martedì 20 luglio 2010

Svimez 2010, bisogna investire nelle infrastrutture del Mezzogiorno - Necessario un piano da 38 mld di euro


Ecco come hanno ridotto il Sud i partiti di destra e di sinistra. l'11 novembre a Palermo ci saranno gli Stati generali del Sud organizzati dalla Confederazione del Sud. Inviteremo tutti i gruppi meridionalisti, compresi quelli parlamentari. Bisogna guardarsi in faccia e dire all'Italia e al mondo chi ha ridotto il Sud... a Colonia di sfruttamento. Costituiremo una grande aggregazione tra ceti politici meridionalisti, imprenditori, contadini,operai, artigiani, dusoccupati. DESTRA E SINISTRA SONO SOLO INDICAZIONI STRADALI, dobbiamo cacciarli via dalle amministrazioni locali, regionali e nazionali. Quei partiti difendono gli interessi Tosco-padani, noi dobbiamo difendere i nostri.

Antonio Ciano
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Il Mezzogiorno è in recessione. La fotografia emerge dal Rapporto Svimez 2010 sull’Economia del Mezzogiorno presentato questa mattina a Roma.
Serve un nuovo progetto per il Sud, che parta dal rilancio delle infrastrutture con un piano di 38 miliardi di euro.
Il Pil è tornato nel 2009 ai livelli di dieci anni fa, calato del 4,5%. Al 24% si stima il tasso di disoccupazione effettivo, ci sono 26mila pendolari in meno e 6 milioni 830mila persone sono a rischio povertà. Il 44% delle famiglie meridionali non è in grado di sostenere una spesa extra di 750 euro. E’ l’industria a fare le spese maggiori della crisi, con un crollo del valore aggiunto industriale del 15,8% nel 2009.
Per la prima volta dopo la guerra, anche il settore dei servizi è in picchiata da due anni consecutivi, con effetti pesanti nel commercio, nel turismo, nei trasporti e nell’intermediazione creditizia ed immobiliare.
Nel corso della presentazione del rapporto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è espresso in un telegramma: “La crisi che ha colpito il Paese non ha risparmiato le situazioni di già profonda difficoltà del Mezzogiorno italiano e l’obiettivo di ridurne gli effetti nel breve periodo è diventato prioritario. I risultati delle politiche insufficienti del passato devono spingere ad una modifica dello stesso impianto strategico degli interventi di sviluppo. Il Mezzogiorno può e deve contribuire alla ripresa di uno stabile processo di crescita dell’economia italiana, fondato su una strategia di convinta collaborazione tra Stato e Regioni”.


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Ecco come hanno ridotto il Sud i partiti di destra e di sinistra. l'11 novembre a Palermo ci saranno gli Stati generali del Sud organizzati dalla Confederazione del Sud. Inviteremo tutti i gruppi meridionalisti, compresi quelli parlamentari. Bisogna guardarsi in faccia e dire all'Italia e al mondo chi ha ridotto il Sud... a Colonia di sfruttamento. Costituiremo una grande aggregazione tra ceti politici meridionalisti, imprenditori, contadini,operai, artigiani, dusoccupati. DESTRA E SINISTRA SONO SOLO INDICAZIONI STRADALI, dobbiamo cacciarli via dalle amministrazioni locali, regionali e nazionali. Quei partiti difendono gli interessi Tosco-padani, noi dobbiamo difendere i nostri.

Antonio Ciano
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Il Mezzogiorno è in recessione. La fotografia emerge dal Rapporto Svimez 2010 sull’Economia del Mezzogiorno presentato questa mattina a Roma.
Serve un nuovo progetto per il Sud, che parta dal rilancio delle infrastrutture con un piano di 38 miliardi di euro.
Il Pil è tornato nel 2009 ai livelli di dieci anni fa, calato del 4,5%. Al 24% si stima il tasso di disoccupazione effettivo, ci sono 26mila pendolari in meno e 6 milioni 830mila persone sono a rischio povertà. Il 44% delle famiglie meridionali non è in grado di sostenere una spesa extra di 750 euro. E’ l’industria a fare le spese maggiori della crisi, con un crollo del valore aggiunto industriale del 15,8% nel 2009.
Per la prima volta dopo la guerra, anche il settore dei servizi è in picchiata da due anni consecutivi, con effetti pesanti nel commercio, nel turismo, nei trasporti e nell’intermediazione creditizia ed immobiliare.
Nel corso della presentazione del rapporto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è espresso in un telegramma: “La crisi che ha colpito il Paese non ha risparmiato le situazioni di già profonda difficoltà del Mezzogiorno italiano e l’obiettivo di ridurne gli effetti nel breve periodo è diventato prioritario. I risultati delle politiche insufficienti del passato devono spingere ad una modifica dello stesso impianto strategico degli interventi di sviluppo. Il Mezzogiorno può e deve contribuire alla ripresa di uno stabile processo di crescita dell’economia italiana, fondato su una strategia di convinta collaborazione tra Stato e Regioni”.


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