifiuti sulle strade di Napoli e della Campania. Eccome se sono tornati! Berlusconi dice e ripete che l’emergenza rifiuti in Campania è finita, e lo presenta come un fiore all’occhiello per sè e per il suo Governo. Sulle pagine web che parlano della monnezza rediviva c’è chi paragona queste affermazioni all’ormai lontano annuncio di Bush: la guerra in Iraq è finita. Proclami e grandi promesse, discarica di Chiaiano aperta a tutti i costi, Comuni che (come scrive Carta) ospitano il maggior numero di impianti per lo smaltimento e di discariche autorizzate realizzate in Italia.
Eppure di monnezza in strada ce n’è in abbondanza, anche se questo non impedisce al commissario Bertolaso di smentire che l’emergenza stia tornando in Campania.
Secondo Blitzquotidiano l’immondizia si accumula non solo a Napoli, ma anche ad Ercolano, Marano, Giugliano e Quarto: sessanta tonnellate al giorno nella sola Ercolano, dove prima di accedere ai famosi scavi archeologici i turisti costeggiano, scavalcano e ammirano l’immondizia. La situazione è particolarmente seria nelle zone di Quarto e Marano: ogni genere di scarto, carta, mobili, plastica eccetera sono accatastati sui bordi delle strade o in vere e proprie discariche a cielo aperto.
Carta riferisce di cumuli che crescono tra Giugliano, Quarto, Marano, Villaricca e Qualiano e di rifiuti che bruciano agli angoli delle strade mentre quelli rimossi ingolfano l’ex Cdr della zona Asi, ora diven tato impianto di tritovagliatura
Aversa ripiomba nell’emergenza rifiuti, riferisce 9online: secondo il sindaco la responsabilità è del Consorzio rifiuti che non riesce a star dietro ai bisogni della città a causa della scarsità di automezzi. Una di quelle cose di cui, personalmente, non riuscirò mai a capacitarmi. Il Comune di Maddaloni, ancora, è debitore nei confronti della ditta incaricata dei rifiuti. La quale ha conseguentemente ridotto i servizi: e dunque i rifiuti si accumulano anche lì.

Da Asca Bertolaso smentisce che ricominci l’emergenza rifiuti in Campania

Da Blitzquotidiano lcumuli di rifiuti ad Ercolano

Da Blitzquotidiano l’immondizia si accumula a Napoli e in altri Comuni della Campania

da 9online Aversa rimpiomba nell’emergenza rifiuti

Da Carta cumuli di monnezza a Napoli e in Campania

credits: MARINA,

Fonte:Sale del mondo

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Altro che emergenza rifiuti finita. Ho fatto un giretto sul web scoprendo che, con il caldo, sono tornati i rifiuti sulle strade di Napoli e della Campania. Eccome se sono tornati! Berlusconi dice e ripete che l’emergenza rifiuti in Campania è finita, e lo presenta come un fiore all’occhiello per sè e per il suo Governo. Sulle pagine web che parlano della monnezza rediviva c’è chi paragona queste affermazioni all’ormai lontano annuncio di Bush: la guerra in Iraq è finita. Proclami e grandi promesse, discarica di Chiaiano aperta a tutti i costi, Comuni che (come scrive Carta) ospitano il maggior numero di impianti per lo smaltimento e di discariche autorizzate realizzate in Italia.
Eppure di monnezza in strada ce n’è in abbondanza, anche se questo non impedisce al commissario Bertolaso di smentire che l’emergenza stia tornando in Campania.
Secondo Blitzquotidiano l’immondizia si accumula non solo a Napoli, ma anche ad Ercolano, Marano, Giugliano e Quarto: sessanta tonnellate al giorno nella sola Ercolano, dove prima di accedere ai famosi scavi archeologici i turisti costeggiano, scavalcano e ammirano l’immondizia. La situazione è particolarmente seria nelle zone di Quarto e Marano: ogni genere di scarto, carta, mobili, plastica eccetera sono accatastati sui bordi delle strade o in vere e proprie discariche a cielo aperto.
Carta riferisce di cumuli che crescono tra Giugliano, Quarto, Marano, Villaricca e Qualiano e di rifiuti che bruciano agli angoli delle strade mentre quelli rimossi ingolfano l’ex Cdr della zona Asi, ora diven tato impianto di tritovagliatura
Aversa ripiomba nell’emergenza rifiuti, riferisce 9online: secondo il sindaco la responsabilità è del Consorzio rifiuti che non riesce a star dietro ai bisogni della città a causa della scarsità di automezzi. Una di quelle cose di cui, personalmente, non riuscirò mai a capacitarmi. Il Comune di Maddaloni, ancora, è debitore nei confronti della ditta incaricata dei rifiuti. La quale ha conseguentemente ridotto i servizi: e dunque i rifiuti si accumulano anche lì.

Da Asca Bertolaso smentisce che ricominci l’emergenza rifiuti in Campania

Da Blitzquotidiano lcumuli di rifiuti ad Ercolano

Da Blitzquotidiano l’immondizia si accumula a Napoli e in altri Comuni della Campania

da 9online Aversa rimpiomba nell’emergenza rifiuti

Da Carta cumuli di monnezza a Napoli e in Campania

credits: MARINA,

Fonte:Sale del mondo

venerdì 29 maggio 2009

LIBERATI CON UN VOTO : VOTA PARTITO DEL SUD, VOTA INSORGENZA CIVILE !!



Vota per il SUD :

Provinciali di Latina:VOTA PARTITO DEL SUD - CANDIDATO PRESIDENTE ANTONIO CIANO

Provinciali di Napoli : VOTA INSORGENZA CIVILE- CANDIDATO PRESIDENTE ORLANDO DICE'

Comunali di Suzzara (MN) : VOTA PARTITO DEL SUD - CANDIDATO SINDACO ANTONIO IANNACCONE

Comunali di Virgilio (MN): VOTA PARTITO DEL SUD - CANDIDATO SINDACO NUNZIO DINACCI

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Vota per il SUD :

Provinciali di Latina:VOTA PARTITO DEL SUD - CANDIDATO PRESIDENTE ANTONIO CIANO

Provinciali di Napoli : VOTA INSORGENZA CIVILE- CANDIDATO PRESIDENTE ORLANDO DICE'

Comunali di Suzzara (MN) : VOTA PARTITO DEL SUD - CANDIDATO SINDACO ANTONIO IANNACCONE

Comunali di Virgilio (MN): VOTA PARTITO DEL SUD - CANDIDATO SINDACO NUNZIO DINACCI

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Nucleare: Berlusconi conferma l'utilizzo dell'esercito per i siti di costruzione


Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha confermato che verrà utilizzato l'esercito una volta individuati i siti per la costruzione delle centrali nucleari.


"Useremo l'esercito una volta che avremo individuato i siti dove costruire le centrali nucleari" ha affermato ieri il presidente durante il suo intervento all'Assemblea nazionale di Confesercenti. Tuttavia secondo Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, lo spiegamento delle truppe non sortirà l'effetto sperato: "Gli italiani il nucleare non lo vogliono e non sarà l'uso dell'esercito a convincerli".

Secondo una nuova ricerca effettuata da La nuova ecologia e presentata due giorni fa a Roma al forum 'Qualenergia', il 60% degli italiani è contrario al nucleare, per quasi 7 cittadini su 10 è pericoloso. Mentre le fonti alternative piacciono a otto italiani su 10. Il nucleare, invece, è definito un'energia cara e pericolosa dalla stragrande maggioranza, e soltanto il 14% lo preferisce, ma esprime dubbi all'ipotesi di abitare vicino ad una centrale o ad un deposito di scorie radioattive.

'I sondaggi sempre più ricorrenti dimostrano infatti che la maggioranza dei cittadini non ne vuole sapere di centrali nucleari in Italia tanto meno vicino alle loro case' ha affermato Ciafani.
'Il premier poi - ha proseguito il responsabile di Legambiente - dovrebbe informarsi meglio sullo sviluppo di una tecnologia che a quanto pare non conosce visto che omette sempre di parlare dei costi esorbitanti di costruzione e gestione insieme al problema della produzione e dello smaltimento delle scorie. Problemi irrisolti a cui Berlusconi non fa mai cenno nei suoi spot sull’atomo. La quarta generazione - ha concluso Ciafani - è in costruzione solo nel paese delle meraviglie immaginato dal presidente del Consiglio, visto che quella è una tecnologia attualmente non disponibile perché ancora nella fase della ricerca'.

Fonte:
Tutti Sostenibili
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Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha confermato che verrà utilizzato l'esercito una volta individuati i siti per la costruzione delle centrali nucleari.


"Useremo l'esercito una volta che avremo individuato i siti dove costruire le centrali nucleari" ha affermato ieri il presidente durante il suo intervento all'Assemblea nazionale di Confesercenti. Tuttavia secondo Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, lo spiegamento delle truppe non sortirà l'effetto sperato: "Gli italiani il nucleare non lo vogliono e non sarà l'uso dell'esercito a convincerli".

Secondo una nuova ricerca effettuata da La nuova ecologia e presentata due giorni fa a Roma al forum 'Qualenergia', il 60% degli italiani è contrario al nucleare, per quasi 7 cittadini su 10 è pericoloso. Mentre le fonti alternative piacciono a otto italiani su 10. Il nucleare, invece, è definito un'energia cara e pericolosa dalla stragrande maggioranza, e soltanto il 14% lo preferisce, ma esprime dubbi all'ipotesi di abitare vicino ad una centrale o ad un deposito di scorie radioattive.

'I sondaggi sempre più ricorrenti dimostrano infatti che la maggioranza dei cittadini non ne vuole sapere di centrali nucleari in Italia tanto meno vicino alle loro case' ha affermato Ciafani.
'Il premier poi - ha proseguito il responsabile di Legambiente - dovrebbe informarsi meglio sullo sviluppo di una tecnologia che a quanto pare non conosce visto che omette sempre di parlare dei costi esorbitanti di costruzione e gestione insieme al problema della produzione e dello smaltimento delle scorie. Problemi irrisolti a cui Berlusconi non fa mai cenno nei suoi spot sull’atomo. La quarta generazione - ha concluso Ciafani - è in costruzione solo nel paese delle meraviglie immaginato dal presidente del Consiglio, visto che quella è una tecnologia attualmente non disponibile perché ancora nella fase della ricerca'.

Fonte:
Tutti Sostenibili

DOPPIO APPUNTAMENTO CON LA STORIA DEL SUD


Agli Amici, ai neofiti e a quanti si sentono interessati alla propria Storia ricordiamo il doppio appuntamento di fine maggio:

VENERDI 29 MAGGIO a Napoli alle ore 17 nella Chiesa di Santa Chiara, il Pantheon dei Sovrani del Regno delle Due Sicilie, l’omaggio sulla tomba di Ferdinando II nel 150° anniversario della Sua scomparsa;



SABATO 30 MAGGIO a Bitonto alle ore 17 all’Obelisco Carolino nel piazzale antistante la Basilica dei SS. Medici per celebrare la nascita ed indipendenza del Regno delle Due Sicilie e, a seguire, presso la Sala degli Specchi del Comune alle 18,30 la consegna del Premio L’Alfiere del Sud



Sono due momenti in cui si ritroveranno coloro che disinteressatamente sono impegnati nella rivalutazione della Storia del Sud, uniti e consapevoli della grandezza di quella che un tempo fu una Granze Nazione!



I Dirigenti Noiborbonici
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Agli Amici, ai neofiti e a quanti si sentono interessati alla propria Storia ricordiamo il doppio appuntamento di fine maggio:

VENERDI 29 MAGGIO a Napoli alle ore 17 nella Chiesa di Santa Chiara, il Pantheon dei Sovrani del Regno delle Due Sicilie, l’omaggio sulla tomba di Ferdinando II nel 150° anniversario della Sua scomparsa;



SABATO 30 MAGGIO a Bitonto alle ore 17 all’Obelisco Carolino nel piazzale antistante la Basilica dei SS. Medici per celebrare la nascita ed indipendenza del Regno delle Due Sicilie e, a seguire, presso la Sala degli Specchi del Comune alle 18,30 la consegna del Premio L’Alfiere del Sud



Sono due momenti in cui si ritroveranno coloro che disinteressatamente sono impegnati nella rivalutazione della Storia del Sud, uniti e consapevoli della grandezza di quella che un tempo fu una Granze Nazione!



I Dirigenti Noiborbonici

giovedì 28 maggio 2009

150° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI S.A.R. FERDINANDO II di BORBONE

Ricevo e posto:



Il Movimento ed i Dirigenti Noiborbonici invitano gli amici e simpatizzanti a partecipare, a Napoli, il giorno 29 maggio alle ore 17,30 nella Basilica di Santa Chiara, ove riposano le spoglie, alla cerimonia di commemorazione del 150° anniversario della scomparsa del Re Ferdinando II di Borbone.
E’ un momento fondamentale per ricordare, sul luogo ove riposa, il Re che maggiormente contribuì alla grandezza del Regno delle Due Sicilie.
Dopo la messa di suffragio, si terrà un convegno celebrativo con gli interventi di Pietro Golia, Ulderico Nisticò, Maurizio Di Giovine, Mariano Jacobellis ed Edoardo Vitale.
Si rammenta che questa e l’UNICA commemorazione che ha anche la particolarità di celebrarsi PER LA PRIMA VOLTA sulla tomba del Sovrano.
Il Movimento plaude alla serietà con la quale è stato organizzato questo evento soprattutto per il fatto che gli organizzatori hanno scelto un luogo noto per essere il Pantheon dei Sovrani Duosiciliani.
Ma anche perché, per rispetto della solennità della manifestazione, sono stati evitate forme di spettacolarizzazione della storia che da qualche tempo si vedono, purtroppo, spesso associate alle celebrazioni e che, alla fine, possono far perdere agli “inconsapevoli” spettatori la valenza reale di quanto viene “rappresentato”.
Si coglie l’occasione, infine, per precisare a coloro che hanno chiesto notizie in merito, che in questa occasione non ci risulta essere previsto, oltre al convegno, un raduno parallelo al finanziamento associativo. Dovrebbero eventualmente interessarsi presso gli organizzatori di altri convegni dove sembrerebbe che ciò sia stato predisposto.

