domenica 18 luglio 2010

Case, arriva l’imposta comunale: 400 euro per ogni cittadino



Secondo i calcoli della Cgia di Mestre i più tartassati saranno liguri e toscani, con cifre che arrivano a superare i 600 euro.



Con il federalismo fiscale arriva l’autonomia impositiva per gli enti locali, e il primo effetto sarà una nuova imposta comunale sugli immobili, che riunirà e accorperà tutte le “vecchie” tasse legate al possesso o al trasferimento del bene.



ACCORPAMENTO TOTALE – All’inizio erano quattro: Ici (sulle seconde case), imposta ipotecaria e catastale, imposta di registro e Irpef riconducibile agli immobili. Poi nel computo ne sono entrate altre tre: la Tarsu (rifiuti), 4,2 miliardi, un’imposta forfettaria sulle case fantasma, 1,5 miliardi (meno dei 5 miliardi ipotizzati dal ministro), e la cedolare secca sugli affitti al 23% che vale 1,8 miliardi. “I Comuni potranno introdurre o meno la tassa», dice a Repubblica il ministro per la semplificazione Roberto Calderoli, che non esclude un’ulteriore addizionale per riunificare “gli altri tributi comunali come la Tarsu e che i sindaci potranno spostare in su o in giù». Una leva lasciata nelle mani dei Comuni, che quindi potranno decidere il livello di aliquota in base alle esigenze dell’ente locale. Abbassandola e tagliando i servizi di pari passo, oppure alzandola per far fronte ad eventuali necessità.
PAGHEREMO DI PIU’ O DI MENO? - Secondo le previsioni di calcolo della Cgia di Mestre, la “municipale” costerà 432 euro ad ogni italiano. Liguri ed emiliani tra i più tartassati, dovranno rispettivamente 670 e 611 euro. Record per i valdostani, 704 euro. Chiudono la classifica i molisani con 274 euro. Sopra la media nazionale, i marchigiani (586), i toscani (555), i lombardi (498), i piemontesi (472). Ma è solo una stima e per difetto. Il tributo sarà dovuto da tutti i possessori di qualsiasi immobile, situato nel territorio comunale e diverso dalla prima casa. La Service tax, sempre secondo Repubblica, arrivano dalla maggioranza con Mario Baldassarri: ”La cedolare secca sugli affitti non ha niente a che vedere con il federalismo, ma riguarda l’Irpef nazionale. Avevo proposto di inserirla nella manovra e avevo trovato anche la sua copertura, visto che la cedolare comporta circa 1,8 miliardi in meno di gettito Irpef: bastava anticipare al 2011 i tagli alla spesa della pubblica amministrazione. E invece l’emendamento è stato bocciato. Ora invece arriva la proposta del 23%, definita come una manna per i comuni. Ma chi paga? I comuni stessi, probabilmente, con meno trasferimenti. I miracoli non esistono”.


Fonte:Giornalettismo


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Secondo i calcoli della Cgia di Mestre i più tartassati saranno liguri e toscani, con cifre che arrivano a superare i 600 euro.



Con il federalismo fiscale arriva l’autonomia impositiva per gli enti locali, e il primo effetto sarà una nuova imposta comunale sugli immobili, che riunirà e accorperà tutte le “vecchie” tasse legate al possesso o al trasferimento del bene.



ACCORPAMENTO TOTALE – All’inizio erano quattro: Ici (sulle seconde case), imposta ipotecaria e catastale, imposta di registro e Irpef riconducibile agli immobili. Poi nel computo ne sono entrate altre tre: la Tarsu (rifiuti), 4,2 miliardi, un’imposta forfettaria sulle case fantasma, 1,5 miliardi (meno dei 5 miliardi ipotizzati dal ministro), e la cedolare secca sugli affitti al 23% che vale 1,8 miliardi. “I Comuni potranno introdurre o meno la tassa», dice a Repubblica il ministro per la semplificazione Roberto Calderoli, che non esclude un’ulteriore addizionale per riunificare “gli altri tributi comunali come la Tarsu e che i sindaci potranno spostare in su o in giù». Una leva lasciata nelle mani dei Comuni, che quindi potranno decidere il livello di aliquota in base alle esigenze dell’ente locale. Abbassandola e tagliando i servizi di pari passo, oppure alzandola per far fronte ad eventuali necessità.
PAGHEREMO DI PIU’ O DI MENO? - Secondo le previsioni di calcolo della Cgia di Mestre, la “municipale” costerà 432 euro ad ogni italiano. Liguri ed emiliani tra i più tartassati, dovranno rispettivamente 670 e 611 euro. Record per i valdostani, 704 euro. Chiudono la classifica i molisani con 274 euro. Sopra la media nazionale, i marchigiani (586), i toscani (555), i lombardi (498), i piemontesi (472). Ma è solo una stima e per difetto. Il tributo sarà dovuto da tutti i possessori di qualsiasi immobile, situato nel territorio comunale e diverso dalla prima casa. La Service tax, sempre secondo Repubblica, arrivano dalla maggioranza con Mario Baldassarri: ”La cedolare secca sugli affitti non ha niente a che vedere con il federalismo, ma riguarda l’Irpef nazionale. Avevo proposto di inserirla nella manovra e avevo trovato anche la sua copertura, visto che la cedolare comporta circa 1,8 miliardi in meno di gettito Irpef: bastava anticipare al 2011 i tagli alla spesa della pubblica amministrazione. E invece l’emendamento è stato bocciato. Ora invece arriva la proposta del 23%, definita come una manna per i comuni. Ma chi paga? I comuni stessi, probabilmente, con meno trasferimenti. I miracoli non esistono”.


Fonte:Giornalettismo


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