Petacco: gli scarti della lavorazione di Bagnoli finivano
a contrada Pisani, non ci volevano nulla osta particolari
Un operaio impegnato nella bonifica di Bagnoli |
DIECI MILIARDI DI LIRE - Petacco ha spiegato come, poco prima del suo arrivo a Bagnoli, la filiale era stata ammodernata con investimenti per dieci miliardi di lire e, oltre ad essere «in perfetta efficienza» aveva degli impianti che sotto il profilo delle modalità produttive l’avevano resa tra le migliori fra quelle che lui aveva visitato. L’ex direttore ha aggiunto che a Bagnoli «enormi aspiratori permettevano di raccogliere le polveri in modo che potessero essere riciclate». «Negli altri stabilimenti – ha aggiunto - mi risulta che venissero disperse nell'atmosfera». Mentre a Bagnoli «parte degli scarti veniva macinato e trasformato in materia prima» e «le eccedenze, saltuariamente, - ha concluso Petacco - venivano conferite a una ditta napoletana che si occupava di portarle nella discarica».
DUEMILA LAVORATORI AMMALATI - Il maxi processo Eternit si sta celebrando a Torino a carico dei proprietari della multinazionale svizzera del cemento, il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il nobile belga Jean Louis Marie Ghislain De Cartier. I due sono indagati per i casi di oltre duemila lavoratori ammalati o morti per il contatto con il minerale-killer, e dovranno rispondere di disastro colposo. La Regione Campania figura come parte civile del processo.
Fr. Par.
Fonte: Corriere del Mezzogiorno 28 febbraio 2011
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