Il Movimento Noiborbonici
.
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Ricevo e posto:



Il Movimento ed i Dirigenti Noiborbonici invitano gli amici e simpatizzanti a partecipare, a Napoli, il giorno 29 maggio alle ore 17,30 nella Basilica di Santa Chiara, ove riposano le spoglie, alla cerimonia di commemorazione del 150° anniversario della scomparsa del Re Ferdinando II di Borbone.
E’ un momento fondamentale per ricordare, sul luogo ove riposa, il Re che maggiormente contribuì alla grandezza del Regno delle Due Sicilie.
Dopo la messa di suffragio, si terrà un convegno celebrativo con gli interventi di Pietro Golia, Ulderico Nisticò, Maurizio Di Giovine, Mariano Jacobellis ed Edoardo Vitale.
Si rammenta che questa e l’UNICA commemorazione che ha anche la particolarità di celebrarsi PER LA PRIMA VOLTA sulla tomba del Sovrano.
Il Movimento plaude alla serietà con la quale è stato organizzato questo evento soprattutto per il fatto che gli organizzatori hanno scelto un luogo noto per essere il Pantheon dei Sovrani Duosiciliani.
Ma anche perché, per rispetto della solennità della manifestazione, sono stati evitate forme di spettacolarizzazione della storia che da qualche tempo si vedono, purtroppo, spesso associate alle celebrazioni e che, alla fine, possono far perdere agli “inconsapevoli” spettatori la valenza reale di quanto viene “rappresentato”.
Si coglie l’occasione, infine, per precisare a coloro che hanno chiesto notizie in merito, che in questa occasione non ci risulta essere previsto, oltre al convegno, un raduno parallelo al finanziamento associativo. Dovrebbero eventualmente interessarsi presso gli organizzatori di altri convegni dove sembrerebbe che ciò sia stato predisposto.

Il Movimento Noiborbonici
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18 Maggio 2009 - La Terra dei Fuochi - Fuga dalla Campania, ennesimo megarogo



http://www.laterradeifuochi.it -- DENUNCIAMO continui Roghi di RIFIUTI SPECIALI, TOSSICI e NOCIVI.CI STANNO AVVELENANDO !!

Questo video testimonia un fatto che dovrebbe far riflettere gli organi giudiziari. La Magistratura. Infatti ogni anno verso l'estate si moltiplicano incendi di: Capannoni dismessi, Scassi abusivi (autodemolizioni), vecchie discariche, terreni adibiti a depositi temporanei... insomma, tutti luoghi che custodiscono materiali in attesa di smaltimento o inutilizzabili. Eccone un altro accaduto il 12 Maggio a Marcianise. Appena 6 giorni fa !!!

Al deposito abusivo ex-Ecorec, decine di migliaia di copertoni misti ad altri rifiuti, bruciarono per oltre 5 giorni: http://www.youtube.com/watch?v=gEZEeZ...Come per magia ogni estate cominciano i roghi. Non bastavano quelli nelle campagne. Com'è possibile che nessuno mette in relazione quanto accade da anni su questo territorio ??

Come può essere che ci preoccupiamo solo delle stronzate ?Come può essere che si fanno delle ordinanze per vietare il fumo nei locali pubblici, le domeniche ecologiche, ... mentre si consente tutto ciò ?!

Se vi ammalerete di TUMORE, non prendetevela col Padreterno, ma con la vostra ignoranza !!! Abbandoniamo queste terre malate! Oramai non c'è alcuna speranza. E' inutile lottare per chi non merita. L'indifferenza e l'ignoranza del resto della popolazione non merita il nostro impegno. Altroché romanzo, questa è una vera Gomorra! ... Tra qualche anno, forse, qualcuno ci ricorderà. Cominceranno a notare che i tumori sono più ricorrenti dell'influenza !!! .... ma sarà troppo tardi. VERGOGNA !-------------------

*** Non lasciarci soli. Aiutaci a diffondere quanto accade, indisturbato, proprio sotto i nostri occhi. Da anni. Troppi anni.VI PREGO FACCIAMO GIRARE QUESTI VIDEO.PER CAPIRE, TUTTI DEVONO VEDERE .Per diffondere l'informazione su quanto sta accadendo inoltrate emails collettive invitandoli tutti a vedere collegandosi al sito http://www.laterradeifuochi.it

Lo scempio ... giorno per giorno ...

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http://www.laterradeifuochi.it -- DENUNCIAMO continui Roghi di RIFIUTI SPECIALI, TOSSICI e NOCIVI.CI STANNO AVVELENANDO !!

Questo video testimonia un fatto che dovrebbe far riflettere gli organi giudiziari. La Magistratura. Infatti ogni anno verso l'estate si moltiplicano incendi di: Capannoni dismessi, Scassi abusivi (autodemolizioni), vecchie discariche, terreni adibiti a depositi temporanei... insomma, tutti luoghi che custodiscono materiali in attesa di smaltimento o inutilizzabili. Eccone un altro accaduto il 12 Maggio a Marcianise. Appena 6 giorni fa !!!

Al deposito abusivo ex-Ecorec, decine di migliaia di copertoni misti ad altri rifiuti, bruciarono per oltre 5 giorni: http://www.youtube.com/watch?v=gEZEeZ...Come per magia ogni estate cominciano i roghi. Non bastavano quelli nelle campagne. Com'è possibile che nessuno mette in relazione quanto accade da anni su questo territorio ??

Come può essere che ci preoccupiamo solo delle stronzate ?Come può essere che si fanno delle ordinanze per vietare il fumo nei locali pubblici, le domeniche ecologiche, ... mentre si consente tutto ciò ?!

Se vi ammalerete di TUMORE, non prendetevela col Padreterno, ma con la vostra ignoranza !!! Abbandoniamo queste terre malate! Oramai non c'è alcuna speranza. E' inutile lottare per chi non merita. L'indifferenza e l'ignoranza del resto della popolazione non merita il nostro impegno. Altroché romanzo, questa è una vera Gomorra! ... Tra qualche anno, forse, qualcuno ci ricorderà. Cominceranno a notare che i tumori sono più ricorrenti dell'influenza !!! .... ma sarà troppo tardi. VERGOGNA !-------------------

*** Non lasciarci soli. Aiutaci a diffondere quanto accade, indisturbato, proprio sotto i nostri occhi. Da anni. Troppi anni.VI PREGO FACCIAMO GIRARE QUESTI VIDEO.PER CAPIRE, TUTTI DEVONO VEDERE .Per diffondere l'informazione su quanto sta accadendo inoltrate emails collettive invitandoli tutti a vedere collegandosi al sito http://www.laterradeifuochi.it

Lo scempio ... giorno per giorno ...

mercoledì 27 maggio 2009

Elezioni Provinciali di Napoli: INSORGENZA CIVILE SU RAI 3 IN DIFESA DEL SUD!



INTERVENTO DEI CANDIDATI DI INSORGENZA CIVILE AVV. BOZZELLI - ARCH. AVANO
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INTERVENTO DEI CANDIDATI DI INSORGENZA CIVILE AVV. BOZZELLI - ARCH. AVANO

L’Aquila, provincia di Baghdad. L’emergenza continua


Di Pietro Orsatti


Pattugliamenti, posti di blocco, sorveglianza aerea notturna, zone rosse e “green zone” ultraprotetta del polo amministrativo militare di Coppito. Un’emergenza affrontata come una guerra di Pietro Orsatti da L’Aquila (su left-Avvenimenti).


La partita che si gioca in Abruzzo in questi giorni è difficilissima. Da un lato si stanno modificando a colpi di decreto e di gestione dell’emergenza l’insieme di regole che tengono insieme lo , dall’altro si ridisegna probabilmente l’equilibrio che tiene in piedi il Pdl e il .

A L’Aquila forse non ci si gioca tutto, ma molto sì: sulla questione dei risarcimenti, su come sono stati esautorati enti e amministrazioni locali, sulla necessità di imporre a un pacifico territorio una muscolare Protezione civile, che di civile - vista la militarizzazione del territorio - ha molto poco.


Sistema Baghdad.

Ci sono le zone rosse, c’è la “green zone” ultra protetta del polo amministrativo militare di Coppito, pattugliamenti, posti di blocco ovunque e sorveglianza aerea notturna. Si sta affrontando questa emergenza causata da una catastrofe naturale come se si fosse in guerra, anzi come se si gestisse un’occupazione militare.

«Disinformazione, esautorazione delle comunità, arroganza nel trattare con gli amministratori locali da parte del sottosegretario Bertolaso, lasciato comunque solo, unico interlocutore, a trattare con gli abruzzesi. Bertolaso che, costretto all’angolo promette, prende impegni, che poi puntualmente il Consiglio dei ministri ribalta. Spero che non sia un gioco delle parti». A parlare è Alvaro Jovannitti, ex parlamentare ed ex segretario regionale del Pci negli anni Settanta, una delle memorie storiche di questo territorio. Lui pensava di godersi la pensione, di occuparsi di storia del operaio in Abruzzo, abbandonando la attiva. Ma la scossa del 6 aprile lo ha riproiettato sulla scena come animatore di assemblee e incontri soprattutto fra gli sfollati della costa, che paradossalmente oggi sono quelli che vivono difficoltà ancora più gravi di quelli rimasti nelle tendopoli ma sul loro territorio. «Da un lato il , rendendosi conto che i costi per mantenere migliaia persone in case private o alberghi sono molto più alti che averli nei campi, ha individuato il termine del 30 maggio. C’è un’ipotesi di proroga sul tavolo, ma i soldi stanziati sono meno di un terzo della soglia minima richiesta da albergatori e proprietari di case». E quindi fra poco meno di 15 giorni potrebbe verificarsi il rientro di chi ha preferito abbandonare temporaneamente le proprie comunità di origine in tendopoli già ora sature e con il caldo al limite della tenuta sia sul piano igienico sanitario che psicologico.

Un altro dato che pesa e peserà sempre di più a è che, dopo la gestione immediata dell’emergenza, non sta accadendo nulla. Nessun cantiere, nessuna opera sostanziale di consolidamento e soprattutto nessuna casetta, baracca, azione anche provvisoria di ricostruzione. I centri storici sono deserti, circondati da militari, e dentro non sta avvenendo nulla. E intanto è iniziato un vero e proprio braccio di ferro fra Protezione civile e autorità locali (a esclusione della Regione del tutto assente in questa fase) sull’individuazione delle aree dove ricostruire. Già si è verificato una impasse a dir poco imbarazzante. I Comuni hanno indicato delle aree, la Protezione civile altre. E ciascuno immobilizza la scelta del soggetto “rivale”. Anche perché la Protezione civile agisce d’imperio, senza nessun contatto con gli uffici tecnici e le amministrazioni, mentre respinge, si sospetta di routine, ogni proposta alternativa. Un esempio di quello che sta accadendo è si è verificato a Paganica, frazione de L’Aquila. La provincia di Trento ha stanziato il denaro necessario e bandito una gara per la costruzione di 170 case costruite con i principi di bioarchitettura da destinare a questo paese alle porte della valle dell’Aterno. Consegna prevista, circa 20 giorni fa. La Protezione civile ha individuato, in totale solitudine, un’area e ha perfino iniziato a far preparare le piattaforme per la messa in opera degli edifici. Poi il Comune si è ribellato e ha indicato una zona totalmente differente ma che aveva l’obiettivo di mantenere unita la comunità attorno al centro storico. Risultato? Le 170 case andranno in altri comuni della valle e a Paganica tutto è bloccato. Addirittura le piattaforme sono state ricoperte. Questo tipo di “incidenti” sta avvenendo ovunque, e ovunque si ritarda ogni opera, ispezione, perizia. Bertolaso non cede, le comunità locali neppure. E si attende il .

Perché è sul che si gioca la partita vera. «Dopo il si capirà se i soldi ci sono sul serio, se hanno individuato chi costruirà e come e dove» spiega Jovannitti. «Per il resto terranno tutto fermo sperando che la situazione non degeneri». Ma la rete stesa su questo territorio dall’esecutivo non sta tenendo, perché l’affrettato e ambiguo decreto del sta allarmando non poco gli sfollati. Anche la sua versione emendata non rassicura, perché non sono stati fatti degli emendamenti “sostitutivi” ma modifiche “aggiuntive”. È stata infatti inserita la dicitura “rimborso totale” per le prime case di proprietà e residenza senza togliere la soglia dei 150mila euro per lo stesso obiettivo. Come se il avesse deciso che il totale è al massimo 150mila e basta. E non solo. Non è stata modificata la ripartizione di queste somme, di cui solo 50mila euro a fondo perduto da parte dello e il resto a mutui agevolati e detassazioni. «Trucchi contabili», è la definizione del decreto più diffusa fra le tende. E la rabbia cresce. «Tremonti è molto abile - prosegue Jovannitti - si è tenuto lontano dai riflettori, non si è associato alle roboanti promesse di e dei suoi ministri. Una presa di distanza? Forse. O soltanto la necessità di sopravvivere quando la situazione precipiterà».

Ma c’è qualcun altro che le distanze inizia a prenderle. Si tratta di molti dei politici locali del centrodestra, addirittura di alcuni eletti nelle liste di Forza , che, mesi sotto pressione da parte dei propri elettori, si stanno sempre più numerosi associando al coro di contro il decreto e la militarizzazione del territorio guidato in questa fase dalla presidente della Provincia Pezzopane e, in seconda battuta, dal sindaco de L’Aquila Cialente. E in particolare il disagio verso la propria di sembra montare tra le fila degli eletti di An. Reggerà questo castello di carte fino al ? Sì, se la militarizzazione tiene (e segnali contrari arrivano anche dall’interno delle forze dell’ordine e dei Vigili del fuoco). Sì, se i “ribelli” del Pdl si riallineeranno dopo una bella ramanzina da parte del partito “d’azienda, di e di lotta” nato dalla fusione di An e Forza . Sì, se non si verificherà qualche incidente nelle tendopoli facendo franare l’ordine pubblico. Perché è evidente, oggi, che basterà una piccola scintilla a far esplodere la rivolta nei campi che, non essendoci più un quadro di riferimento politico, non avrà altra via di sfogo che la rabbia.
Fonte:Agoravox
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Di Pietro Orsatti


Pattugliamenti, posti di blocco, sorveglianza aerea notturna, zone rosse e “green zone” ultraprotetta del polo amministrativo militare di Coppito. Un’emergenza affrontata come una guerra di Pietro Orsatti da L’Aquila (su left-Avvenimenti).


La partita che si gioca in Abruzzo in questi giorni è difficilissima. Da un lato si stanno modificando a colpi di decreto e di gestione dell’emergenza l’insieme di regole che tengono insieme lo , dall’altro si ridisegna probabilmente l’equilibrio che tiene in piedi il Pdl e il .

