mercoledì 5 maggio 2010

Come dilettanti allo sbaraglio.


In risposta al vostro articolo del 01/05/2010 Corriere della Sera


Carissimi Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella,
con grande rammarico apprendo il perpetrarsi della vostra infausta opera a-storica, propinata ciclicamente come un fastidioso katamenia. Proprio non capisco perchè due ottime penne come le vostre, abili nello scrivere di politica e di economia, siano state prestate ad una narrazione apologetica di un fantomatico risorgimento da sussidiario. Se non fosse notoria la vostra fama giornalistica, si potrebbe essere erroneamente indotti nel credere che si tratti di opera di un servus callidus.
Trovo disdicevole che due giornalisti di alto lignaggio come lor signori, sembrino utilizzare un fare da "bravi" di manzoniana memoria nei riguardi di individui rei di non condividere le altrui certezze storiche (perchè voi siete storici, vero?).
Non trovo dignitoso aprire il fuoco su persone inermi, per di più da una posizione avvantaggiata e protetta quale può essere il vostro giornale.
Non trovo leale contare sull'impossibilità di replica delle suddette vittime, non potendo esse usufruire dei vostri potenti mezzi di divulgazione. E' chiaro che un confronto storico vero a voi non interessi, sembra che la patente da giornalisti vi autorizzi a parlare dell'intero universo mondo, senza dover dimostrare quanto statuite, senza dover affrontare un maturo contraddittorio. Non scenderò nei dettagli del vostro articolo, perchè lo reputo un vano dispendio di tempo e di energie. Mi limiterò solo a chiarire alcuni punti:

1) La lega esprime un versione storiografica strumentale, volta solo al conseguimento dei propri scopi politici e che nulla ha a che fare con il revisionismo storico.
2) Repetita iuvant, i cognomi non si volgono al plurale, quindi si dice Borbone e non Borboni, ditelo anche a Galli della Loggia, che incorre nel vostro stesso errore grammaticale.
3) Offendere e ridicolizzare soldati che sono morti per la difesa della loro patria e della legittima sovranità dello stato a cui avevano prestato giuramento di fedeltà, sembrerebbe denotare una mancata percezione del senso dell'onore da parte di chi afferma tale ignominia.
4) Il grande traditore Pisacane, fu inforcato dai contadini di Sapri e Sanza, dimostrazione che i villici non avevano necessità di essere liberati nè da lui, nè da altri. Fu anche vile perchè si suicidò, non per niente è diventato un eroe nazionale.
5) La fortezza di Civitella del Tronto mi risulta fu assediata dal 26 ottobre 1860 al 20 marzo 1861 e i cannoneggiamenti non durarono solo 3 giorni.
6) Il generale Ferdinando Pinelli era solo un macellaio, infatti è un altro eroe nazionale.

A mio modesto avviso tutto il resto dell'articolo non merita precisazioni perchè erroneo.
Se un Socrate "sapeva di non sapere", forse un sano e salubre bagnetto di umiltà lo potreste fare pure voi. Cordiali saluti e alla prossima.

Sergio

"Tutte le verità attraversano tre fasi: prima le si mette in ridicolo, poi vengono attaccate violentemente, e infine vengono accettate come ovvie" Arthur Schopenhauer

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In risposta al vostro articolo del 01/05/2010 Corriere della Sera


Carissimi Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella,
con grande rammarico apprendo il perpetrarsi della vostra infausta opera a-storica, propinata ciclicamente come un fastidioso katamenia. Proprio non capisco perchè due ottime penne come le vostre, abili nello scrivere di politica e di economia, siano state prestate ad una narrazione apologetica di un fantomatico risorgimento da sussidiario. Se non fosse notoria la vostra fama giornalistica, si potrebbe essere erroneamente indotti nel credere che si tratti di opera di un servus callidus.
Trovo disdicevole che due giornalisti di alto lignaggio come lor signori, sembrino utilizzare un fare da "bravi" di manzoniana memoria nei riguardi di individui rei di non condividere le altrui certezze storiche (perchè voi siete storici, vero?).
Non trovo dignitoso aprire il fuoco su persone inermi, per di più da una posizione avvantaggiata e protetta quale può essere il vostro giornale.
Non trovo leale contare sull'impossibilità di replica delle suddette vittime, non potendo esse usufruire dei vostri potenti mezzi di divulgazione. E' chiaro che un confronto storico vero a voi non interessi, sembra che la patente da giornalisti vi autorizzi a parlare dell'intero universo mondo, senza dover dimostrare quanto statuite, senza dover affrontare un maturo contraddittorio. Non scenderò nei dettagli del vostro articolo, perchè lo reputo un vano dispendio di tempo e di energie. Mi limiterò solo a chiarire alcuni punti:

1) La lega esprime un versione storiografica strumentale, volta solo al conseguimento dei propri scopi politici e che nulla ha a che fare con il revisionismo storico.
2) Repetita iuvant, i cognomi non si volgono al plurale, quindi si dice Borbone e non Borboni, ditelo anche a Galli della Loggia, che incorre nel vostro stesso errore grammaticale.
3) Offendere e ridicolizzare soldati che sono morti per la difesa della loro patria e della legittima sovranità dello stato a cui avevano prestato giuramento di fedeltà, sembrerebbe denotare una mancata percezione del senso dell'onore da parte di chi afferma tale ignominia.
4) Il grande traditore Pisacane, fu inforcato dai contadini di Sapri e Sanza, dimostrazione che i villici non avevano necessità di essere liberati nè da lui, nè da altri. Fu anche vile perchè si suicidò, non per niente è diventato un eroe nazionale.
5) La fortezza di Civitella del Tronto mi risulta fu assediata dal 26 ottobre 1860 al 20 marzo 1861 e i cannoneggiamenti non durarono solo 3 giorni.
6) Il generale Ferdinando Pinelli era solo un macellaio, infatti è un altro eroe nazionale.

A mio modesto avviso tutto il resto dell'articolo non merita precisazioni perchè erroneo.
Se un Socrate "sapeva di non sapere", forse un sano e salubre bagnetto di umiltà lo potreste fare pure voi. Cordiali saluti e alla prossima.

Sergio

"Tutte le verità attraversano tre fasi: prima le si mette in ridicolo, poi vengono attaccate violentemente, e infine vengono accettate come ovvie" Arthur Schopenhauer

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