mercoledì 8 settembre 2010

Vittorio Emanuele III a Crecchio: 8 settembre 1943

I nostri governanti repubblicani stanno festeggiando i 150 anni dell'Unità d'Italia, ma non ricordano l'8 settembre del 1943. Il re chiamato Soldato, si dimostrò un codardo, fuggì lasciando l'esercito e gli italiani nelle mani della rabbia tedesca. L'Italia era divisa, una parte era nelle mani dei tedeschi ( da Ancona al Trentino era provincia del terzo Reicht) l'altra parte era nelle mani degli alleati). La repubblica unì la nostra Patria e la festeggiamo il 2 giugno di ogni anno. Quella del 1860 è stata solo una invasione regia e nacque il Regno d'Italia, nato sul sangue di un milione di morti e di una emigrazione biblica di 25 milioni di meridionali. L'Italia repubblicana è nata sulle ceneri di Casa savoia e del fascismo e i vari Ernesto Galli Della Loggia, i Perfetti, i Panebianco, sembrano non accorgersene. Noi ricorderemo i 150 anni di quella nefanda invasione, ricorderemo il milione di morti e ricorderemo un altro re, Francesco II di Borbone ( anche se non siamo monarchici).

Antonio Ciano


http://www.youtube.com/watch?v=S9bRBazJaYs

Il Castello Ducale di Crecchio (Chieti), oggi sede del Museo dell'Abruzzo Bizantino ed Altomedievale, è stato luogo di uno dei momenti storici più importanti della storia d'Italia recente, quando il 9 settembre 1943 il Re d'Italia Vittorio Emanuele III, su sollecitazione del Maresciallo Badoglio, decide di lasciare Roma, percorre con un nutrito corteo d'auto la via Tiburtina Valeria, egiunge a Crecchio, ove trova ospitalità, prima della fuga per Brindisi dal Porto di Ortona, al castello degli amici Duchi di Bovino.

SERVIZIO di Franco Farias dal TGR-Abruzzo del 20 gennaio 2009.
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I nostri governanti repubblicani stanno festeggiando i 150 anni dell'Unità d'Italia, ma non ricordano l'8 settembre del 1943. Il re chiamato Soldato, si dimostrò un codardo, fuggì lasciando l'esercito e gli italiani nelle mani della rabbia tedesca. L'Italia era divisa, una parte era nelle mani dei tedeschi ( da Ancona al Trentino era provincia del terzo Reicht) l'altra parte era nelle mani degli alleati). La repubblica unì la nostra Patria e la festeggiamo il 2 giugno di ogni anno. Quella del 1860 è stata solo una invasione regia e nacque il Regno d'Italia, nato sul sangue di un milione di morti e di una emigrazione biblica di 25 milioni di meridionali. L'Italia repubblicana è nata sulle ceneri di Casa savoia e del fascismo e i vari Ernesto Galli Della Loggia, i Perfetti, i Panebianco, sembrano non accorgersene. Noi ricorderemo i 150 anni di quella nefanda invasione, ricorderemo il milione di morti e ricorderemo un altro re, Francesco II di Borbone ( anche se non siamo monarchici).

Antonio Ciano


http://www.youtube.com/watch?v=S9bRBazJaYs

Il Castello Ducale di Crecchio (Chieti), oggi sede del Museo dell'Abruzzo Bizantino ed Altomedievale, è stato luogo di uno dei momenti storici più importanti della storia d'Italia recente, quando il 9 settembre 1943 il Re d'Italia Vittorio Emanuele III, su sollecitazione del Maresciallo Badoglio, decide di lasciare Roma, percorre con un nutrito corteo d'auto la via Tiburtina Valeria, egiunge a Crecchio, ove trova ospitalità, prima della fuga per Brindisi dal Porto di Ortona, al castello degli amici Duchi di Bovino.

SERVIZIO di Franco Farias dal TGR-Abruzzo del 20 gennaio 2009.
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