A L’Aquila forse non ci si gioca tutto, ma molto sì: sulla questione dei risarcimenti, su come sono stati esautorati enti e amministrazioni locali, sulla necessità di imporre a un pacifico territorio una muscolare Protezione civile, che di civile - vista la militarizzazione del territorio - ha molto poco.


Sistema Baghdad.

Ci sono le zone rosse, c’è la “green zone” ultra protetta del polo amministrativo militare di Coppito, pattugliamenti, posti di blocco ovunque e sorveglianza aerea notturna. Si sta affrontando questa emergenza causata da una catastrofe naturale come se si fosse in guerra, anzi come se si gestisse un’occupazione militare.

«Disinformazione, esautorazione delle comunità, arroganza nel trattare con gli amministratori locali da parte del sottosegretario Bertolaso, lasciato comunque solo, unico interlocutore, a trattare con gli abruzzesi. Bertolaso che, costretto all’angolo promette, prende impegni, che poi puntualmente il Consiglio dei ministri ribalta. Spero che non sia un gioco delle parti». A parlare è Alvaro Jovannitti, ex parlamentare ed ex segretario regionale del Pci negli anni Settanta, una delle memorie storiche di questo territorio. Lui pensava di godersi la pensione, di occuparsi di storia del operaio in Abruzzo, abbandonando la attiva. Ma la scossa del 6 aprile lo ha riproiettato sulla scena come animatore di assemblee e incontri soprattutto fra gli sfollati della costa, che paradossalmente oggi sono quelli che vivono difficoltà ancora più gravi di quelli rimasti nelle tendopoli ma sul loro territorio. «Da un lato il , rendendosi conto che i costi per mantenere migliaia persone in case private o alberghi sono molto più alti che averli nei campi, ha individuato il termine del 30 maggio. C’è un’ipotesi di proroga sul tavolo, ma i soldi stanziati sono meno di un terzo della soglia minima richiesta da albergatori e proprietari di case». E quindi fra poco meno di 15 giorni potrebbe verificarsi il rientro di chi ha preferito abbandonare temporaneamente le proprie comunità di origine in tendopoli già ora sature e con il caldo al limite della tenuta sia sul piano igienico sanitario che psicologico.

Un altro dato che pesa e peserà sempre di più a è che, dopo la gestione immediata dell’emergenza, non sta accadendo nulla. Nessun cantiere, nessuna opera sostanziale di consolidamento e soprattutto nessuna casetta, baracca, azione anche provvisoria di ricostruzione. I centri storici sono deserti, circondati da militari, e dentro non sta avvenendo nulla. E intanto è iniziato un vero e proprio braccio di ferro fra Protezione civile e autorità locali (a esclusione della Regione del tutto assente in questa fase) sull’individuazione delle aree dove ricostruire. Già si è verificato una impasse a dir poco imbarazzante. I Comuni hanno indicato delle aree, la Protezione civile altre. E ciascuno immobilizza la scelta del soggetto “rivale”. Anche perché la Protezione civile agisce d’imperio, senza nessun contatto con gli uffici tecnici e le amministrazioni, mentre respinge, si sospetta di routine, ogni proposta alternativa. Un esempio di quello che sta accadendo è si è verificato a Paganica, frazione de L’Aquila. La provincia di Trento ha stanziato il denaro necessario e bandito una gara per la costruzione di 170 case costruite con i principi di bioarchitettura da destinare a questo paese alle porte della valle dell’Aterno. Consegna prevista, circa 20 giorni fa. La Protezione civile ha individuato, in totale solitudine, un’area e ha perfino iniziato a far preparare le piattaforme per la messa in opera degli edifici. Poi il Comune si è ribellato e ha indicato una zona totalmente differente ma che aveva l’obiettivo di mantenere unita la comunità attorno al centro storico. Risultato? Le 170 case andranno in altri comuni della valle e a Paganica tutto è bloccato. Addirittura le piattaforme sono state ricoperte. Questo tipo di “incidenti” sta avvenendo ovunque, e ovunque si ritarda ogni opera, ispezione, perizia. Bertolaso non cede, le comunità locali neppure. E si attende il .

Perché è sul che si gioca la partita vera. «Dopo il si capirà se i soldi ci sono sul serio, se hanno individuato chi costruirà e come e dove» spiega Jovannitti. «Per il resto terranno tutto fermo sperando che la situazione non degeneri». Ma la rete stesa su questo territorio dall’esecutivo non sta tenendo, perché l’affrettato e ambiguo decreto del sta allarmando non poco gli sfollati. Anche la sua versione emendata non rassicura, perché non sono stati fatti degli emendamenti “sostitutivi” ma modifiche “aggiuntive”. È stata infatti inserita la dicitura “rimborso totale” per le prime case di proprietà e residenza senza togliere la soglia dei 150mila euro per lo stesso obiettivo. Come se il avesse deciso che il totale è al massimo 150mila e basta. E non solo. Non è stata modificata la ripartizione di queste somme, di cui solo 50mila euro a fondo perduto da parte dello e il resto a mutui agevolati e detassazioni. «Trucchi contabili», è la definizione del decreto più diffusa fra le tende. E la rabbia cresce. «Tremonti è molto abile - prosegue Jovannitti - si è tenuto lontano dai riflettori, non si è associato alle roboanti promesse di e dei suoi ministri. Una presa di distanza? Forse. O soltanto la necessità di sopravvivere quando la situazione precipiterà».

Ma c’è qualcun altro che le distanze inizia a prenderle. Si tratta di molti dei politici locali del centrodestra, addirittura di alcuni eletti nelle liste di Forza , che, mesi sotto pressione da parte dei propri elettori, si stanno sempre più numerosi associando al coro di contro il decreto e la militarizzazione del territorio guidato in questa fase dalla presidente della Provincia Pezzopane e, in seconda battuta, dal sindaco de L’Aquila Cialente. E in particolare il disagio verso la propria di sembra montare tra le fila degli eletti di An. Reggerà questo castello di carte fino al ? Sì, se la militarizzazione tiene (e segnali contrari arrivano anche dall’interno delle forze dell’ordine e dei Vigili del fuoco). Sì, se i “ribelli” del Pdl si riallineeranno dopo una bella ramanzina da parte del partito “d’azienda, di e di lotta” nato dalla fusione di An e Forza . Sì, se non si verificherà qualche incidente nelle tendopoli facendo franare l’ordine pubblico. Perché è evidente, oggi, che basterà una piccola scintilla a far esplodere la rivolta nei campi che, non essendoci più un quadro di riferimento politico, non avrà altra via di sfogo che la rabbia.
Fonte:Agoravox

Raffineria Saras: morti annunciate....

Il 10 marzo 2009 parlavamo già del documentario denuncia "Oil" , che ben descive e denunciava, tramite una video-inchiesta sul polo petrolchimico sardo del regista indipendente Massimiliano Mazzotta, l'inquinamento prodotto, nonchè le condizioni di lavoro e i turni massacranti, dalla raffineria Saras situata nel comune di Sarroch in provincia di Cagliari.

Nessun intervento da allora ad oggi nè dalla politica tantomeno dal sindacato.

Nessuna voce si alza nemmeno oggi per denunciare i danni, già accertati, al DNA infantile dei bambini sarrochesi causati dall'inquinamento ambientale.

Chi ora si stupisce della "disgrazia" e se ne rammarica, in attesa di altre disgrazie e dei morti da tumore, dovrebbe solo VERGOGNARSI.

Siamo comunque sicuri che la morte dei tre operai non cambierà niente.
Altri operai od operaie moriranno oggi ed altri ancora domani e poi dopodomani, una spaventosa ecatombe che riempie l’Italia di vedove e di orfani, nel disinteresse dei maggiori mezzi d'informazione, della politica e con la complicità, subalterna agli interessi imprenditoriali, di una larga parte del sindacato.

Ricordiamo inoltre che il comune di Sarroch non volle concedere un qualsiasi spazio pubblico per la proiezione del film e che lo stesso è stato ignorato dalla quasi totalità dei mezzi di informazione locali e nazionali.


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Il 10 marzo 2009 parlavamo già del documentario denuncia "Oil" , che ben descive e denunciava, tramite una video-inchiesta sul polo petrolchimico sardo del regista indipendente Massimiliano Mazzotta, l'inquinamento prodotto, nonchè le condizioni di lavoro e i turni massacranti, dalla raffineria Saras situata nel comune di Sarroch in provincia di Cagliari.

Nessun intervento da allora ad oggi nè dalla politica tantomeno dal sindacato.

Nessuna voce si alza nemmeno oggi per denunciare i danni, già accertati, al DNA infantile dei bambini sarrochesi causati dall'inquinamento ambientale.

Chi ora si stupisce della "disgrazia" e se ne rammarica, in attesa di altre disgrazie e dei morti da tumore, dovrebbe solo VERGOGNARSI.

Siamo comunque sicuri che la morte dei tre operai non cambierà niente.
Altri operai od operaie moriranno oggi ed altri ancora domani e poi dopodomani, una spaventosa ecatombe che riempie l’Italia di vedove e di orfani, nel disinteresse dei maggiori mezzi d'informazione, della politica e con la complicità, subalterna agli interessi imprenditoriali, di una larga parte del sindacato.

Ricordiamo inoltre che il comune di Sarroch non volle concedere un qualsiasi spazio pubblico per la proiezione del film e che lo stesso è stato ignorato dalla quasi totalità dei mezzi di informazione locali e nazionali.


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Solidarietà gaetana: resoconto della visita del Sindaco Raimondi a L’Aquila, Onna e Fagnano Alto


Il Sindaco di Gaeta, Antonio Raimondi, e il presidente del Consiglio Comunale, Pasqualino Magliuzzi, hanno visitato le città dell’Aquila, la frazione di Onna e il comune di Fagnano Alto. Nel capoluogo abruzzese hanno incontrato il sindaco Massimo Cialente.

“Siamo rimasti molto colpiti da questa visita. Il sindaco Cialente ci ha chiesto di non far mancare la nostra solidarietà dal punto di vista politico per avviare la ricostruzione. Ci siamo già attivati in questa prima fase e vogliamo fare molto di più adesso, per questo ci terremo in contatto per stabilire insieme un’opera che potrà essere realizzata dal comune di Gaeta – dichiara Raimondi – In seguito, ci siamo spostati ad Onna, la frazione che ha subito maggiori danni: c’è un’aria spettrale anche perché su 288 abitanti ci sono state 41 vittime. Abbiamo visitato il campo della Protezione Civile e toccato con mano le condizioni di vita. L’associazione «Onna Onlus», creata apposta per canalizzare gli aiuti per la post emergenza e ricostruzione, ci ha fatto da guida. Stanno arrivando i condizionatori perché nelle tende fa molto caldo. Gli abitanti aspettano la possibilità di spostarsi nelle case in legno per uscire dalle tende”.

“Infine, siamo stati a Fagnano Alto, che conta circa 500 abitanti sparsi in 10 frazioni, dove la Protezione Civile di Gaeta ha allestito un campo molto ben tenuto e organizzato che dimostra il valore dell’associazione «La Fenice» e gli abitanti sono molto grati ai cittadini di Gaeta per quello che ha fatto e sicuramente ancora farà – conclude il Sindaco - Visitando i luoghi ci si rende conto che passeranno anni prima di tornare ad una vera normalità. Come amministrazione studieremo varie forme di solidarietà che potranno sicuramente essere d’aiuto”.
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Il Sindaco di Gaeta, Antonio Raimondi, e il presidente del Consiglio Comunale, Pasqualino Magliuzzi, hanno visitato le città dell’Aquila, la frazione di Onna e il comune di Fagnano Alto. Nel capoluogo abruzzese hanno incontrato il sindaco Massimo Cialente.

“Siamo rimasti molto colpiti da questa visita. Il sindaco Cialente ci ha chiesto di non far mancare la nostra solidarietà dal punto di vista politico per avviare la ricostruzione. Ci siamo già attivati in questa prima fase e vogliamo fare molto di più adesso, per questo ci terremo in contatto per stabilire insieme un’opera che potrà essere realizzata dal comune di Gaeta – dichiara Raimondi – In seguito, ci siamo spostati ad Onna, la frazione che ha subito maggiori danni: c’è un’aria spettrale anche perché su 288 abitanti ci sono state 41 vittime. Abbiamo visitato il campo della Protezione Civile e toccato con mano le condizioni di vita. L’associazione «Onna Onlus», creata apposta per canalizzare gli aiuti per la post emergenza e ricostruzione, ci ha fatto da guida. Stanno arrivando i condizionatori perché nelle tende fa molto caldo. Gli abitanti aspettano la possibilità di spostarsi nelle case in legno per uscire dalle tende”.

“Infine, siamo stati a Fagnano Alto, che conta circa 500 abitanti sparsi in 10 frazioni, dove la Protezione Civile di Gaeta ha allestito un campo molto ben tenuto e organizzato che dimostra il valore dell’associazione «La Fenice» e gli abitanti sono molto grati ai cittadini di Gaeta per quello che ha fatto e sicuramente ancora farà – conclude il Sindaco - Visitando i luoghi ci si rende conto che passeranno anni prima di tornare ad una vera normalità. Come amministrazione studieremo varie forme di solidarietà che potranno sicuramente essere d’aiuto”.

Non pagare il pizzo è una questione d'onore!!!



Cè una donna, una madre, che dopo anni di vessazioni decide di chiudere la porta
in faccia ai mafiosi. Cè un ragazzo cresciuto a sbirciare dalla serratura le minacce e i pestaggi subìti
dal padre, un imprenditore che sceglie di non piegarsi ai ricatti...
E poi cè un mafioso—sì, anche un mafioso—,uno di quei padrini della vecchia guardia
messo ormai alle corde da inchieste, pentiti, retate e da una società che ormai ha deciso di non assecondare più le loro richieste, le loro minacce..

Perché «non pagare il pizzo è una questione donore».

È questo lo slogan della nuova campagna contro il racket delle estorsioni..

luomo donore è quello che si ribella e non quello arruolato da Cosa Nostra..

Tutti uniti con un unico intento: sensibilizzare lopinione pubblica, gli esercenti e gli imprenditori a
non arrendersi alla violenza mafiosa delle estorsioni e a sviluppare una ribellione civile che possa
diventare il manifesto culturale dei siciliani.

