lunedì 7 marzo 2011

La Lega e quella legge per impedire ai meridionali di diventare alpini

Di Tommaso Caldarelli

Una proposta del Carroccio vuole evitare che i terroni vestano la penna nera.

Vedi, quante cose si imparano il lunedì mattina: c’è modo e modo di servire la patria in armi. Ad esempio se sei del sud varrai di meno. Ovviamente non sempre, dipende dal corpo che scegli. Se vuoi diventare carabiniere, davvero tutto bene, e poi si sa che è pieno di terroncelli nell’Arma. Polizia ancora ancora, Esercito perchè no, Areonautica e Marina dipende se ci entri; dagli alpini, per favore, stanne fuori. Tutto qua il contenuto della proposta di legge che viene presentata in Parlamento da esponenti della Lega Nord che, fra un problema vitale del paese ed un altro, trovano anche il tempo per occuparsi delle tragedie che devastano la vita ai poveri cittadini, di certo tramortiti quando sono venuti a conoscenza della terribile notizia: nel corpo degli Alpini, quelli delle penne nere, i gloriosi militari di montagna italiani, ci sono troppi meridionali.

QUESTIONE DI DIALETTO- La drammatica notizia investe il dibattito pubblico. Nessuno si chiede se magari quel ragazzo di Cosenza, anche se non parla bellunese, sia un bravo militare addestrato alla milizia alpina. D’altronde il militare deve fare un certo quantitativo di cose ben precise: saper sparare, aver spirito di corpo, onore, difendere il Paese se necessario. Non è richiesto che sia di Sondrio per saper fare tutte queste cose: ovvero, non era richiesto finora, ma magari lo sarà se la legge voluta da alcuni esponenti della Lega in Parlamento continuerà il suo iter fino all’approvazione. Siamo al federalismo delle forze armate, e la motivazione, riassuntiva, è: “Ben vengano i siciliani, figuriamoci, ma la tradizione va salvata”. E che caspita, il militare con il giusto accento viene prima di tutto. Ah, magari ve lo state chiedendo: è tutto vero, ne parla il Corriere della Sera.

Non ci sono più gli alpini di una volta. Cresciuti intonando «La mula de Parenzo, liolà» e temprati tra picchi, grappa, nevi e montagne. Pure per le penne nere, Brigata Julia compresa, vale la media nazionale, per cui quasi il 70 per cento dei volontari proviene dal Sud. Per riequilibrare la composizione geografica delle truppe, ecco che un gruppo di parlamentari leghisti (più il Pdl Edmondo Cirielli, salernitano) ha presentato una proposta di legge unificata, in discussione oggi a Montecitorio, e diretta a favorire «il reclutamento degli alpini nelle zone tipiche». Ovvero Piemonte, Veneto, Friuli, Lombardia, Trentino, il punto più a sud è l’Abruzzo. Una sorta di «quote verdi>>

Fonte:Giornalettismo

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Di Tommaso Caldarelli

Una proposta del Carroccio vuole evitare che i terroni vestano la penna nera.

Vedi, quante cose si imparano il lunedì mattina: c’è modo e modo di servire la patria in armi. Ad esempio se sei del sud varrai di meno. Ovviamente non sempre, dipende dal corpo che scegli. Se vuoi diventare carabiniere, davvero tutto bene, e poi si sa che è pieno di terroncelli nell’Arma. Polizia ancora ancora, Esercito perchè no, Areonautica e Marina dipende se ci entri; dagli alpini, per favore, stanne fuori. Tutto qua il contenuto della proposta di legge che viene presentata in Parlamento da esponenti della Lega Nord che, fra un problema vitale del paese ed un altro, trovano anche il tempo per occuparsi delle tragedie che devastano la vita ai poveri cittadini, di certo tramortiti quando sono venuti a conoscenza della terribile notizia: nel corpo degli Alpini, quelli delle penne nere, i gloriosi militari di montagna italiani, ci sono troppi meridionali.

QUESTIONE DI DIALETTO- La drammatica notizia investe il dibattito pubblico. Nessuno si chiede se magari quel ragazzo di Cosenza, anche se non parla bellunese, sia un bravo militare addestrato alla milizia alpina. D’altronde il militare deve fare un certo quantitativo di cose ben precise: saper sparare, aver spirito di corpo, onore, difendere il Paese se necessario. Non è richiesto che sia di Sondrio per saper fare tutte queste cose: ovvero, non era richiesto finora, ma magari lo sarà se la legge voluta da alcuni esponenti della Lega in Parlamento continuerà il suo iter fino all’approvazione. Siamo al federalismo delle forze armate, e la motivazione, riassuntiva, è: “Ben vengano i siciliani, figuriamoci, ma la tradizione va salvata”. E che caspita, il militare con il giusto accento viene prima di tutto. Ah, magari ve lo state chiedendo: è tutto vero, ne parla il Corriere della Sera.

Non ci sono più gli alpini di una volta. Cresciuti intonando «La mula de Parenzo, liolà» e temprati tra picchi, grappa, nevi e montagne. Pure per le penne nere, Brigata Julia compresa, vale la media nazionale, per cui quasi il 70 per cento dei volontari proviene dal Sud. Per riequilibrare la composizione geografica delle truppe, ecco che un gruppo di parlamentari leghisti (più il Pdl Edmondo Cirielli, salernitano) ha presentato una proposta di legge unificata, in discussione oggi a Montecitorio, e diretta a favorire «il reclutamento degli alpini nelle zone tipiche». Ovvero Piemonte, Veneto, Friuli, Lombardia, Trentino, il punto più a sud è l’Abruzzo. Una sorta di «quote verdi>>

Fonte:Giornalettismo

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