venerdì 7 maggio 2010

The Economist: il Sud è un Stato “Bordello”, può stare con la Grecia...


Guarda che combinazione, proprio ieri il Presidente Napolitano a Quarto, per il ricordo della partenza dei 1000, suonava la campana London.....


The Economist sposa a sorpresa la tesi leghista: Moneta unica tra Sud e Atene Il Mezzogiorno d'Italia? Come la Grecia, anzi peggio.
A sostenerlo è il settimanale britannico The Economist, che a sorpresa finisce per sposare la tesi della Lega: dividere l'Italia in due e unire monetariamente il Sud, definito letteralmente "un bordello", con Atene.
"Il resto d'Italia, da Roma in giù - scrive il periodico economico -, sarebbe separato dalla penisola, così da formare un nuovo Paese, chiamato ufficialmente il Regno delle Due Sicilie (ma soprannominato Bordello)". Per l'Italia del Nord The Economist immagina "una nuova alleanza regionale" con Germania e Francia.

Sergio Governale

Sul fronte dei conti pubblici il Mezzogiorno d'Italia è come la Grecia, se non peggio. Da questo punto di vista, l'ideale sarebbe separare lo stivale in due parti, come vorrebbe la Lega, e unire monetariamente solo Atene e il Regno delle Due Sicilie, ricreando una sorta grande Grecia classica, con tanto di Magna Grecia nell'Italia meridionale.

A riscrivere i confini comunitari è il settimanale britannico The Economist, il settimanale inglese che tanto sonno ha tolto a Silvio Berlusconi e che ora sposa, senza saperlo, le teorie più estreme del Carroccio. In un articolo dal titolo "Redrawing the map" (ridisegnare la cartina geografica), il periodico effettua una risistemazione dell'Europa in base alle affinità economiche, sociali e linguistiche tra i Paesi, partendo dall'assunto che, se una persona può cambiare casa se si trova accanto vicini sgradevoli, questo dovrebbe essere possibile anche per le nazioni. I

l Nord Italia è quindi promosso a pieni voti e si unisce a Germania, Francia, Austria (che prende il posto della Svizzera, traslocata in Scandinavia), Slovenia e Croazia per costituire un'alleanza regionale affidata al Doge di Venezia. Il Sud, considerato tale da Roma in giù, "si unisce alla Sicilia per formare un nuovo Paese", scrive il settimanale (ignorando che la Sicilia fa già parte del Paese, "chiamato ufficialmente il Regno delle Due Sicilie" (che storicamente è stato tutt'altro che un disastro da un punto di vista economico e industriale, ndr), "ma soprannominato Bordello". Bordello adotterebbe quindi una moneta unica con la Grecia. La suddivisione ha purtroppo il conforto della statistica. Economicamente esistono infatti due Italie, una in regola con i parametri di Maastricht e l'altra fanalino di coda dell'Ue.
Qualche esempio: nel 2009 al Nord il Pil pro capite è di 30mila euro, al Sud di 17mila euro; l'anno scorso il tasso di occupazione in Campania è stato il più basso d'Italia (40,8 contro 57,5 per cento). Sembra umorismo inglese. Ma il giornale della City fa autocritica: il Regno Unito (con l'Irlanda) viene diviso tra Scozia e Inghilterra e posto vicino ai Paesi del Sud Europa (Portogallo, Spagna e Grecia), con cui condivide i conti pubblici in rosso.

Fonte:Il Denaro
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Guarda che combinazione, proprio ieri il Presidente Napolitano a Quarto, per il ricordo della partenza dei 1000, suonava la campana London.....


The Economist sposa a sorpresa la tesi leghista: Moneta unica tra Sud e Atene Il Mezzogiorno d'Italia? Come la Grecia, anzi peggio.
A sostenerlo è il settimanale britannico The Economist, che a sorpresa finisce per sposare la tesi della Lega: dividere l'Italia in due e unire monetariamente il Sud, definito letteralmente "un bordello", con Atene.
"Il resto d'Italia, da Roma in giù - scrive il periodico economico -, sarebbe separato dalla penisola, così da formare un nuovo Paese, chiamato ufficialmente il Regno delle Due Sicilie (ma soprannominato Bordello)". Per l'Italia del Nord The Economist immagina "una nuova alleanza regionale" con Germania e Francia.

Sergio Governale

Sul fronte dei conti pubblici il Mezzogiorno d'Italia è come la Grecia, se non peggio. Da questo punto di vista, l'ideale sarebbe separare lo stivale in due parti, come vorrebbe la Lega, e unire monetariamente solo Atene e il Regno delle Due Sicilie, ricreando una sorta grande Grecia classica, con tanto di Magna Grecia nell'Italia meridionale.

A riscrivere i confini comunitari è il settimanale britannico The Economist, il settimanale inglese che tanto sonno ha tolto a Silvio Berlusconi e che ora sposa, senza saperlo, le teorie più estreme del Carroccio. In un articolo dal titolo "Redrawing the map" (ridisegnare la cartina geografica), il periodico effettua una risistemazione dell'Europa in base alle affinità economiche, sociali e linguistiche tra i Paesi, partendo dall'assunto che, se una persona può cambiare casa se si trova accanto vicini sgradevoli, questo dovrebbe essere possibile anche per le nazioni. I

l Nord Italia è quindi promosso a pieni voti e si unisce a Germania, Francia, Austria (che prende il posto della Svizzera, traslocata in Scandinavia), Slovenia e Croazia per costituire un'alleanza regionale affidata al Doge di Venezia. Il Sud, considerato tale da Roma in giù, "si unisce alla Sicilia per formare un nuovo Paese", scrive il settimanale (ignorando che la Sicilia fa già parte del Paese, "chiamato ufficialmente il Regno delle Due Sicilie" (che storicamente è stato tutt'altro che un disastro da un punto di vista economico e industriale, ndr), "ma soprannominato Bordello". Bordello adotterebbe quindi una moneta unica con la Grecia. La suddivisione ha purtroppo il conforto della statistica. Economicamente esistono infatti due Italie, una in regola con i parametri di Maastricht e l'altra fanalino di coda dell'Ue.
Qualche esempio: nel 2009 al Nord il Pil pro capite è di 30mila euro, al Sud di 17mila euro; l'anno scorso il tasso di occupazione in Campania è stato il più basso d'Italia (40,8 contro 57,5 per cento). Sembra umorismo inglese. Ma il giornale della City fa autocritica: il Regno Unito (con l'Irlanda) viene diviso tra Scozia e Inghilterra e posto vicino ai Paesi del Sud Europa (Portogallo, Spagna e Grecia), con cui condivide i conti pubblici in rosso.

Fonte:Il Denaro
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