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Cè una donna, una madre, che dopo anni di vessazioni decide di chiudere la porta
in faccia ai mafiosi. Cè un ragazzo cresciuto a sbirciare dalla serratura le minacce e i pestaggi subìti
dal padre, un imprenditore che sceglie di non piegarsi ai ricatti...
E poi cè un mafioso—sì, anche un mafioso—,uno di quei padrini della vecchia guardia
messo ormai alle corde da inchieste, pentiti, retate e da una società che ormai ha deciso di non assecondare più le loro richieste, le loro minacce..

Perché «non pagare il pizzo è una questione donore».

È questo lo slogan della nuova campagna contro il racket delle estorsioni..

luomo donore è quello che si ribella e non quello arruolato da Cosa Nostra..

Tutti uniti con un unico intento: sensibilizzare lopinione pubblica, gli esercenti e gli imprenditori a
non arrendersi alla violenza mafiosa delle estorsioni e a sviluppare una ribellione civile che possa
diventare il manifesto culturale dei siciliani.

martedì 26 maggio 2009

RADIO MAFIOPOLI 30 - IL SORRISO DI BRUNO CACCIA



Mafiopoli, provincia d'Italia, è il paese dove siamo maestri a cominciare le storie sempre dalla fine. Senza una fine certificata non siamo capaci di leggere una storia, senza il brivido finale. Ci siamo disabituati a raccontarle le storie, siamo diventati maestri del confezionamento, facciamo i pacchetti con nastri e ceralacca più belli del mondo, abbiamo professionisti sempre in tourné che ci raccontano i morticome fossero un arcobaleno perché il bianco e nero invece ci dicono che è vecchio, il bianco o nero è addirittura troppo radicale, e si sa che a Mafiopoli c'è da essere chic.



Questa storia è una storia che inizia con la fine il 26 giugno, di domenica a Torino. Se fosse in bianco e nero il 26 giugno 1983 sarebbe grigio come la menta che è appassita, una domenica che ti suda addosso come una doccia fatta troppo di fredda. È la passeggiata aggrappata al marciapiede di un uomo, un guinzaglio e il cane. E che interesse può accendere una camminata dopo cena in bianco e nero con un cane? Per questo siamo dovuti andare a riprenderla nel cestino del corridoio.



Lui cammina mentre slappa il sapore fresco del caffè tra il palato e la lingua, il cane annusa la sua passeggiata che gli insegna che è sera e forse questo asfalto che cerca di scollarsi ci dice che è fine giugno. Le passeggiate dopo cena sono sempre un fruscio degno, un vento tra le orecchie e il cuore anche se non c'è vento, una sigaretta per assaggiare il retrogusto di anche oggi cos'è stato, una pausa con la parrucca della sigla di coda. Se fosse in bianco e nero quella passeggiata sarebbe un battere di palpebre.



Chissà cosa pensava, Bruno Caccia, quella sera, sempre così sacerdote delle giornate bianco o nero, mentre si sedeva con gli occhi sull'altalena del guinzaglio e della coda; se pensava al gusto stringente di chi ha deciso che è domenica, e la domenica sera con il cane appoggiando per un secondo sul comodino la scorta dovrebbe essere un diritto anche delle solitudini più malinconiche, o se pensava a come fosse a dormire comodo questo nord di Mafiopoli che succhia l'osso dell'immunità narcotizzato dalla sua stessa presunzione. Come un coccodrillo sdentato che si prende il sole. Chissà se aveva ancora voglia di pensarci, a quell'ora che si mette sul cuscino perché è poco prima della notte, a quei vermi liquidi che zampettavano sulle gambe e sulla schiena del Piemonte addormentato, sdentato e fiero che tra il bianco e il nero aveva scelto la cuccia e la catena.



A Mafiopoli ci insegnano sempre che è di cattivo gusto fare i nomi. Caro Bruno, hanno cercato di consigliartela spesso la buona educazione di Mafiopoli. Non fare i nomi. E allora facciamo finta che non ci siano intorno a questa storia che è passata come un brodino con un dado artificiale, facciamo finta che non ci siano a sapere e ascoltare i mastri della 'Ndrangheta che si attaccano seccati alla suola delle scarpe di una regione a forma di coccodrillo, facciamo finta che non siano né gli Agresta, né i Belcastro, o Bonavota, Bruzzaniti, D'Agostino, Ilacqua, Macrì, Mancuso, Megna, Morabito, Marando, Napoli, Palamara, Polifrone, Romanello, Trimboli, Ursino, Varacolli, Vrenna. In ordine alfabetico, messi in fila per matricola: come lo scarico dei capi al mercato dei suini secondo la marca pinzata all'orecchio. E lasciando fuori, per adesso, i Belfiore, che in questa storia di marciapiede, bianco o nero, sono il concime.



Chissà se ci pensava Bruno Caccia a quanto marciapiede avrebbe dovuto mangiare per svegliare il coccodrillo e urlargli dentro i buchi delle orecchie che era tempo di cominciare a grattarsi, a farle scivolare queste zecche marce che succhiano e si nascondono tra i peli. Chissà se ci pensava il magistrato Caccia, mentre sul marciapiede seguiva il passo soffice del cane e del suo collare, a com'è impudicamente nuda una città con un palazzo di giustizia che è un arcobaleno acido di caffè, mani strette e corna pericolose. Lì dove uno dei capi dei vermi, quel Domenico Belfiore che nella storia è un tumore che appassisce, chiacchericcia con il procuratore Luigi Moschella. Un bacio umido con la lingua al sugo tra 'Ndrangheta e magistratura. Chissà se non gli si chiudeva lo stomaco a Bruno Caccia, sempre così fiero del bianco o del nero.



Siamo al primo lampione, cane e padrone, sotto quella luce di vetro che solo Torino sa riflettere così grigia.



Se ci fosse la colonna sonora da destra a sinistra sarebbe: il cuscinettìo delle zampe del cane, lo spelazzo della coda, il cotone della solitudine intesta alla sera di lui e più dietro, quasi fuori quinta, una 128 che cigola marinaia come tutte le fiat il 26 giugno del 1983.



Chissà che pensieri evaporavano dentro i sedili di plastica di quel marrone secco della 128. Chissà se erano fieri a sganciare la leva del cambio anoressica e zincata, per questa missione da bracconieri della dignità. Chissà come brillava la faccia a Domenico Belfiore mentre ordinava quella 128 e la polvere da sparo come si ordina una frittura per secondo, chissà come si erano sniffati la potenza di avere ammaestrato i catanesi alla 'ndrina, di avere preso anche Cosa Nostra come cameriera, chissà come avevano riso pensando che proprio loro, con Gianfranco Gonnella, alzavano la saracinesca del caffè sotto il tribunale, in una colazione che serviva a mischiare rapporti per l'interesse di stare sempre nel grigio, vendendosi il crimine e la giustizia e mischiare tutto con il cucchiaino.



Mi dico che forse Bruno Caccia non riusciva a fumarseli nemmeno nella passeggiata di coscienza alla sera quei nomi che aveva deciso di tenersi bene a mente, come succede per un titolo che rimane anni incastrato nel portafoglio perché prima o poi ci può servire. Ecco, forse, mi viene da pensare, Bruno Caccia è un magistrato con la schiena dritta ma soprattutto un uomo di memoria, ma la memoria attiva quella vera che ormai qui a Mafiopoli è andata fuori produzione. Quella che serve per leggere le storie mentre succedono e se hai un po' di fortuna immaginare di prevedere anche la mattina di domani. Mica quelle memorie in confezioni da 6 da accendere come le candeline in quelle storie che si cominciano a raccontare partendo dalla fine. Una memoria in camicia e con un cane sotto il secondo lampione.



Chissà se avranno pensato di spararci anche al cane, quei manovali disonorati nel costume mai credibile degli uomini d'onore mentre si avvicinavano a Bruno Caccia, il suo cane e per stasera niente scorta, chissà come schizzava olio quel soffritto nel cervello per sentirsi capaci di meritarsi anche stasera un pacca dal boss, quella 128 farcita di codardi che 25 anni dopo non sono ancora stati pescati. Chissà se pensano di essere impuniti dimenticando di avere prenotato in una sera il posto riservato nell'inferno dei picciotto e degli omuncoli.



14 colpi ad ascoltarli di seguito in una sera di 26 Giugno in via Sommacampagna a Torino sono una fanfara della codardia che tossisce. 14 volte di sforzi dallo stomaco di un rigurgito a pezzettoni. La risata di potenza di Mimmo Belfiore e suo cognato Palcido Barresi che apre lo sfintere. 14 spari in una serata d'estate suonano come una canzone d'amore suonata con le pietre. Chissà cosa avrà pensato il cane, nel vedere quegli uomini a forma di stracci mentre scendono per finire con tre colpi Bruno Caccia, il suo padrone, e ripartire veloci a prendersi gli applausi della grande famiglia di vomito e merda. Chissà a che punto era arrivato il magistrato a passeggio a pensare a tutti i fili dei nei di una regione che dormiva.



Tutto proprio sotto al secondo lampione. Dicono che Torino ogni tanto sia funebre: quella sera era a forma di cuore schiacciato da una ruota all'incrocio.



Mafiopoli, provincia d'Italia, è il paese dove siamo maestri a cominciare le storie sempre dalla fine. Senza una fine certificata non siamo capaci di leggere una storia, senza il brivido finale. Ci siamo disabituati a raccontarle le storie, siamo diventati maestri del confezionamento, facciamo i pacchetti con nastri e ceralacca più belli del mondo, abbiamo professionisti sempre in tourné che ci raccontano i morti come fossero un arcobaleno perché il bianco e nero invece ci dicono che è vecchio, il bianco o nero è addirittura troppo radicale, e si sa che a Mafiopoli c'è da essere chic.



Che il magistrato Bruno Caccia sia stato ucciso il 26 Giugno 1983 da ignobili ignoti è rportato in qualche foglio tarmato scritto probabilmente con una stampante ad aghi. Ma gli avvoltoi tra le macerie della memoria si sono subito messi in tasca i soprammobili di quella storia con questa fine così cinematografica da non farsi scappare. E ti hanno regalato la memoria, caro Bruno, quella memoria di polistirolo buona per le sfilate per appiccicarci un nome al cartello bianco con sfondo bianco di una via. In questa Mafiopoli dove tutto va al contrario e bisogna prendersi la responsabilità di sperare in una fine certificata perché almeno si mettano a cercare cosa era successo prima.



Mi chiedo Mimmo Belfiore, cosa starai pensando adesso. Se un po' non ti disturba che quella memoria che pensavi di avere rapinato tutta oggi è diventata una preghiera laica e quotidiana ogni mattina. Proprio qui, proprio dentro casa tua, nella tua cascina senza porcilaie ma che è stata piena di porci. Mi chiedo se ti brucia, mentre in carcere recitavi la parte dell'invincibile avere detto a Miano che Caccia l'avevi fatto ammazzare tu. Chissà come ci sei rimasto male, tradito da un infame e da un infermiere che il coraggio lo praticano per amore e non per una puttana a forma di maestà. Chissà quando te lo raccontano che a casa tua piano piano i guardiani del faro stanno strofinando via l'odore della tua famiglia e della vergogna. Chissà che magari, come tutti i tuoi compari non preghi di essere messo nelle mani di Dio e lui non ti aspetti sotto un lampione su una 128. Chissà se un giorno a voi mafiosi per un allineamento degli astri non vi succeda che riusciate ad avere un sussulto per vedervi allo specchio così anoressici d'indignità. Chissà se ci hai creduto davvero che tuo fratello Sasà riuscisse a continuare impunito mentre faceva girare in 4 anni 11 quintali di cocaina. Dal Brasile poi in Spagna fino a Genova e Torino nell'ennesimo giro del mondo dei soldi in polvere. E chissà se non ti dispiace che tuo fratello Beppe invece non sia proprio all'altezza, lui che si è buttato sul gioco d'azzardo e alla fine si è azzardato troppo anche se aveva le spalle coperte dalla 'ndrina Crea. Chissà come ti suona stonato sentire suonare una memoria libera proprio qui nel tuo cortile dove travestito da boss del presepe ti compravi la benevolenza con le ricotte. Chissà se un po' non hai sorriso sapendo che alcuni tuoi compaesani di San Sebastiano Po temevano i disagiati per la "sicurezza pubblica", impauriti dai disagiati del gruppo Abele dopo che ti avevano lasciato pascolare e sporcare per tutti questi anni. Vorrei chiederti, caro Mimmo, se non stai pensando che si avvicini la data di scadenza del tuo onore.



Bruno Caccia e il suo cane sono quei due sotto al secondo lampione.



A Mafiopoli le storie si cominciano a raccontare dalla fine. Bruno Caccia doveva finire il 26 giugno, che dico, per uno scherzo del destino il 26 giugno io ci sono pure nato. Oggi c'è un cortile, un cortile scippato ai Belfiore, un cortile che è stato rapinato al rapinatore, un cortile che vuole diventare da grande un giardino e una memoria che con le unghie sta rompendo il guscio. E il magistrato severo, sono sicuro, non riuscirebbe a trattenere un sorriso.

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Mafiopoli, provincia d'Italia, è il paese dove siamo maestri a cominciare le storie sempre dalla fine. Senza una fine certificata non siamo capaci di leggere una storia, senza il brivido finale. Ci siamo disabituati a raccontarle le storie, siamo diventati maestri del confezionamento, facciamo i pacchetti con nastri e ceralacca più belli del mondo, abbiamo professionisti sempre in tourné che ci raccontano i morticome fossero un arcobaleno perché il bianco e nero invece ci dicono che è vecchio, il bianco o nero è addirittura troppo radicale, e si sa che a Mafiopoli c'è da essere chic.



Questa storia è una storia che inizia con la fine il 26 giugno, di domenica a Torino. Se fosse in bianco e nero il 26 giugno 1983 sarebbe grigio come la menta che è appassita, una domenica che ti suda addosso come una doccia fatta troppo di fredda. È la passeggiata aggrappata al marciapiede di un uomo, un guinzaglio e il cane. E che interesse può accendere una camminata dopo cena in bianco e nero con un cane? Per questo siamo dovuti andare a riprenderla nel cestino del corridoio.



Lui cammina mentre slappa il sapore fresco del caffè tra il palato e la lingua, il cane annusa la sua passeggiata che gli insegna che è sera e forse questo asfalto che cerca di scollarsi ci dice che è fine giugno. Le passeggiate dopo cena sono sempre un fruscio degno, un vento tra le orecchie e il cuore anche se non c'è vento, una sigaretta per assaggiare il retrogusto di anche oggi cos'è stato, una pausa con la parrucca della sigla di coda. Se fosse in bianco e nero quella passeggiata sarebbe un battere di palpebre.



