venerdì 4 giugno 2010

In Veneto è polemica:”no” ai trapianti per i disabili mentali

La Regione Veneto è pronta a rivedere e a modificare la delibera 851 del 31 marzo 2009 in base alla quale la Regione utilizza come fattore di selezione per la corsa ai trapianti d’organi il quoziente intellettivo dei pazienti in lista d’attesa. Tra le assolute controindicazioni al trapianto viene contemplata nel testo la presenza di un quoziente intellettivo inferiore a 50, come controindicazione relativa invece, uno inferiore a 70. Ovvero, per la giunta veneta, chi possiede un quoziente intellettivo più basso della norma potrebbe “non capire l’importanza della terapia antirigetto”.

La delibera della Regione Veneto ha suscitato polemiche

Una nuova questione bioetica che suscita polemiche e accende il dibattito nel settore dei trapianti: la priorità con cui “assegnare”gli organi tra i malati in lista di attesa (tre volte più numerosi rispetto alla disponibilità di reni, fegato e cuori).

Accusando di ingiustizia e discriminazione la posizione del Veneto e citando la pari dignità sociale che costituzionalmente spetta a tutti i cittadini, i professori Nicola Panocchia e Maurizio Bossola, nefrologi del «Gemelli » di Roma, e Giacomo Vivanti, psicologo dell’Università della California, in un articolo pubblicato sull’«American Journal of Transplantation » hanno accusato la Regione di discriminare i disabili mentali, ritenuti incapaci di migliorare la qualità della propria vita e aderendo in modo scarso alla terapia. E di questo avviso sono anche i Radicali che fanno richiesta al Governo di un’immediata interrogazione per far in modo che il provvedimento regionale veneto venga velocemente modificato o annullato.

L’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto spiega però che “non c’è alcuna volontà persecutoria” e che “ se per fare chiarezza bisogna modificare il provvedimento, lo faremo. Il Veneto non ha mai negato il trapianto a nessuno”.

Patrizia Tolot, vicepresidente dell’«Associazione Dadi» di Padova, fondata da genitori di ragazzi con sindrome di Down, autismo e disabilità intellettiva, riflette: “ di fronte a misure di questo genere mi chiedo se il progresso della scienza serva a negare i diritti delle persone più deboli, piuttosto che ad aiutarle. Usate così le nuove frontiere del sapere diventano strumenti di selezione genetica e possono aprire strade pericolose, come quelle di programmare protocolli di analisi prenatali, mediche e psichiatriche per decidere chi ha il diritto di nascere e di vivere”.

Adriana Ruggeri

Fonte:New notizie.it

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Stanno procedendo con legislazioni regionali e poi esplorando le possibilità di estenderle a tutta Italia come hanno fatto in altre cose.Rapidamente.

Anche la Chiesa tace, i partiti 'democratici' tacciono e hanno fatto passare il tutto senza fare tanto baccano, anche in Veneto lo sanno in pochi, stanno protestando solo alcune associazioni per i down....

Il resto è solo qualche articolo. Inoltre non si tratta solo dei disabili, ci sono altre condizioni nella delibera, ho allegato il link .

Qui il dettaglio della delibera della giunta veneta

.


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La Regione Veneto è pronta a rivedere e a modificare la delibera 851 del 31 marzo 2009 in base alla quale la Regione utilizza come fattore di selezione per la corsa ai trapianti d’organi il quoziente intellettivo dei pazienti in lista d’attesa. Tra le assolute controindicazioni al trapianto viene contemplata nel testo la presenza di un quoziente intellettivo inferiore a 50, come controindicazione relativa invece, uno inferiore a 70. Ovvero, per la giunta veneta, chi possiede un quoziente intellettivo più basso della norma potrebbe “non capire l’importanza della terapia antirigetto”.

La delibera della Regione Veneto ha suscitato polemiche

Una nuova questione bioetica che suscita polemiche e accende il dibattito nel settore dei trapianti: la priorità con cui “assegnare”gli organi tra i malati in lista di attesa (tre volte più numerosi rispetto alla disponibilità di reni, fegato e cuori).

Accusando di ingiustizia e discriminazione la posizione del Veneto e citando la pari dignità sociale che costituzionalmente spetta a tutti i cittadini, i professori Nicola Panocchia e Maurizio Bossola, nefrologi del «Gemelli » di Roma, e Giacomo Vivanti, psicologo dell’Università della California, in un articolo pubblicato sull’«American Journal of Transplantation » hanno accusato la Regione di discriminare i disabili mentali, ritenuti incapaci di migliorare la qualità della propria vita e aderendo in modo scarso alla terapia. E di questo avviso sono anche i Radicali che fanno richiesta al Governo di un’immediata interrogazione per far in modo che il provvedimento regionale veneto venga velocemente modificato o annullato.

L’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto spiega però che “non c’è alcuna volontà persecutoria” e che “ se per fare chiarezza bisogna modificare il provvedimento, lo faremo. Il Veneto non ha mai negato il trapianto a nessuno”.

Patrizia Tolot, vicepresidente dell’«Associazione Dadi» di Padova, fondata da genitori di ragazzi con sindrome di Down, autismo e disabilità intellettiva, riflette: “ di fronte a misure di questo genere mi chiedo se il progresso della scienza serva a negare i diritti delle persone più deboli, piuttosto che ad aiutarle. Usate così le nuove frontiere del sapere diventano strumenti di selezione genetica e possono aprire strade pericolose, come quelle di programmare protocolli di analisi prenatali, mediche e psichiatriche per decidere chi ha il diritto di nascere e di vivere”.

Adriana Ruggeri

Fonte:New notizie.it

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Stanno procedendo con legislazioni regionali e poi esplorando le possibilità di estenderle a tutta Italia come hanno fatto in altre cose.Rapidamente.

Anche la Chiesa tace, i partiti 'democratici' tacciono e hanno fatto passare il tutto senza fare tanto baccano, anche in Veneto lo sanno in pochi, stanno protestando solo alcune associazioni per i down....

Il resto è solo qualche articolo. Inoltre non si tratta solo dei disabili, ci sono altre condizioni nella delibera, ho allegato il link .

Qui il dettaglio della delibera della giunta veneta

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