mercoledì 14 luglio 2010

Preso il numero 1 della ’ndrangheta. Ecco i segreti della rete criminale dalla Calabria alla Lombardia

FEDERALISMO CRIMINALE. LA ’NDRANGHETA PADANA ESISTE E FA AFFARI INSIEME A QUELLA CALABRESE


DI ROBERTO GALULLO, DAL SOLE 24 ORE 13 LUGLIO 2010
martedì 13 luglio 2010
Tertium datur. La via di mezzo tra l’indipendenza e l’unità, per la ‘ndrangheta, è il federalismo criminale. La maxi retata di oggi sull’asse Milano-Reggio Calabria in cui è stato catturato anche il numero 1, Domenico Oppedisano (e non viceversa) testimonia che ormai la ‘ndrangheta padana esiste, è forte e lotta insieme a quella calabrese in un rapporto di "compensazione".

Bastava leggere le ultime due relazioni del sostituto procuratore nazionale antimafia, Roberto Pennisi, per capire che la magistratura si stava avvicinando alla verità sulla struttura della criminalità calabrese in Lombardia. Nel rapporto 2009 Pennisi scriveva che "il cordone ombelicale" si era quasi rotto e che la mafia milanese era diventata ormai adulta e indipendente. Nella relazione 2010 Pennisi correggeva il tiro e scriveva invece che il cordone ombelicale era ancora attaccato ma la scala di valori era ormai paritaria: Reggio e l’Aspromonte non comandano piú, al massimo collaborano. Le decisioni si prendono insieme. E Milano conta, altro che se conta.

Un’evoluzione logica, naturale. Platí, la capitale armata della ‘ndrangheta calabrese, da oltre 40 anni si è del resto spostata alle porte di Milano, nella ricca e verde Buccinasco, dove le famiglie furono spedite per la sciagurata legge del confino. Da lí hanno dapprima fiutato l’aria e poi, con la forza della violenza e dei soldi accumulati con lo spaccio internazionale della droga, hanno spodestato Cosa Nostra e dettato legge. Negli appalti e nella politica.

Se le famiglie Barbaro e Papalia sono state le prime a capire che gli affari erano al Nord, le altre cosche calabresi ioniche e tirreniche ci hanno messo poco a capire che la via era segnata e il dado tratto. E cosí, nell’indifferenza pressoché totale della politica e della società civile, hanno assediato le province ricche: a partire da Varese (oltretutto a un passo dalla Svizzera, terra di riciclaggio) e Brescia, diventata ormai la capitale di riserva della ‘ndrangheta lombarda.

L’operazione giunge al momento giusto perché negli ultimi due anni, dopo l’omicidio Novella, le cosche calabresi stavano preparando canovaccio e regia per la spartizione dei subappalti milionari in vista di Expo 2015. E poco importa, come sembra disvelare questa indagine, che ci siano mandamenti simili alla struttura siciliana. Quel che conta è che nella crisi mondiale della società e dell’economia, l’unica Spa che sembra non conoscere battute d’arresto è quella mafiosa. Il colpo di oggi sull’asse Milano-Reggio quantomeno dimostra che lo Stato c’è e batte l’ennesimo colpo.

Fonte:Due Sicilie

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Leghisti indagati per 'Ndrangheta

L'Unità 13 luglio 2010 pag. 6 articolo di Angela Camuso

Decine di politici locali di comuni dell’hinterland milanese, molti dei quali leghisti, tra cui un manipolo di sindaci e numerosi assessori e consiglieri locali sono indagati a Milano, a vario titolo, per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, turbativa d’asta, abuso d’ufficio, finanche concorso in estorsione.


Era la scorsa primavera e la procura di Reggio stava da tempo intercettando i vertici della ‘ndragheta durante riunioni in alta montagna. Ed è così emerso che numerosissimi appalti edili per opere pubbliche, eseguiti o da eseguire in Lombardia, venivano decisi in Calabria da un organismo finora semi-sconosciuto della mafia reggina: la cosiddetta “Provincia”, quasi una cupola di Cosa Nostra, che si è scoperto avere ordinato anche una serie di omicidi commessi nel capoluogo lombardo come quello del boss Carmelo Novella, ucciso a luglio 2008, per impedire ai capi della ‘ndrangheta a Milano di organizzare autonomamente una propria “provincia” in Lombardia.
L’aspetto sconvolgente di entrambe le due inchieste è il grado di infiltrazione della ‘ndrangheta nell’economia lumbard.