Chissà cosa pensava, Bruno Caccia, quella sera, sempre così sacerdote delle giornate bianco o nero, mentre si sedeva con gli occhi sull'altalena del guinzaglio e della coda; se pensava al gusto stringente di chi ha deciso che è domenica, e la domenica sera con il cane appoggiando per un secondo sul comodino la scorta dovrebbe essere un diritto anche delle solitudini più malinconiche, o se pensava a come fosse a dormire comodo questo nord di Mafiopoli che succhia l'osso dell'immunità narcotizzato dalla sua stessa presunzione. Come un coccodrillo sdentato che si prende il sole. Chissà se aveva ancora voglia di pensarci, a quell'ora che si mette sul cuscino perché è poco prima della notte, a quei vermi liquidi che zampettavano sulle gambe e sulla schiena del Piemonte addormentato, sdentato e fiero che tra il bianco e il nero aveva scelto la cuccia e la catena.



A Mafiopoli ci insegnano sempre che è di cattivo gusto fare i nomi. Caro Bruno, hanno cercato di consigliartela spesso la buona educazione di Mafiopoli. Non fare i nomi. E allora facciamo finta che non ci siano intorno a questa storia che è passata come un brodino con un dado artificiale, facciamo finta che non ci siano a sapere e ascoltare i mastri della 'Ndrangheta che si attaccano seccati alla suola delle scarpe di una regione a forma di coccodrillo, facciamo finta che non siano né gli Agresta, né i Belcastro, o Bonavota, Bruzzaniti, D'Agostino, Ilacqua, Macrì, Mancuso, Megna, Morabito, Marando, Napoli, Palamara, Polifrone, Romanello, Trimboli, Ursino, Varacolli, Vrenna. In ordine alfabetico, messi in fila per matricola: come lo scarico dei capi al mercato dei suini secondo la marca pinzata all'orecchio. E lasciando fuori, per adesso, i Belfiore, che in questa storia di marciapiede, bianco o nero, sono il concime.



Chissà se ci pensava Bruno Caccia a quanto marciapiede avrebbe dovuto mangiare per svegliare il coccodrillo e urlargli dentro i buchi delle orecchie che era tempo di cominciare a grattarsi, a farle scivolare queste zecche marce che succhiano e si nascondono tra i peli. Chissà se ci pensava il magistrato Caccia, mentre sul marciapiede seguiva il passo soffice del cane e del suo collare, a com'è impudicamente nuda una città con un palazzo di giustizia che è un arcobaleno acido di caffè, mani strette e corna pericolose. Lì dove uno dei capi dei vermi, quel Domenico Belfiore che nella storia è un tumore che appassisce, chiacchericcia con il procuratore Luigi Moschella. Un bacio umido con la lingua al sugo tra 'Ndrangheta e magistratura. Chissà se non gli si chiudeva lo stomaco a Bruno Caccia, sempre così fiero del bianco o del nero.



Siamo al primo lampione, cane e padrone, sotto quella luce di vetro che solo Torino sa riflettere così grigia.



Se ci fosse la colonna sonora da destra a sinistra sarebbe: il cuscinettìo delle zampe del cane, lo spelazzo della coda, il cotone della solitudine intesta alla sera di lui e più dietro, quasi fuori quinta, una 128 che cigola marinaia come tutte le fiat il 26 giugno del 1983.



Chissà che pensieri evaporavano dentro i sedili di plastica di quel marrone secco della 128. Chissà se erano fieri a sganciare la leva del cambio anoressica e zincata, per questa missione da bracconieri della dignità. Chissà come brillava la faccia a Domenico Belfiore mentre ordinava quella 128 e la polvere da sparo come si ordina una frittura per secondo, chissà come si erano sniffati la potenza di avere ammaestrato i catanesi alla 'ndrina, di avere preso anche Cosa Nostra come cameriera, chissà come avevano riso pensando che proprio loro, con Gianfranco Gonnella, alzavano la saracinesca del caffè sotto il tribunale, in una colazione che serviva a mischiare rapporti per l'interesse di stare sempre nel grigio, vendendosi il crimine e la giustizia e mischiare tutto con il cucchiaino.



Mi dico che forse Bruno Caccia non riusciva a fumarseli nemmeno nella passeggiata di coscienza alla sera quei nomi che aveva deciso di tenersi bene a mente, come succede per un titolo che rimane anni incastrato nel portafoglio perché prima o poi ci può servire. Ecco, forse, mi viene da pensare, Bruno Caccia è un magistrato con la schiena dritta ma soprattutto un uomo di memoria, ma la memoria attiva quella vera che ormai qui a Mafiopoli è andata fuori produzione. Quella che serve per leggere le storie mentre succedono e se hai un po' di fortuna immaginare di prevedere anche la mattina di domani. Mica quelle memorie in confezioni da 6 da accendere come le candeline in quelle storie che si cominciano a raccontare partendo dalla fine. Una memoria in camicia e con un cane sotto il secondo lampione.



Chissà se avranno pensato di spararci anche al cane, quei manovali disonorati nel costume mai credibile degli uomini d'onore mentre si avvicinavano a Bruno Caccia, il suo cane e per stasera niente scorta, chissà come schizzava olio quel soffritto nel cervello per sentirsi capaci di meritarsi anche stasera un pacca dal boss, quella 128 farcita di codardi che 25 anni dopo non sono ancora stati pescati. Chissà se pensano di essere impuniti dimenticando di avere prenotato in una sera il posto riservato nell'inferno dei picciotto e degli omuncoli.



14 colpi ad ascoltarli di seguito in una sera di 26 Giugno in via Sommacampagna a Torino sono una fanfara della codardia che tossisce. 14 volte di sforzi dallo stomaco di un rigurgito a pezzettoni. La risata di potenza di Mimmo Belfiore e suo cognato Palcido Barresi che apre lo sfintere. 14 spari in una serata d'estate suonano come una canzone d'amore suonata con le pietre. Chissà cosa avrà pensato il cane, nel vedere quegli uomini a forma di stracci mentre scendono per finire con tre colpi Bruno Caccia, il suo padrone, e ripartire veloci a prendersi gli applausi della grande famiglia di vomito e merda. Chissà a che punto era arrivato il magistrato a passeggio a pensare a tutti i fili dei nei di una regione che dormiva.



Tutto proprio sotto al secondo lampione. Dicono che Torino ogni tanto sia funebre: quella sera era a forma di cuore schiacciato da una ruota all'incrocio.



Mafiopoli, provincia d'Italia, è il paese dove siamo maestri a cominciare le storie sempre dalla fine. Senza una fine certificata non siamo capaci di leggere una storia, senza il brivido finale. Ci siamo disabituati a raccontarle le storie, siamo diventati maestri del confezionamento, facciamo i pacchetti con nastri e ceralacca più belli del mondo, abbiamo professionisti sempre in tourné che ci raccontano i morti come fossero un arcobaleno perché il bianco e nero invece ci dicono che è vecchio, il bianco o nero è addirittura troppo radicale, e si sa che a Mafiopoli c'è da essere chic.



Che il magistrato Bruno Caccia sia stato ucciso il 26 Giugno 1983 da ignobili ignoti è rportato in qualche foglio tarmato scritto probabilmente con una stampante ad aghi. Ma gli avvoltoi tra le macerie della memoria si sono subito messi in tasca i soprammobili di quella storia con questa fine così cinematografica da non farsi scappare. E ti hanno regalato la memoria, caro Bruno, quella memoria di polistirolo buona per le sfilate per appiccicarci un nome al cartello bianco con sfondo bianco di una via. In questa Mafiopoli dove tutto va al contrario e bisogna prendersi la responsabilità di sperare in una fine certificata perché almeno si mettano a cercare cosa era successo prima.



Mi chiedo Mimmo Belfiore, cosa starai pensando adesso. Se un po' non ti disturba che quella memoria che pensavi di avere rapinato tutta oggi è diventata una preghiera laica e quotidiana ogni mattina. Proprio qui, proprio dentro casa tua, nella tua cascina senza porcilaie ma che è stata piena di porci. Mi chiedo se ti brucia, mentre in carcere recitavi la parte dell'invincibile avere detto a Miano che Caccia l'avevi fatto ammazzare tu. Chissà come ci sei rimasto male, tradito da un infame e da un infermiere che il coraggio lo praticano per amore e non per una puttana a forma di maestà. Chissà quando te lo raccontano che a casa tua piano piano i guardiani del faro stanno strofinando via l'odore della tua famiglia e della vergogna. Chissà che magari, come tutti i tuoi compari non preghi di essere messo nelle mani di Dio e lui non ti aspetti sotto un lampione su una 128. Chissà se un giorno a voi mafiosi per un allineamento degli astri non vi succeda che riusciate ad avere un sussulto per vedervi allo specchio così anoressici d'indignità. Chissà se ci hai creduto davvero che tuo fratello Sasà riuscisse a continuare impunito mentre faceva girare in 4 anni 11 quintali di cocaina. Dal Brasile poi in Spagna fino a Genova e Torino nell'ennesimo giro del mondo dei soldi in polvere. E chissà se non ti dispiace che tuo fratello Beppe invece non sia proprio all'altezza, lui che si è buttato sul gioco d'azzardo e alla fine si è azzardato troppo anche se aveva le spalle coperte dalla 'ndrina Crea. Chissà come ti suona stonato sentire suonare una memoria libera proprio qui nel tuo cortile dove travestito da boss del presepe ti compravi la benevolenza con le ricotte. Chissà se un po' non hai sorriso sapendo che alcuni tuoi compaesani di San Sebastiano Po temevano i disagiati per la "sicurezza pubblica", impauriti dai disagiati del gruppo Abele dopo che ti avevano lasciato pascolare e sporcare per tutti questi anni. Vorrei chiederti, caro Mimmo, se non stai pensando che si avvicini la data di scadenza del tuo onore.



Bruno Caccia e il suo cane sono quei due sotto al secondo lampione.



A Mafiopoli le storie si cominciano a raccontare dalla fine. Bruno Caccia doveva finire il 26 giugno, che dico, per uno scherzo del destino il 26 giugno io ci sono pure nato. Oggi c'è un cortile, un cortile scippato ai Belfiore, un cortile che è stato rapinato al rapinatore, un cortile che vuole diventare da grande un giardino e una memoria che con le unghie sta rompendo il guscio. E il magistrato severo, sono sicuro, non riuscirebbe a trattenere un sorriso.

Opel. Scontro nel governo di Berlino


Di Morias
Oggi si apre la settimana decisiva per l’acquisizione della casa automobilistica di Ruesselsheim. La valutazione dei piani presentati dalle rivali Fiat, Magna e Rhj (ovvero il fondo Usa Ripplewood) stanno portando allo scontro tra il vice cancelliere Steinmeier ed il ministro dell’economia Guttenberg.

Oggi alcuni quotidiani tedeschi forniscono indiscrezioni che vorrebbero il cancelliere Angela Merkel propensa ad accettare il piano industriale presentato la scorsa settimana dal Lingotto, tanto è vero che si parla di un incontro tra lo stesso cancelliere e l’ad Sergio Marchionne fissato a Berlino per le prossima ore: il governo tedesco vuole arrivare ad una decisione entro mercoledì, o al più tardi giovedì.

Intanto non si placano le polemiche tra Steinmeier e Guttenberg.

Il vice cancelliere Steinmeier (SPD) candidato cancelliere per le prossime elezioni autunnali, prende le distanze dal ministro dell’economia Karl Theodor zu Guttenberg il quale, stando alle sue dichiarazioni, rafforza l’ipotesi secondo la quale nessuno dei piani di acquisto presentati soddisferebbe le richieste di Berlino, ipotizzando quindi l’insolvenza di Opel.

Steinmeier ha dichiarato: "Smettiamola finalmente con queste "chiacchiere" di insolvenza. Gli sforzi del governo federale devono essere volti a salvare quanti più posti di lavoro possibili, invece di evocare costantemente nuovi terrori".

Guttenberg (CDU) ha rimandato al mittente la polemica affermando che il piano di insolvenza non è poi così drammatico: si potrebbero continuare le trattative guardando ad esse da una prospettiva diversa.

Secondo quanto riportato dallo Spiegel online, secondo il ministro dell’economia "Smettiamola finalmente con queste "chiacchiere" di insolvenza. Gli sforzi del governo federale devono essere volti a salvare quanti più posti di lavoro possibili, invece di evocare costantemente nuovi terrori".

Tutti i piani presentati richiedono un forte impegno dell’esecutivo della Merkel, si parla di 6 o 7 miliardi di euro di aiuti statali: il problema è che lo stesso governo tedesco richiede adeguate garanzie di restituzione del prestito.

I contendenti devono essere in grado di rischiare anche per conto loro, non si può pensare di acquisire Opel solo con la garanzia finanziaria del governo: questi capitalisti devono essere in grado di assumersi anche il rischio di impresa.

Questo è quanto richiede Berlino.

Intanto sia Magna che Fiat hanno presentato delle modifiche ai loro piani originari, apportando dei "miglioramenti".

Proposta Magna

Magna destinerebbe il 30% dell’utile netto a ripagare l’indebitamento garantito dalla mano pubblica: questo sarebbe garantito dall’aleanza con i russi Gaz e con la banca Sberbank. Non dovrebbero essere distribuiti dividendi fino all’estinzione dell’intero indebitamento: quantificato in 4,5 miliardi di euro. Garanzie concesse per un periodo di cinque anni.

Stima una perdita occupazionale di 2500 unità e soprattutto non garantisce la funzionalità del sito di Bochum.

Proposta Fiat

Marchionne assicura di nuovo il mantenimento di tutti e quattro gli stabilimenti Opel in Germania e quelli Fiat in Italia, dirottando i sacrifici verso i siti austriaci ed ungheresi.

Chiede un intervento pubblico pari a 6 miliardi di euro (prima erano 7) ripagandoli in cinque anni attraverso i minori costi derivanti da una piattaforma produttiva comune, ed attraverso un risparmio di 1,5 miliardi all’anno derivante dalle sinergie Fiat-Opel (Marchionne pensa, a ragione, alle economie di scala in prospettiva futura).

