sabato 22 gennaio 2011

Presidente Napolitano, il 17 marzo non festeggi la Monarchia, è un tradimento



Di Antonio Ciano


"L’archivio storico dello stato maggiore- lo conferma la sciocca laconicità alla quale ha costretto lei, il governo italiano!- è l’armadio nel quale la setta tricolore custodisce e protegge i suoi risorgimentali scheletri infami; custodisce e protegge le prove delle sue gloriosità sempre abiette; custodisce e protegge le prove che nel 1860 l’esercito piemontese calò a tradimento nel Regno di Napoli e si comportò, secondo il naturale dei suoi bersaglieri e dei suoi carabinieri, da orda barbarica; custodisce e protegge le prove che Vittorio Emanuele II di Savoia, ladro, usurpatore, assassino ( e perciò galantuomo) nonché il suo protobeccaio Benso Camillo, porco di stato ( e perciò statista sommo) ordinarono ai propri sadici chianchieri ( traduco per i toschi: ai propri sadici macellai) di mettere a ferro e fuoco l’invaso Reame, libero, indipendente e sovrano, e di annetterlo quindi al Piemonte grazie ad un plebiscito che fu soltanto una truffa schifosa, combinata da garibaldesi, da guardie nazionali, da soldati allobrogici, e da camorristi..."

(Interpellanza parlamentare di Angelo Manna)



Il presidente della Repubblica Napolitano, tradendo la sua funzione istituzionale, festeggerà il 17 marzo i 150 anni della Monarchia sabauda. . Un affronto alla nostra Repubblica.

Trattasi di tradimento alla Resistenza, a quanti si sono immolati, a quanti sono morti per darci la libertà, morti per questa Repubblica diventata un puttanaio.

Sig Presidente, ci ripensi, il 17 marzo non può recarsi a rendere omaggio a Vittorio Emanuele II, uno dei più grandi criminali della storia.

Invase il Regno delle due Sicilie senza dichiarazione di guerra, massacrò un milione di meridionali, fece smantellare fabbriche, fece smembrare il tesoro delle Due Sicilie, fece emigrare milioni di italiani.


Come ha scritto Manna, Vittorio Emanuele II era un ladro, un usurpatore,un assassino, un massone, un monarca.

La Repubblica Italiana è nata sulle ceneri di casa savoia; il presidente di una repubblica non può festeggiare la monarchia perdente, feroce, che massacrò una parte d'Italia per arricchire l'altra.


L'Italia fu riunita il 25 aprile del 1945, dopo che fu divisa in tre tronconi dalla fuga di un altro savoia l'8 settembre del 1943.

L'Italia nord-orientale fu accorpata il 10 settembre del 1943 al Terzo Reich con un decreto di Hitler;

l'Italia nord -occidentale era amministrata da Mussolini con la RSI;

il Sud era amministrato dagli Alleati.


Gli storici di regime e la massoneria, Sig Presidente, la stanno guidando verso il baratro istituzionale.


I ragazzi non capiscono, non si può confondere l'Unità d'Italia con il Regno d'Italia.


La Francia festeggia la Repubblica e non la Monarchia.

Gli israeliani festeggiano il loro stato e non Hitler che li massacrò.


Il re fellone Vittorio Emanuele III, dopo aver promulgato le leggi razziste contro gli ebrei, ha ancora strade e piazze intitolate, faccia un decreto presidenziale; bisogna cancellarlo dalla storia, dalle strade, dalle piazze italiane.


Gliene saranno grati gli ebrei , gli italiani e il mondo intero. Questo è il gesto che un Presidente della Repubblica nata dalla resistenza deve compiere.


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Di Antonio Ciano


"L’archivio storico dello stato maggiore- lo conferma la sciocca laconicità alla quale ha costretto lei, il governo italiano!- è l’armadio nel quale la setta tricolore custodisce e protegge i suoi risorgimentali scheletri infami; custodisce e protegge le prove delle sue gloriosità sempre abiette; custodisce e protegge le prove che nel 1860 l’esercito piemontese calò a tradimento nel Regno di Napoli e si comportò, secondo il naturale dei suoi bersaglieri e dei suoi carabinieri, da orda barbarica; custodisce e protegge le prove che Vittorio Emanuele II di Savoia, ladro, usurpatore, assassino ( e perciò galantuomo) nonché il suo protobeccaio Benso Camillo, porco di stato ( e perciò statista sommo) ordinarono ai propri sadici chianchieri ( traduco per i toschi: ai propri sadici macellai) di mettere a ferro e fuoco l’invaso Reame, libero, indipendente e sovrano, e di annetterlo quindi al Piemonte grazie ad un plebiscito che fu soltanto una truffa schifosa, combinata da garibaldesi, da guardie nazionali, da soldati allobrogici, e da camorristi..."

(Interpellanza parlamentare di Angelo Manna)



Il presidente della Repubblica Napolitano, tradendo la sua funzione istituzionale, festeggerà il 17 marzo i 150 anni della Monarchia sabauda. . Un affronto alla nostra Repubblica.

Trattasi di tradimento alla Resistenza, a quanti si sono immolati, a quanti sono morti per darci la libertà, morti per questa Repubblica diventata un puttanaio.

Sig Presidente, ci ripensi, il 17 marzo non può recarsi a rendere omaggio a Vittorio Emanuele II, uno dei più grandi criminali della storia.

Invase il Regno delle due Sicilie senza dichiarazione di guerra, massacrò un milione di meridionali, fece smantellare fabbriche, fece smembrare il tesoro delle Due Sicilie, fece emigrare milioni di italiani.


Come ha scritto Manna, Vittorio Emanuele II era un ladro, un usurpatore,un assassino, un massone, un monarca.

La Repubblica Italiana è nata sulle ceneri di casa savoia; il presidente di una repubblica non può festeggiare la monarchia perdente, feroce, che massacrò una parte d'Italia per arricchire l'altra.


L'Italia fu riunita il 25 aprile del 1945, dopo che fu divisa in tre tronconi dalla fuga di un altro savoia l'8 settembre del 1943.

L'Italia nord-orientale fu accorpata il 10 settembre del 1943 al Terzo Reich con un decreto di Hitler;

l'Italia nord -occidentale era amministrata da Mussolini con la RSI;

il Sud era amministrato dagli Alleati.


Gli storici di regime e la massoneria, Sig Presidente, la stanno guidando verso il baratro istituzionale.


I ragazzi non capiscono, non si può confondere l'Unità d'Italia con il Regno d'Italia.


La Francia festeggia la Repubblica e non la Monarchia.

Gli israeliani festeggiano il loro stato e non Hitler che li massacrò.


Il re fellone Vittorio Emanuele III, dopo aver promulgato le leggi razziste contro gli ebrei, ha ancora strade e piazze intitolate, faccia un decreto presidenziale; bisogna cancellarlo dalla storia, dalle strade, dalle piazze italiane.


Gliene saranno grati gli ebrei , gli italiani e il mondo intero. Questo è il gesto che un Presidente della Repubblica nata dalla resistenza deve compiere.


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