Angela Camuso
FONTE:
http://camuso.blogspot.com/2010/07/leghisti-indagati-per-ndrangheta-lunita.html

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FEDERALISMO CRIMINALE. LA ’NDRANGHETA PADANA ESISTE E FA AFFARI INSIEME A QUELLA CALABRESE


DI ROBERTO GALULLO, DAL SOLE 24 ORE 13 LUGLIO 2010
martedì 13 luglio 2010
Tertium datur. La via di mezzo tra l’indipendenza e l’unità, per la ‘ndrangheta, è il federalismo criminale. La maxi retata di oggi sull’asse Milano-Reggio Calabria in cui è stato catturato anche il numero 1, Domenico Oppedisano (e non viceversa) testimonia che ormai la ‘ndrangheta padana esiste, è forte e lotta insieme a quella calabrese in un rapporto di "compensazione".

Bastava leggere le ultime due relazioni del sostituto procuratore nazionale antimafia, Roberto Pennisi, per capire che la magistratura si stava avvicinando alla verità sulla struttura della criminalità calabrese in Lombardia. Nel rapporto 2009 Pennisi scriveva che "il cordone ombelicale" si era quasi rotto e che la mafia milanese era diventata ormai adulta e indipendente. Nella relazione 2010 Pennisi correggeva il tiro e scriveva invece che il cordone ombelicale era ancora attaccato ma la scala di valori era ormai paritaria: Reggio e l’Aspromonte non comandano piú, al massimo collaborano. Le decisioni si prendono insieme. E Milano conta, altro che se conta.

Un’evoluzione logica, naturale. Platí, la capitale armata della ‘ndrangheta calabrese, da oltre 40 anni si è del resto spostata alle porte di Milano, nella ricca e verde Buccinasco, dove le famiglie furono spedite per la sciagurata legge del confino. Da lí hanno dapprima fiutato l’aria e poi, con la forza della violenza e dei soldi accumulati con lo spaccio internazionale della droga, hanno spodestato Cosa Nostra e dettato legge. Negli appalti e nella politica.

Se le famiglie Barbaro e Papalia sono state le prime a capire che gli affari erano al Nord, le altre cosche calabresi ioniche e tirreniche ci hanno messo poco a capire che la via era segnata e il dado tratto. E cosí, nell’indifferenza pressoché totale della politica e della società civile, hanno assediato le province ricche: a partire da Varese (oltretutto a un passo dalla Svizzera, terra di riciclaggio) e Brescia, diventata ormai la capitale di riserva della ‘ndrangheta lombarda.

L’operazione giunge al momento giusto perché negli ultimi due anni, dopo l’omicidio Novella, le cosche calabresi stavano preparando canovaccio e regia per la spartizione dei subappalti milionari in vista di Expo 2015. E poco importa, come sembra disvelare questa indagine, che ci siano mandamenti simili alla struttura siciliana. Quel che conta è che nella crisi mondiale della società e dell’economia, l’unica Spa che sembra non conoscere battute d’arresto è quella mafiosa. Il colpo di oggi sull’asse Milano-Reggio quantomeno dimostra che lo Stato c’è e batte l’ennesimo colpo.

Fonte:Due Sicilie

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Leghisti indagati per 'Ndrangheta

L'Unità 13 luglio 2010 pag. 6 articolo di Angela Camuso

Decine di politici locali di comuni dell’hinterland milanese, molti dei quali leghisti, tra cui un manipolo di sindaci e numerosi assessori e consiglieri locali sono indagati a Milano, a vario titolo, per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, turbativa d’asta, abuso d’ufficio, finanche concorso in estorsione.


Era la scorsa primavera e la procura di Reggio stava da tempo intercettando i vertici della ‘ndragheta durante riunioni in alta montagna. Ed è così emerso che numerosissimi appalti edili per opere pubbliche, eseguiti o da eseguire in Lombardia, venivano decisi in Calabria da un organismo finora semi-sconosciuto della mafia reggina: la cosiddetta “Provincia”, quasi una cupola di Cosa Nostra, che si è scoperto avere ordinato anche una serie di omicidi commessi nel capoluogo lombardo come quello del boss Carmelo Novella, ucciso a luglio 2008, per impedire ai capi della ‘ndrangheta a Milano di organizzare autonomamente una propria “provincia” in Lombardia.
L’aspetto sconvolgente di entrambe le due inchieste è il grado di infiltrazione della ‘ndrangheta nell’economia lumbard.

Angela Camuso
FONTE:
http://camuso.blogspot.com/2010/07/leghisti-indagati-per-ndrangheta-lunita.html

1 commento:

www.malitalia.it ha detto...

Guarda anche il video in cui, il 31 ottobre 2009, boss e luogotenenti della 'ndrangheta lombarda nominano Pasquale Zappia come referente degli affari in Nord Italia delle cosche calabresi.

L'incontro è avvenuto al Circolo Arci Falcone e Borsellino di Paderno Dugnano, in provincia di Milano. Gli spazi erano stati inaugurati circa un anno prima da Salvatore Borsellino, il fratello del magistrato ucciso dalla mafia.

Video Url e articolo di denuncia di Enrico Fierro:
Lombardia, 'ndrangheta connection

 
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