Prevede un esubero di personale pari ad almeno 10 mila unità in tutta Europa, con al massimo un esubero di 2 mila unità in Germania: <>, afferma Marchionne.

Spin Off

Nel nuovo gruppo che nascerebbe dalla fusione dei due marchi, Fiat apporterebbe tutta la divisione auto ad eccezione di Ferrari e Maserati, per un valore complessivo pari a 6 miliardi di euro.

Nei giorni scorsi è spuntata la notizia dei soggetti coinvolti nello spin off, sono tre importanti banche: Intesa San Paolo, Unicredit Group e Goldman Sachs.

Con il termine spin off si indica quella modalità di nascita di una nuova impresa in cui sono coinvolte risorse umane che si distaccano da una determinata organizzazione. Si crea, quindi, un nuovo spin off ogni volta che soggetti, impegnati in contesti industriali, danno vita ad un’iniziativa imprenditoriale, valorizzando le esperienze professionali ed il know how maturato.

Oltreoceano

"La partita è complessa" aveva detto Marchionne, ed in effetti non possiamo che dargli ragione.

Le carte se le sta giocando tutte, l’ad del Lingotto, ma non chiede l’elemosina.

La partita si gioca però anche oltreoceano: Gm è sempre più nei guai, ha chiesto ed ottenuto dal Dipartimento del Tesoro altri 4,5 miliardi di dollari per la gestione aziendale fino al 1 giugno.

In quella data il governo Usa dovrà decidere se applicare anche alla più grande delle "sorelle" di Detroit il chapter 11, che porta direttamente al fallimento pilotato, come per la Chrysler: con l’enorme differenza, però, che in questo caso non c’è nessuno interessato alla sua acquisizione.


Fonte:Agoravox
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Di Morias
Oggi si apre la settimana decisiva per l’acquisizione della casa automobilistica di Ruesselsheim. La valutazione dei piani presentati dalle rivali Fiat, Magna e Rhj (ovvero il fondo Usa Ripplewood) stanno portando allo scontro tra il vice cancelliere Steinmeier ed il ministro dell’economia Guttenberg.

Oggi alcuni quotidiani tedeschi forniscono indiscrezioni che vorrebbero il cancelliere Angela Merkel propensa ad accettare il piano industriale presentato la scorsa settimana dal Lingotto, tanto è vero che si parla di un incontro tra lo stesso cancelliere e l’ad Sergio Marchionne fissato a Berlino per le prossima ore: il governo tedesco vuole arrivare ad una decisione entro mercoledì, o al più tardi giovedì.

Intanto non si placano le polemiche tra Steinmeier e Guttenberg.

Il vice cancelliere Steinmeier (SPD) candidato cancelliere per le prossime elezioni autunnali, prende le distanze dal ministro dell’economia Karl Theodor zu Guttenberg il quale, stando alle sue dichiarazioni, rafforza l’ipotesi secondo la quale nessuno dei piani di acquisto presentati soddisferebbe le richieste di Berlino, ipotizzando quindi l’insolvenza di Opel.

Steinmeier ha dichiarato: "Smettiamola finalmente con queste "chiacchiere" di insolvenza. Gli sforzi del governo federale devono essere volti a salvare quanti più posti di lavoro possibili, invece di evocare costantemente nuovi terrori".

Guttenberg (CDU) ha rimandato al mittente la polemica affermando che il piano di insolvenza non è poi così drammatico: si potrebbero continuare le trattative guardando ad esse da una prospettiva diversa.

Secondo quanto riportato dallo Spiegel online, secondo il ministro dell’economia "Smettiamola finalmente con queste "chiacchiere" di insolvenza. Gli sforzi del governo federale devono essere volti a salvare quanti più posti di lavoro possibili, invece di evocare costantemente nuovi terrori".

Tutti i piani presentati richiedono un forte impegno dell’esecutivo della Merkel, si parla di 6 o 7 miliardi di euro di aiuti statali: il problema è che lo stesso governo tedesco richiede adeguate garanzie di restituzione del prestito.

I contendenti devono essere in grado di rischiare anche per conto loro, non si può pensare di acquisire Opel solo con la garanzia finanziaria del governo: questi capitalisti devono essere in grado di assumersi anche il rischio di impresa.

Questo è quanto richiede Berlino.

Intanto sia Magna che Fiat hanno presentato delle modifiche ai loro piani originari, apportando dei "miglioramenti".

Proposta Magna

Magna destinerebbe il 30% dell’utile netto a ripagare l’indebitamento garantito dalla mano pubblica: questo sarebbe garantito dall’aleanza con i russi Gaz e con la banca Sberbank. Non dovrebbero essere distribuiti dividendi fino all’estinzione dell’intero indebitamento: quantificato in 4,5 miliardi di euro. Garanzie concesse per un periodo di cinque anni.

Stima una perdita occupazionale di 2500 unità e soprattutto non garantisce la funzionalità del sito di Bochum.

Proposta Fiat

Marchionne assicura di nuovo il mantenimento di tutti e quattro gli stabilimenti Opel in Germania e quelli Fiat in Italia, dirottando i sacrifici verso i siti austriaci ed ungheresi.

Chiede un intervento pubblico pari a 6 miliardi di euro (prima erano 7) ripagandoli in cinque anni attraverso i minori costi derivanti da una piattaforma produttiva comune, ed attraverso un risparmio di 1,5 miliardi all’anno derivante dalle sinergie Fiat-Opel (Marchionne pensa, a ragione, alle economie di scala in prospettiva futura).

Prevede un esubero di personale pari ad almeno 10 mila unità in tutta Europa, con al massimo un esubero di 2 mila unità in Germania: <>, afferma Marchionne.

Spin Off

Nel nuovo gruppo che nascerebbe dalla fusione dei due marchi, Fiat apporterebbe tutta la divisione auto ad eccezione di Ferrari e Maserati, per un valore complessivo pari a 6 miliardi di euro.

Nei giorni scorsi è spuntata la notizia dei soggetti coinvolti nello spin off, sono tre importanti banche: Intesa San Paolo, Unicredit Group e Goldman Sachs.

Con il termine spin off si indica quella modalità di nascita di una nuova impresa in cui sono coinvolte risorse umane che si distaccano da una determinata organizzazione. Si crea, quindi, un nuovo spin off ogni volta che soggetti, impegnati in contesti industriali, danno vita ad un’iniziativa imprenditoriale, valorizzando le esperienze professionali ed il know how maturato.

Oltreoceano

"La partita è complessa" aveva detto Marchionne, ed in effetti non possiamo che dargli ragione.

Le carte se le sta giocando tutte, l’ad del Lingotto, ma non chiede l’elemosina.

La partita si gioca però anche oltreoceano: Gm è sempre più nei guai, ha chiesto ed ottenuto dal Dipartimento del Tesoro altri 4,5 miliardi di dollari per la gestione aziendale fino al 1 giugno.

In quella data il governo Usa dovrà decidere se applicare anche alla più grande delle "sorelle" di Detroit il chapter 11, che porta direttamente al fallimento pilotato, come per la Chrysler: con l’enorme differenza, però, che in questo caso non c’è nessuno interessato alla sua acquisizione.


Fonte:Agoravox

Alitalia, una storia italiana



La Procura di Roma stringe il cerchio delle responsabilità sul gigantesco buco accumulato dalla compagnia di bandiera negli ultimi sette anni. Cinque miliardi di euro in sette anni, tra capitalizzazioni coi soldi dello Stato, accordi, fusioni discutibili e stipendi d'oro (per i manager). Un punto di vista inedito, o quasi, sulla telenovela che ha appassionato l'Italia prima durante e dopo l'ultima campagna elettorale. Una storia che oltretutto rischia di ripetersi per altri "rami d'azienda" del Belpaese.

Fonte:Pandoratv
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La Procura di Roma stringe il cerchio delle responsabilità sul gigantesco buco accumulato dalla compagnia di bandiera negli ultimi sette anni. Cinque miliardi di euro in sette anni, tra capitalizzazioni coi soldi dello Stato, accordi, fusioni discutibili e stipendi d'oro (per i manager). Un punto di vista inedito, o quasi, sulla telenovela che ha appassionato l'Italia prima durante e dopo l'ultima campagna elettorale. Una storia che oltretutto rischia di ripetersi per altri "rami d'azienda" del Belpaese.

Fonte:Pandoratv

lunedì 25 maggio 2009

SUZZARA (MN) : Calendario settimanale delle manifestazioni del PARTITO DEL SUD



Martedì 26/05 dalle 10,00 gazebo e volantinaggio in Piazza Castello.
.

Martedì 26/05 dalle 21,00 incontro con la Consulta di Tabellano.
.

Giovedì 28/05 dalle 21,00 incontro con Acli di Sailetto.
.

Sabato 30/05 dalle 10,00 volantinaggio libero nelle frazioni vicine.
.

Domenica 31/05 dalle 10,00 gazebo e volantinaggio durante il locale mercato
dell'usato.

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Martedì 26/05 dalle 10,00 gazebo e volantinaggio in Piazza Castello.
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Martedì 26/05 dalle 21,00 incontro con la Consulta di Tabellano.
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Giovedì 28/05 dalle 21,00 incontro con Acli di Sailetto.
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Sabato 30/05 dalle 10,00 volantinaggio libero nelle frazioni vicine.
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Domenica 31/05 dalle 10,00 gazebo e volantinaggio durante il locale mercato
dell'usato.

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Canto Dei Sanfedisti

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VIRGILIO (MN): Calendario settimanale delle manifestazioni del PARTITO DEL SUD


Lunedì 25/05 dalle 10,00 volantinaggio nei parchi cittadini.
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Mercoledì 27/05 dalle 10,00 gazebo e volantinaggio in Piazza durante il mercato.
.
Mercoledì 27/05 dalle 16,00 volantinaggio nelle frazioni di Cerese e Pietole.
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Giovedì 28/05 dalle 10,00 volantinaggio nei parchi cittadini.
.
Sabato 30/05 dalle 10,00 gazebo e volantinaggio libero nella Piazza del Comune.

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Lunedì 25/05 dalle 10,00 volantinaggio nei parchi cittadini.
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Mercoledì 27/05 dalle 10,00 gazebo e volantinaggio in Piazza durante il mercato.
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Mercoledì 27/05 dalle 16,00 volantinaggio nelle frazioni di Cerese e Pietole.
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Giovedì 28/05 dalle 10,00 volantinaggio nei parchi cittadini.
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Sabato 30/05 dalle 10,00 gazebo e volantinaggio libero nella Piazza del Comune.

Inutile ponte




Si continua a discutere del ponte sullo stretto. Questa volta a Messina si è affrontato il tema del rischio sismico a cui va incontro una tale opera di ingegneria. Il progetto esecutivo non può escludere che questa zona è ad altissimo rischio sismico negli ultimi 125 anni si sono verificati 20 dei piu forti terremoti registrati.

Fonte:Pandoratv
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Si continua a discutere del ponte sullo stretto. Questa volta a Messina si è affrontato il tema del rischio sismico a cui va incontro una tale opera di ingegneria. Il progetto esecutivo non può escludere che questa zona è ad altissimo rischio sismico negli ultimi 125 anni si sono verificati 20 dei piu forti terremoti registrati.

Fonte:Pandoratv

domenica 24 maggio 2009

Intervista ad Antonio Ciano, candidato per il Partito del Sud alla Presidenza della Provincia di Latina



F7 Speciale Elezioni: Per speciale elezioni di TF7 in studio Antonio Ciano candidato come presidente alle prossime elezioni provinciali per il Partito del Sud.

Abbiamo posto ad Antonio Ciano queste domande:

Quale sarà la prima iniziativa che intraprenderà il Partito del Sud una volta approdato in Provincia?

Lei dice che destra e sinistra non esistono. Ma allora se dovesse scegliersi un alleato dove andrebbe a cercarlo?

Da Assessore comunale ancora non è riuscito a riprendersi "l'acqua dolce" ci riuscirà in Provincia? Cosa ne farebbe Lei di Acqualatina?
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F7 Speciale Elezioni: Per speciale elezioni di TF7 in studio Antonio Ciano candidato come presidente alle prossime elezioni provinciali per il Partito del Sud.

Abbiamo posto ad Antonio Ciano queste domande:

Quale sarà la prima iniziativa che intraprenderà il Partito del Sud una volta approdato in Provincia?

Lei dice che destra e sinistra non esistono. Ma allora se dovesse scegliersi un alleato dove andrebbe a cercarlo?

Da Assessore comunale ancora non è riuscito a riprendersi "l'acqua dolce" ci riuscirà in Provincia? Cosa ne farebbe Lei di Acqualatina?

sabato 23 maggio 2009

Giovanni Falcone: "La mafia avrà una fine"

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Elezioni Provinciali di Latina: Domenica 24 maggio 2009 Antonio Ciano e i suoi Briganti a Castelforte (LT)





Domenica 24/05 alle 18 e 30 i candidati consiglieri provinciali del Partito del Sud Enrico Viciconte e Enzo Riccio, insieme al Candidato alla Presidenza della Provincia di Latina Antonio Ciano, incontrano i simpatizzanti e gli elettori per un aperitivo all'Osteria "Terra di Briganti", a Castelforte (LT) via delle Terme (
http://www.osteriaterradibriganti.350.com/Dove_Siamo.htm)

Un nome, un luogo, un programma...noi siamo i nuovi briganti, orgogliosamente eredi dei Fra' Diavolo (che era di Itri a pochi Km da Castelforte...) e dei tanti briganti postunitari, nostri partigiani che combatterono per la nostra terra.

Oggi combattiamo il regime partitocratico dei PDL-PD e dei loro alleati per difendere nuovamente il nostro territorio dalle nuove minacce di colonizzazione di supermecati padani, inceneritori, discariche di materiale nucleare...

Il basso Lazio e in particolare la parte meridionale della provincia di Latina è un territorio storicamente parte del Regno delle Due Sicilie, a fortissima vocazione ambientale e turistica con una gran varietà di prodotti tipici da tutelare.

Fonte:PartitodelSud-Roma
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Domenica 24/05 alle 18 e 30 i candidati consiglieri provinciali del Partito del Sud Enrico Viciconte e Enzo Riccio, insieme al Candidato alla Presidenza della Provincia di Latina Antonio Ciano, incontrano i simpatizzanti e gli elettori per un aperitivo all'Osteria "Terra di Briganti", a Castelforte (LT) via delle Terme (
http://www.osteriaterradibriganti.350.com/Dove_Siamo.htm)

Un nome, un luogo, un programma...noi siamo i nuovi briganti, orgogliosamente eredi dei Fra' Diavolo (che era di Itri a pochi Km da Castelforte...) e dei tanti briganti postunitari, nostri partigiani che combatterono per la nostra terra.

