martedì 14 settembre 2010

On line le immagini del traffico di metalli radioattivi provenienti da Chernobyl. Video

Herbaut-Tchernobyl
Vi mostro le immagini stupende che sono arrivate in rete in questi giorni per documentare una realtà agghiacciante: il traffico illegale di metalli radioattivi provenienti daChernobyl. Titolo, “L’or noir de Tchernobyl”, l’oro nero di Chernobyl.

Quando il reattore della centrale nucleare esplose, 24 anni fa, in zona c’erano 8 milioni di tonnellate di metallo. Ne restano due milioni. Quotidianamente partono da Chernobyl e immediati dintorni 200 tonnellate di metallo, dirette al riuso in Turchia e in Europa. Ne sono stati ritrovati dei pezzi in Italia.

Bruno Masi, autore dell’inchiesta, ne scrisse in aprile per L’Espresso. Ora le foto scattate daGuillaume Herbaut a complemento delle parole sono state presentate al al festival di fotogiornalismo di Perpignan (in fondo troverete il link alla gallery), e Culturebox ha messo on line un video a base delle sue immagini. Guardate.

Le immagini ripercorrono la caccia illegale ai metalli e la loro superficiale “decontaminazione” effettuata da operai privi di qualsiasi protezione in laboratori dove la radioattività supera di200 volte i limiti consentiti. Il commento è in francese: ma non servono le parole.


Découvrez L’or noir de Tchernobyl vu par Guillaume Herbaut sur Culturebox !

Ufficialmente il recupero dei rottami di Chernobyl è vietato. Nei fatti 100 dollari bastano per ungere ogni ruota.

L’oro di Chernobyl, l’inchiesta di Bruno Masi per L’Espresso (non è più disponibile sul sito del giornale, ma è stata conservata on line da Antimafia 2000)

Su Le Monde “L’oro nero di Chernobyl” presentato al festival di fotogiornalismo di Perpignan, contraduzione italiana su Facebook di Fabienne Melmi

Sul sito del festival di Perpignan cinque foto di Guillaume Herbaut dedicate al traffico di metalli radioattivi provenienti da Chernobyl

Foto

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Herbaut-Tchernobyl
Vi mostro le immagini stupende che sono arrivate in rete in questi giorni per documentare una realtà agghiacciante: il traffico illegale di metalli radioattivi provenienti daChernobyl. Titolo, “L’or noir de Tchernobyl”, l’oro nero di Chernobyl.

Quando il reattore della centrale nucleare esplose, 24 anni fa, in zona c’erano 8 milioni di tonnellate di metallo. Ne restano due milioni. Quotidianamente partono da Chernobyl e immediati dintorni 200 tonnellate di metallo, dirette al riuso in Turchia e in Europa. Ne sono stati ritrovati dei pezzi in Italia.

Bruno Masi, autore dell’inchiesta, ne scrisse in aprile per L’Espresso. Ora le foto scattate daGuillaume Herbaut a complemento delle parole sono state presentate al al festival di fotogiornalismo di Perpignan (in fondo troverete il link alla gallery), e Culturebox ha messo on line un video a base delle sue immagini. Guardate.

Le immagini ripercorrono la caccia illegale ai metalli e la loro superficiale “decontaminazione” effettuata da operai privi di qualsiasi protezione in laboratori dove la radioattività supera di200 volte i limiti consentiti. Il commento è in francese: ma non servono le parole.


Découvrez L’or noir de Tchernobyl vu par Guillaume Herbaut sur Culturebox !

Ufficialmente il recupero dei rottami di Chernobyl è vietato. Nei fatti 100 dollari bastano per ungere ogni ruota.

L’oro di Chernobyl, l’inchiesta di Bruno Masi per L’Espresso (non è più disponibile sul sito del giornale, ma è stata conservata on line da Antimafia 2000)

Su Le Monde “L’oro nero di Chernobyl” presentato al festival di fotogiornalismo di Perpignan, contraduzione italiana su Facebook di Fabienne Melmi

Sul sito del festival di Perpignan cinque foto di Guillaume Herbaut dedicate al traffico di metalli radioattivi provenienti da Chernobyl

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