Oggi combattiamo il regime partitocratico dei PDL-PD e dei loro alleati per difendere nuovamente il nostro territorio dalle nuove minacce di colonizzazione di supermecati padani, inceneritori, discariche di materiale nucleare...

Il basso Lazio e in particolare la parte meridionale della provincia di Latina è un territorio storicamente parte del Regno delle Due Sicilie, a fortissima vocazione ambientale e turistica con una gran varietà di prodotti tipici da tutelare.

Fonte:PartitodelSud-Roma

SUZZARA (MN) - VOLANTINAGGIO DEL PARTITO DEL SUD IN PIAZZA CASTELLO IL 23 MAGGIO 2009



Volantinaggio in Piazza Castello a Suzzara sabato mattina 23/05/09 da parte di alcuni militanti e Candidati del Partito del Sud alle prossime elezioni Comunali del 06/07 giugno 2009.
Brevi interviste, durante il volantinaggio, al Candidato Sindaco di Suzzara Antonio Iannaccone, e ad alcuni Candidati Consiglieri Comunali del Partito del Sud ai Comuni di Suzzara (MN) e Virgilio (MN).

PARTITO DEL SUD:FRA IL POPOLO CON IL POPOLO PER IL POPOLO

SUZZARA (MN): LA LISTA DEI CANDIDATI DEL PARTITO DEL SUD ALLE PROSSIME ELEZIONI COMUNALI
Candidato Sindaco:

Antonio Iannaccone

Candidati Consiglieri:

Domenico Battaglino
Emilia Rosiello
Mauro Pignataro
Maria Borrelli
Imma Oliva
Antonio Cuoco
Armando Pasquariello
Michele La Marca
Andrea Sgambato
Ida Pedone
Alberto Cuomo
Cinzia Cabras
Manzio de Sury
Enrico Viciconte
Giuseppe Lipari

VIRGILIO (MN): LA LISTA DEI CANDIDATI DEL PARTITO DEL SUD ALLE PROSSIME ELEZIONI COMUNALI

CANDIDATO SINDACO :

NUNZIO DINACCI

CANDIDATI CONSIGLIERI :

RINALDI ANTONIETTA
CUOCO ANTONIO
LA MARCA MICHELE
PEDONE IDA
OLIVA IMMA
BATTAGLINO DOMENICO
SGAMBATO ANDREA
CABRAS CINZIA
PIGNATARO MAURO
ROSIELLO EMILIA
PANNELLA FERDINANDO
PASQUARIELLO ARMANDO
CUOMO ALBERTO
BARBIERI MASSIMO
IANNACCONE SERENA
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Volantinaggio in Piazza Castello a Suzzara sabato mattina 23/05/09 da parte di alcuni militanti e Candidati del Partito del Sud alle prossime elezioni Comunali del 06/07 giugno 2009.
Brevi interviste, durante il volantinaggio, al Candidato Sindaco di Suzzara Antonio Iannaccone, e ad alcuni Candidati Consiglieri Comunali del Partito del Sud ai Comuni di Suzzara (MN) e Virgilio (MN).

PARTITO DEL SUD:FRA IL POPOLO CON IL POPOLO PER IL POPOLO

SUZZARA (MN): LA LISTA DEI CANDIDATI DEL PARTITO DEL SUD ALLE PROSSIME ELEZIONI COMUNALI
Candidato Sindaco:

Antonio Iannaccone

Candidati Consiglieri:

Domenico Battaglino
Emilia Rosiello
Mauro Pignataro
Maria Borrelli
Imma Oliva
Antonio Cuoco
Armando Pasquariello
Michele La Marca
Andrea Sgambato
Ida Pedone
Alberto Cuomo
Cinzia Cabras
Manzio de Sury
Enrico Viciconte
Giuseppe Lipari

VIRGILIO (MN): LA LISTA DEI CANDIDATI DEL PARTITO DEL SUD ALLE PROSSIME ELEZIONI COMUNALI

CANDIDATO SINDACO :

NUNZIO DINACCI

CANDIDATI CONSIGLIERI :

RINALDI ANTONIETTA
CUOCO ANTONIO
LA MARCA MICHELE
PEDONE IDA
OLIVA IMMA
BATTAGLINO DOMENICO
SGAMBATO ANDREA
CABRAS CINZIA
PIGNATARO MAURO
ROSIELLO EMILIA
PANNELLA FERDINANDO
PASQUARIELLO ARMANDO
CUOMO ALBERTO
BARBIERI MASSIMO
IANNACCONE SERENA

venerdì 22 maggio 2009

Il Sindaco di Gaeta Antonio Raimondi incontra Massimo Cialente, Sindaco de L’Aquila, per fare il punto post sisma


Sabato 23 maggio, alle 10, il Sindaco di Gaeta, Antonio Raimondi, incontrerà il Primo Cittadino della città de L’Aquila, Massimo Cialente, colpita duramente dal sisma lo scorso aprile.
“Porterò al Sindaco Cialente i saluti e la vicinanza della città di Gaeta.
Mi recherò sul posto per vedere qual è la situazione adesso che è passata la prima fase dell’emergenza e si deve cominciare a ricostruire e ripartire.
Avremo un confronto sulle modalità di aiuto che Gaeta potrà intraprendere per lasciare un segno tangibile nella ricostruzione – dichiara Raimondi - In seguito, andrò ad Onna, l’epicentro del terremoto, dove vedrò alcune associazioni di volontariato tra cui «Onna Onlus», costituita apposta per l’emergenza post sisma, per rendermi conto di persona del lavoro che si sta svolgendo e trovare i modi più adatti per sostenere tutti coloro che stanno sacrificando il loro tempo e le loro energie per la ricostruzione”.
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Sabato 23 maggio, alle 10, il Sindaco di Gaeta, Antonio Raimondi, incontrerà il Primo Cittadino della città de L’Aquila, Massimo Cialente, colpita duramente dal sisma lo scorso aprile.
“Porterò al Sindaco Cialente i saluti e la vicinanza della città di Gaeta.
Mi recherò sul posto per vedere qual è la situazione adesso che è passata la prima fase dell’emergenza e si deve cominciare a ricostruire e ripartire.
Avremo un confronto sulle modalità di aiuto che Gaeta potrà intraprendere per lasciare un segno tangibile nella ricostruzione – dichiara Raimondi - In seguito, andrò ad Onna, l’epicentro del terremoto, dove vedrò alcune associazioni di volontariato tra cui «Onna Onlus», costituita apposta per l’emergenza post sisma, per rendermi conto di persona del lavoro che si sta svolgendo e trovare i modi più adatti per sostenere tutti coloro che stanno sacrificando il loro tempo e le loro energie per la ricostruzione”.

Perché non bisogna votare MpA e la scelta de L’ALTRO SUD (dedicato al mio maestro Zitara)


Ricevo e posto:




Di Andrea Balìa


Se c’è qualcuno che mi ha fatto definitivamente innamorare del sogno del riscatto meridionalista dandomi analisi lucidissime, informazioni pertinenti, dati, che ho scaricato e studiato divorandoli come letture predilette nelle vacanze di alcune estati, questo è Nicola Zitara.


Il mio rammarico, ancora non esaurito, è stato non potermi confrontare spesso direttamente per la lontananza di residenza aggravata dai miei impegni lavorativi.

Ho condiviso e apprezzato le sue posizioni e forse questa è la prima volta che dissento e, con enorme difficoltà dettate da un rispetto che reputo doveroso, che vorrei esprimere la diversità della mia posizione.

Ho nel frattempo in questi anni avuto modo di seguire ed apprezzare le doti Antonio Ciano, animale politico di indubbie capacità, ma di cui ho potuto verificare una posizione forse troppo “gaetocentrica” e forse troppo sgusciante nel suo procedere personale. Poco incline al confrontarsi a quesiti e problematiche rimaste inevase da, secondo me, un atteggiamento forse caratteriale, ma comunque non giustificabile nei silenzi nelle risposte e ad una sottovalutazione del ruolo di Napoli capitale.

Orbene si è arrivati a queste elezioni delle province ed europee.

Credo, e lo sottolineo subito, ci sia comunque una positività che emerge : per la prima volta c’è un meridionalismo che vuole esserci, ci sono delle liste che dicono ai meridionali che, se vogliono, ci sono dei loro compaesani che hanno voglia di rappresentarli, di denunciare i malanni centenari del Sud e vogliono dar voce (dopo un secolo e mezzo) alle loro problematiche caricandosi, forse con presunzione, il ruolo di rappresentarli. C’è chi va da solo, donchisciottescamente, in modo encomiabile ed apprezzabile, contro tutti e reclamando le storiche malefatte sia di destra che di sinistra.

C’è, e mi sembra la peggiore delle proposte, chi s’infila in qualche lista dell’arco costituzionale (vedi MpA) pensando che le singole persone possano incidere nel procedere italico della politica.

E c’è chi, come L’ALTRO SUD, crede che esista comunque una priorità : evitare il peggio alle proprie terre. Poiché, ci piaccia o meno, per la Provincia di Napoli, vincerà uno tra Nicolais e Cesaro, preferirebbe (ancor prima di parlare di tutto il resto) che venisse eletto un signore che è al momento il 1° scienziato italiano (napoletano) per stima, meriti e conoscenza, a livello internazionale (nella ricerca), pulito legalmente, inviso nello stesso Pd perché vuole defenestrare il passato bassoliniano.

Il tutto per evitare alla Provincia di Napoli un signore (sic!) con 5 procedimenti legali a suo carico e che fa difficoltà a coniugare una frase compiuta in italiano e parla di “amici, amici degli amici”…capirai!

Il Sud avrebbe bisogno d’una grande ed unitaria forza del Sud, che al momento esiste solo nelle intenzioni. Fin quando si fantasticheranno improvvise liste (frutto di mancati confronti, incontri e verifiche), encomiabili ma improbabili nei risultati, il tutto rischia di rimanere un bel gesto, pieno di slogan, ma velleitario e poco costruttivo.

E arriviamo al MpA : caro maestro non basta parlare d’autonomia, schierarsi con questo governo e con la LEGA, fare una lista rancorosa ma con la destra estrema, con Storace, i fascisti….per reclamare un Sud che si riscatti.
Aggiunsero alle politiche la parola Sud sul loro simbolo, che si sono affrettati a cancellare ora. Crede che vecchi tromboni della vecchia DC come Scotti, Lombardo e le loro amicizie con Cuffaro & c. possano seriamente lavorare per il Sud?

Onestamente mi appare improbabile e mistificatorio.

Queste elezioni possono essere un buon test per i meridionalisti con l’intento, subito dopo e fatto il primo passo, per sedersi finalmente (possibilmente senza leaderismi reclamando d’essere depositari del verbo) per lavorare davvero alla costruzione d’una forza politica che inizi finalmente l’impervio percorso che porti almeno al riconoscimento dei problemi del Sud autorappresentati dai meridionali sapienti e di buona volontà.
Che la buona stella e l’esempio di gente come Nicola Zitara ci illumini…

.
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Ricevo e posto:




Di Andrea Balìa


Se c’è qualcuno che mi ha fatto definitivamente innamorare del sogno del riscatto meridionalista dandomi analisi lucidissime, informazioni pertinenti, dati, che ho scaricato e studiato divorandoli come letture predilette nelle vacanze di alcune estati, questo è Nicola Zitara.


Il mio rammarico, ancora non esaurito, è stato non potermi confrontare spesso direttamente per la lontananza di residenza aggravata dai miei impegni lavorativi.

Ho condiviso e apprezzato le sue posizioni e forse questa è la prima volta che dissento e, con enorme difficoltà dettate da un rispetto che reputo doveroso, che vorrei esprimere la diversità della mia posizione.

Ho nel frattempo in questi anni avuto modo di seguire ed apprezzare le doti Antonio Ciano, animale politico di indubbie capacità, ma di cui ho potuto verificare una posizione forse troppo “gaetocentrica” e forse troppo sgusciante nel suo procedere personale. Poco incline al confrontarsi a quesiti e problematiche rimaste inevase da, secondo me, un atteggiamento forse caratteriale, ma comunque non giustificabile nei silenzi nelle risposte e ad una sottovalutazione del ruolo di Napoli capitale.

Orbene si è arrivati a queste elezioni delle province ed europee.

Credo, e lo sottolineo subito, ci sia comunque una positività che emerge : per la prima volta c’è un meridionalismo che vuole esserci, ci sono delle liste che dicono ai meridionali che, se vogliono, ci sono dei loro compaesani che hanno voglia di rappresentarli, di denunciare i malanni centenari del Sud e vogliono dar voce (dopo un secolo e mezzo) alle loro problematiche caricandosi, forse con presunzione, il ruolo di rappresentarli. C’è chi va da solo, donchisciottescamente, in modo encomiabile ed apprezzabile, contro tutti e reclamando le storiche malefatte sia di destra che di sinistra.

C’è, e mi sembra la peggiore delle proposte, chi s’infila in qualche lista dell’arco costituzionale (vedi MpA) pensando che le singole persone possano incidere nel procedere italico della politica.

E c’è chi, come L’ALTRO SUD, crede che esista comunque una priorità : evitare il peggio alle proprie terre. Poiché, ci piaccia o meno, per la Provincia di Napoli, vincerà uno tra Nicolais e Cesaro, preferirebbe (ancor prima di parlare di tutto il resto) che venisse eletto un signore che è al momento il 1° scienziato italiano (napoletano) per stima, meriti e conoscenza, a livello internazionale (nella ricerca), pulito legalmente, inviso nello stesso Pd perché vuole defenestrare il passato bassoliniano.

Il tutto per evitare alla Provincia di Napoli un signore (sic!) con 5 procedimenti legali a suo carico e che fa difficoltà a coniugare una frase compiuta in italiano e parla di “amici, amici degli amici”…capirai!

Il Sud avrebbe bisogno d’una grande ed unitaria forza del Sud, che al momento esiste solo nelle intenzioni. Fin quando si fantasticheranno improvvise liste (frutto di mancati confronti, incontri e verifiche), encomiabili ma improbabili nei risultati, il tutto rischia di rimanere un bel gesto, pieno di slogan, ma velleitario e poco costruttivo.

E arriviamo al MpA : caro maestro non basta parlare d’autonomia, schierarsi con questo governo e con la LEGA, fare una lista rancorosa ma con la destra estrema, con Storace, i fascisti….per reclamare un Sud che si riscatti.
Aggiunsero alle politiche la parola Sud sul loro simbolo, che si sono affrettati a cancellare ora. Crede che vecchi tromboni della vecchia DC come Scotti, Lombardo e le loro amicizie con Cuffaro & c. possano seriamente lavorare per il Sud?

Onestamente mi appare improbabile e mistificatorio.

Queste elezioni possono essere un buon test per i meridionalisti con l’intento, subito dopo e fatto il primo passo, per sedersi finalmente (possibilmente senza leaderismi reclamando d’essere depositari del verbo) per lavorare davvero alla costruzione d’una forza politica che inizi finalmente l’impervio percorso che porti almeno al riconoscimento dei problemi del Sud autorappresentati dai meridionali sapienti e di buona volontà.
Che la buona stella e l’esempio di gente come Nicola Zitara ci illumini…

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L’Abruzzo dimenticato. Si lavora solo per il G8


A cinque minuti da Onna lavora un’azienda di prefabbricati antisismici. Ma non ha ordini, per un conflitto tra amministrazioni locali e Bertolaso.




di Pietro Orsatti da L’Aquila



L’uomo vende materiale edilizio, media impresa, partnership nel Nord Italia con una fabbrica che costruisce materiali e case prefabbricate ed ecologiche. La sua impresa ha sede nel centro della valle dell’Aterno, cinque minuti di macchina da Onna. I tempi di costruzione sono due settimane. Si tratta di case di tipo A, totalmente ecologiche. Tecnologia del Nord Europa, antisismicità inimmaginabile per edifici costruiti in cemento e mattoni. Cosa si vorrebbe di più? Con questa tecnologia si potrebbero costruire palazzine di tre piani, con appartamenti di 120 metri quadrati. Si potrebbe dire che è una fortuna averli qui, nell’epicentro del sisma. E invece no. Finora gli ordini sono stati pochi. L’unico di una certa importanza è saltato per un conflitto fra amministrazioni locali e Protezione civile sull’individuazione del sito in cui posizionarle.

«Non si capisce niente di quello che sta accadendo - spiega -, nessuno ha notizie sulle aree individuate e contemporaneamente nessuno sa chi costruirà i famosi “campus”, illustrati dal premier e dalla Protezione civile». Che sembrano essere proprio ideate con le stesse tecnologie (anche se ridotte all’osso) delle case che fornisce l’azienda. Si pensa a un unico grande appalto? Mica sono in tanti in Italia a fare case del genere e nel giro si verrebbe a sapere, e invece niente. Silenzio totale.

Mentre in alcuni campi si aprono battaglie fra comunità e Protezione civile sugli argomenti più futili (una ludoteca, un calcio balilla, un’altalena: anche su tutto questo, pare, bisogna avere l’autorizzazione di Bertolaso), nessuno è venuto a sapere quali siano gli importi esatti delle donazioni fatte dagli italiani per gli sfollati de L’Aquila. Visto che tutti fanno capo alla Protezione civile dovrebbe essere abbastanza facile raccogliere gli estratti conto dei vari conti bancari e rendere nota la cifra totale. Anche qui niente, silenzio. Come nessuno sa quanto si stia spendendo (e chi ci stia lavorando) per i cantieri dell’adeguamento dell’aeroporto del capoluogo abruzzese in occasione del G8 di luglio. Segreto di Stato, no comment, ragioni supreme di sicurezza. Stesso dicasi per la grande caserma della scuola della Guardia di finanza di Coppito, sede del summit. I lavori qui si stanno facendo, e di gran fretta visti i danni. E neanche pochi. Nel resto dell’aquilano nulla. Nulla nel centro storico, nulla nelle frazioni e nei paesi. Prima il G8, poi si vedrà.

A vedere quanto sia efficiente la macchina dei soccorsi berlusconiana ieri è arrivato anche il presidente della commissione Ue Barroso; bravi sì, a preparare l’accoglienza agli ospiti stranieri, ma questi italiani hanno una strana allergia a definire tempi certi per la ricostruzione. E a rispondere alle domande: quando sarà possibile rientrare nel centro storico de L’Aquila?

Intanto nessuno vuole ammettere che, vista anche la mappa provvisoria dei siti di ricostruzione individuati dalla Protezione civile, alcuni centri e comunità sono destinati a scomparire. Gli abitanti dei centri storici di Paganica, Onna, Fossa, Villa S. Angelo (solo per citare i più famosi) sono destinati alla diaspora. Dispersi in altri paesi, sradicati dal loro territorio. È già successo nel 1915 dopo il terremoto della Marsica. E qualcuno azzarda il parallelo con il Vajont: Onna come Erto, Fossa come Casso. Anche questa volta a cancellarli dalla storia un segno di penna su una mappa.
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A cinque minuti da Onna lavora un’azienda di prefabbricati antisismici. Ma non ha ordini, per un conflitto tra amministrazioni locali e Bertolaso.




di Pietro Orsatti da L’Aquila



L’uomo vende materiale edilizio, media impresa, partnership nel Nord Italia con una fabbrica che costruisce materiali e case prefabbricate ed ecologiche. La sua impresa ha sede nel centro della valle dell’Aterno, cinque minuti di macchina da Onna. I tempi di costruzione sono due settimane. Si tratta di case di tipo A, totalmente ecologiche. Tecnologia del Nord Europa, antisismicità inimmaginabile per edifici costruiti in cemento e mattoni. Cosa si vorrebbe di più? Con questa tecnologia si potrebbero costruire palazzine di tre piani, con appartamenti di 120 metri quadrati. Si potrebbe dire che è una fortuna averli qui, nell’epicentro del sisma. E invece no. Finora gli ordini sono stati pochi. L’unico di una certa importanza è saltato per un conflitto fra amministrazioni locali e Protezione civile sull’individuazione del sito in cui posizionarle.

«Non si capisce niente di quello che sta accadendo - spiega -, nessuno ha notizie sulle aree individuate e contemporaneamente nessuno sa chi costruirà i famosi “campus”, illustrati dal premier e dalla Protezione civile». Che sembrano essere proprio ideate con le stesse tecnologie (anche se ridotte all’osso) delle case che fornisce l’azienda. Si pensa a un unico grande appalto? Mica sono in tanti in Italia a fare case del genere e nel giro si verrebbe a sapere, e invece niente. Silenzio totale.

Mentre in alcuni campi si aprono battaglie fra comunità e Protezione civile sugli argomenti più futili (una ludoteca, un calcio balilla, un’altalena: anche su tutto questo, pare, bisogna avere l’autorizzazione di Bertolaso), nessuno è venuto a sapere quali siano gli importi esatti delle donazioni fatte dagli italiani per gli sfollati de L’Aquila. Visto che tutti fanno capo alla Protezione civile dovrebbe essere abbastanza facile raccogliere gli estratti conto dei vari conti bancari e rendere nota la cifra totale. Anche qui niente, silenzio. Come nessuno sa quanto si stia spendendo (e chi ci stia lavorando) per i cantieri dell’adeguamento dell’aeroporto del capoluogo abruzzese in occasione del G8 di luglio. Segreto di Stato, no comment, ragioni supreme di sicurezza. Stesso dicasi per la grande caserma della scuola della Guardia di finanza di Coppito, sede del summit. I lavori qui si stanno facendo, e di gran fretta visti i danni. E neanche pochi. Nel resto dell’aquilano nulla. Nulla nel centro storico, nulla nelle frazioni e nei paesi. Prima il G8, poi si vedrà.

A vedere quanto sia efficiente la macchina dei soccorsi berlusconiana ieri è arrivato anche il presidente della commissione Ue Barroso; bravi sì, a preparare l’accoglienza agli ospiti stranieri, ma questi italiani hanno una strana allergia a definire tempi certi per la ricostruzione. E a rispondere alle domande: quando sarà possibile rientrare nel centro storico de L’Aquila?

Intanto nessuno vuole ammettere che, vista anche la mappa provvisoria dei siti di ricostruzione individuati dalla Protezione civile, alcuni centri e comunità sono destinati a scomparire. Gli abitanti dei centri storici di Paganica, Onna, Fossa, Villa S. Angelo (solo per citare i più famosi) sono destinati alla diaspora. Dispersi in altri paesi, sradicati dal loro territorio. È già successo nel 1915 dopo il terremoto della Marsica. E qualcuno azzarda il parallelo con il Vajont: Onna come Erto, Fossa come Casso. Anche questa volta a cancellarli dalla storia un segno di penna su una mappa.

giovedì 21 maggio 2009

De Filippo: "Sul petrolio Basilicata ingannata"


Il Governatore della Basilicata sul Ddl che, complice la Lega, destinerà le royalties locali anche ad altre regioni. «Facciamo fronte comune, costruiamo una lobby parlamentare»

Lettera di Vito De Filippo, governatore della Basilicata, a "Il Quotidiano". Tardiva e tiepida reazione dei politici meridionali, che si sono lasciati imporre un federalismo solamente fiscale penalizzante per le regioni meridionali senza protestare.

Viene comunque smascherato (per chi si rifiutava di capire) il federalismo come lo intende la Lega Nord e il governo, il federalismo serve a spostare risorse al nord.




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Il Governatore della Basilicata sul Ddl che, complice la Lega, destinerà le royalties locali anche ad altre regioni. «Facciamo fronte comune, costruiamo una lobby parlamentare»

Lettera di Vito De Filippo, governatore della Basilicata, a "Il Quotidiano". Tardiva e tiepida reazione dei politici meridionali, che si sono lasciati imporre un federalismo solamente fiscale penalizzante per le regioni meridionali senza protestare.

Viene comunque smascherato (per chi si rifiutava di capire) il federalismo come lo intende la Lega Nord e il governo, il federalismo serve a spostare risorse al nord.




Elezioni Provinciali di Napoli: L'ALTRO SUD su RAI TRE CAMPANIA


Ricevo e posto, con l'augurio di un ottimo risultato per tutte le liste meridionaliste presenti alle prossime elezioni Provinciali di Napoli :
.
.
Per spiegare il proprio messaggio, L'ALTRO SUD interverrà sui media, in occasione della campagna elettorale per le elezioni provinciali a Napoli, nelle seguenti occasioni:

- venerdì 22 maggio, nella tribuna politica di RAI TRE (Campania) a partire dalle 08.23;

- giovedì 28 maggio, con uno spot autogestito su RAI TRE (Campania) a partire dalle 08.45.
.
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Cordiali Saluti,
Gaetano Pietropaolo
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Ricevo e posto, con l'augurio di un ottimo risultato per tutte le liste meridionaliste presenti alle prossime elezioni Provinciali di Napoli :
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Per spiegare il proprio messaggio, L'ALTRO SUD interverrà sui media, in occasione della campagna elettorale per le elezioni provinciali a Napoli, nelle seguenti occasioni:

- venerdì 22 maggio, nella tribuna politica di RAI TRE (Campania) a partire dalle 08.23;

- giovedì 28 maggio, con uno spot autogestito su RAI TRE (Campania) a partire dalle 08.45.
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Cordiali Saluti,
Gaetano Pietropaolo

Ferdinando II di Borbone un grande Re, un grande Napoletano.


Ricevo e posto:


Viva o’ Rre!

Venerdì 22 e sabato 23 maggio,
l’Editoriale Il Giglio e il Movimento Neoborbonico ricorderanno, nel centocinquantesimo anniversario della morte, S.M. il Re Ferdinando II di Borbone, il grande Sovrano delle Due Sicilie la cui morte cambiò il destino del Regno così come lo aveva cambiato la sua vita.

Venerdì 22 maggio 2009, ore 18.00

Portici, Villa San Gennariello*

Commemorazione di S. M. il Re Ferdinando II di Borbone Due Sicilie

Gennaro De Crescenzo

Presidente Movimento Neoborbonico


Concerto: La musica del Re con esecuzione cantata dell’ Inno delle Due Sicilie


Cena (per informazioni clicca qui)


Sabato 23 maggio 2009, ore 16.30
Napoli, Palazzo Reale

Cambio della Guardia e Picchetto d'Onore

ore 18.00
Chiesa di San Ferdinando di Palazzo

Missa de Angelis in suffragio di S.M. il Re Ferdinando II di Borbone Due Sicilie
S. Messa in rito romano antico accompagnata da canto gregoriano ed esecuzione cantata dell’Inno del Re

--------------------------------------------------------------------------------------


Per raggiungere Villa San Gennariello (Via Madonnelle, 5 – Portici, tel. 081 7761220):
Autostrada A3 - NAPOLI-POMPEI-SALERNO - Uscita: ERCOLANO-PORTICI.
Seguire la segnaletica per Villa San Gennariello.
La Villa è riconoscibile dal busto di San Gennaro posto sulla facciata.

Guarda la
mappa. Parcheggio interno.
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Ricevo e posto:


Viva o’ Rre!

Venerdì 22 e sabato 23 maggio,
l’Editoriale Il Giglio e il Movimento Neoborbonico ricorderanno, nel centocinquantesimo anniversario della morte, S.M. il Re Ferdinando II di Borbone, il grande Sovrano delle Due Sicilie la cui morte cambiò il destino del Regno così come lo aveva cambiato la sua vita.

Venerdì 22 maggio 2009, ore 18.00

Portici, Villa San Gennariello*

Commemorazione di S. M. il Re Ferdinando II di Borbone Due Sicilie

Gennaro De Crescenzo

Presidente Movimento Neoborbonico


Concerto: La musica del Re con esecuzione cantata dell’ Inno delle Due Sicilie


Cena (per informazioni clicca qui)


Sabato 23 maggio 2009, ore 16.30
Napoli, Palazzo Reale

Cambio della Guardia e Picchetto d'Onore

ore 18.00
Chiesa di San Ferdinando di Palazzo

Missa de Angelis in suffragio di S.M. il Re Ferdinando II di Borbone Due Sicilie
S. Messa in rito romano antico accompagnata da canto gregoriano ed esecuzione cantata dell’Inno del Re

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Per raggiungere Villa San Gennariello (Via Madonnelle, 5 – Portici, tel. 081 7761220):
Autostrada A3 - NAPOLI-POMPEI-SALERNO - Uscita: ERCOLANO-PORTICI.
Seguire la segnaletica per Villa San Gennariello.
La Villa è riconoscibile dal busto di San Gennaro posto sulla facciata.

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